Breaking News
Home / Altri mondi / ‘Gramigna-Volevo una vita normale’ di Sebastiano Rizzo, un film che non cade mai nella trappola dell’autocompiacimento
Gramigna

‘Gramigna-Volevo una vita normale’ di Sebastiano Rizzo, un film che non cade mai nella trappola dell’autocompiacimento

Luigi Di Cicco è un eroe. Magari non mascherato come quelli dei fumetti Marvel, ma fatto di sangue, cervello e carne come tutti. Gramigna, opera seconda di Sebastiano Rizzo, traspone infatti sullo schermo la sua autobiografia (scritta con Michele Cucuzza) che racconta come il figlio di uno dei più temuti boss camorristici –oggi ergastolano- a costo di sacrifici e umiliazioni sia riuscito a rifiutare il contesto di omertà e complicità in cui è cresciuto votato inesorabilmente a fargli ripercorrere la strada criminale.

Di solito non bisogna concedere comode indulgenze ai film fondati solo sul cosiddetto messaggio, perché il cinema deve sempre confrontarsi con un linguaggio specifico e avere il coraggio non di trascurare, bensì d’integrare lo scopo socio-educativo in una coerente struttura drammaturgica.
Il filone “crime” non può essere esaltato o denigrato in astratto: lo dimostra, appunto, Gramigna, film tesissimo sul piano del ritmo, spesso inventivo nelle inquadrature e sequenze, scandito da un’efficace colonna sonora e soprattutto interpretato da un cast pienamente all’altezza della sfida. Eccellente, in particolare, Gianluca Di Gennaro che non cade mai nella trappola dell’autocompiacimento e nutre, invece, il protagonista di un’umanità forte, sincera e conturbante; come del resto evadono dai calchi spesso ingessati delle fiction tv tutti gli altri interpreti, da un inedito Izzo alla Saponangelo, da Ferreri a Mahieux, dalla Ragni al giudice Graziano, da Porfito alla Capasso. E’ anche grazie a loro e molti altri che l’accelerazione stilistica di Rizzo non si brucia nell’enfasi e la via crucis della redenzione resta tale senza il doping di supporti edificanti.

GRAMIGNA – Volevo una vita normale
Regia: Sebastiano Rizzo
Con: Gianluca Di Gennaro, Biagio Izzo, Teresa Saponangelo, Enrico Lo Verso.
Genere: drammatico. Italia 2016

 

Fonte

Gramigna – Volevo una vita normale

About Annalina Grasso

Giornalista, social media manager e blogger campana. Laureata in lettere e filologia, master in arte. Amo il cinema, l'arte, la musica, la letteratura, in particolare quella russa, francese e italiana. Collaboro con L'Identità, exlibris e Sharing TV

Check Also

donne

Essere donne tra gli estremismi femministi di oggi

Solo un pensiero verticale e salato: strappate le donne dalle mani dell’estremismo femminista. Ma anche gli uomini. Poveri maschiacci occidentali di cui è sempre colpa. Per non riuscire a lavorare sotto una valanga di stress, per essere sempre meno padri e amanti focosi, per non riuscire più a stabilire rapporti di virilità - che come abbiamo visto in un recente articolo di questa dinamitarda rubrica, non è una parolaccia - alla base dell’educazione e del rapporto con i propri figli, che generano ritualità necessaria a identificare e fortificare i ruoli, le funzioni, a generare esempio, non a partorire mostri del patriarcato. Sempre colpa loro, o meglio nostra, anche mia, luridi immaturi, infanti della coscienza, violentatori preventivi, indegni di vivere il migliore dei mondi possibili, quello in cui il progresso sociale si fa, troppo spesso, estinguendo tutto ciò che si pone come alternativo all’imposto.