Punto di partenza per scoprire le immense dimensioni della lettura e immancabile appuntamento periodico per i visitatori abituali, il Salone del libro è da intendersi come la naturale risposta alla necessità di condivisione, scoperta e riscoperta di prodotti e generi letterari d’ogni sorta, per ogni genere di pubblico e prospettiva. Presentazioni di libri, incontri con autori celebri o emergenti, letture e conferenze sono la ricetta di una tipologia d’evento che ha per molto tempo conosciuto le tenebre dell’anonimato e della frequentazione di nicchia e che solo dagli ultimi anni ’90 ha iniziato a sorgere imponentemente e moltiplicarsi, conducendoci ad attuali e celebri esempi come il Salone del libro di Parigi, la partenopea Galassia Gutenberg, la Buchmesse di Francoforte, più grande tra gli eventi Europei, ed il secondo classificato per numero di Espositori, il nostrano Salone internazionale del libro con sede a Torino.
Un’espansione che è figlia dei propri risultati: gli avventori, visitatori ed espositori sono in crescita di anno in anno e, limitandoci all’esempio Torinese, osserviamo felicemente che il numero dei secondi esplode da un modesto 1.500 nel 2012 ad un torrenziale 7.500 nel 2013, anno che vanta anche la maggior partecipazione di visitatori dai propri albori : circa 330.000.
Quasi una fatalità, dato il tema dell’ultima edizione: “Dove osano le idee“. E quella del Salone del libro Internazionale è, senza dubbio, come disse il premio Nobel Josif Brodskij “Luminosa, con un pizzico di follia“. Qualcosa di cui, in questi tempi, c’è bisogno più che mai per consentire a tutti di scoprire le sterminate emozioni della letteratura.