Sanremo 2019 è cominciato e Nek, tra i ventiquattro big partecipanti, si è presentato con la sua Mi farò trovare pronto, scritta insieme a Paolo Antonacci e a Luca Chiaravalli. La canzone trae ispirazione da una delle poesie preferite del cantautore, “È l’amore” di Jorge Luis Borges, celebre poeta argentino.
La canzone di Nek parla dell’impossibilità di farsi trovare pronti quando arriva l’amore poiché la sua forza è talmente invasiva e imprevedibile da sconvolgere tutto, tanto da non poter controllare il sentimento.
Il testo della canzone di Nek a Sanremo 2019 si riallaccia alla poesia di Borges soprattutto per quanto riguarda un aspetto: l’amore è il solo criterio che abbiamo per misurare il tempo, il resto non può nulla in questo senso, nemmeno la conoscenza. L’ispirazione per scrivere questo testo è arrivata anche grazie ad un viaggio nelle favelas brasiliane.
È l’amore. Dovrò nascondermi o fuggire.
Crescono le mura delle sue carceri, come in un incubo atroce.
La bella maschera è cambiata, ma come sempre è l’unica.
A cosa mi serviranno i miei talismani:
l’esercizio delle lettere, la vaga erudizione,
le gallerie della Biblioteca, le cose comuni,
le abitudini, la notte intemporale, il sapore del sonno?
Stare con te o non stare con te è la misura del mio tempo.
È, lo so, l’amore: l’ansia e il sollievo di sentire la tua voce,
l’attesa e la memoria, l’orrore di vivere nel tempo successivo.
È l’amore con le sue mitologie, con le sue piccole magie inutili.
C’è un angolo di strada dove non oso passare.
Il nome di una donna mi denuncia.
Mi fa male una donna in tutto il corpo.
Letti entrambi i testi il punto in comune, l’ispirazione che li lega appare subito chiara: l’amore scandisce il tempo, sia in senso negativo che in senso positivo, soprattutto quando si vive a distanza.
Nel testo della poesia di Borges si parla di un amore che lega a doppio filo il desiderio della presenza della persona amata e la sua lontananza; tutto perde significato quando la persona amata è lontana, lo scorrere del tempo così come la conoscenza, e attività come “l’esercizio delle lettere”, “la vaga erudizione”, “la galleria delle Biblioteche” non hanno più significato. Perdono di senso, inoltre, anche le attività quotidiane come “il sapore del sonno” o “le abitudini”.
Il tempo non passa nella misura di ciò che si fa nella quotidianità ma nella misura del sentimento dell’amore: si velocizza in presenza della persona amata e rallenta quando si è distanti; viene scandito dalla voce, dal respiro della persona amata quando si è insieme e dalla sua attesa ogni qualvolta si è distanti.
Nella poesia di Borges l’amore è inteso come dolore, visto come una prigione che può arrivare a soffocare chi lo prova, dando spesso angosce e sofferenze che si riversano concretamente nella vita quotidiana quando, per esempio, il poeta scrive nei suoi ultimi versi: “C’è un angolo di strada dove non oso passare./Il nome di una donna mi denuncia./Mi fa male una donna in tutto il corpo”. In queste parole diventa chiaro quanto mai il dolore del poeta anche solo nell’incrociare la donna che gli ha spezzato il cuore, talmente forte da tradursi in pena fisica.
Si tratta dunque di una forma di angoscia esistenziale intrinsecamente legata al desiderio amoroso puro. È il luogo della mancanza, di qualcosa che era e non è più. Se l’amore si genera da una mancanza, ecco il “rischio” di innamorarsi più di una volta nella vita: non amiamo qualcuno con le sue qualità, amiamo una pulsione, quella maschera è ormai cambiata, ma come sempre è l’unica. Allora certo che riscoprire in me l’amore fa venir voglia di nascondermi o di fuggire: perché l’innamoramento avviene contro la consapevolezza – e la volontà aggiungerei – dell’Io, irrompe nella realtà dell’Io con tutta la sua forza dirompente e inarrestabile.
Questa potenza non si può controllare: a nulla valgono i talismani ben elencati che gli oppone il poeta e che guarda caso sono tutti sinonimi di una vita regolata dall’esercizio delle lettere, dalle abitudini, dal sonno. Ormai l’unica misura del suo tempo è lo starci o il non starci di lei. Ancora una volta presenza, ma soprattutto assenza che rievoca presenza nel ricordo.
L’amore di Borges, innanzitutto, è quanto di più lontano dall’amore sensuale: la donna di Borges non c’è proprio, perché il suo, di amore, è vissuto nell’assenza dell’amata che suscita il ricordo di quello che è stato. E che non è più.
Fonte
https://blog.graphe.it/2019/02/05/e-lamore-borges-il-minacciato