Breaking News
Home / Autori di successo / ‘Fight Club’ di Chuck Palahniuk: un romanzo esistenzialista ricco di svolte semantiche
fight club

‘Fight Club’ di Chuck Palahniuk: un romanzo esistenzialista ricco di svolte semantiche

L’uscita del romanzo Fight Club di Chuck Palahniuk nel 1996 ha indotto molti scrittori, critici e pubblico in generale, loro malgrado, a guardare a questo nuovo autore. Con questo libro estremamente controverso, Chuck Palahniuk ha dato un nuovo gusto al mondo letterario negli Stati Uniti, e sollevando alcuni temi importanti come, l’umiliazione e il consumismo, il romanzo, in breve tempo, ha inondato i negozi di libri di Washington DC, dando il via ad un vivace dibattito critico.

E’ impossibile restare indifferenti di fronte ad una lettura così particolare, che il giudizio sia positivo o negativo è comunque indubbia la capacità di Palahniuk di incuriosire il lettore che dopo poche pagine capisce di trovarsi davanti ad un prodotto unico nel suo genere.

La storia ha come protagonista un anonimo trentenne che nonostante disponga di un buon lavoro è passivo e sfiduciato nei confronti del genere umano, oltre a soffrire di una tremenda insonnia e stress che lo costringono a partecipare a numerosi gruppi di sostegno per malati terminali dove trova il conforto che non riesce ad avere nella vita di tutti i giorni.

Proprio in uno di questi gruppi il protagonista conosce una donna di nome Marla Singer, ma ciò che veramente cambia la sua prospettiva è l’incontro con Tyler Durden, un proiezionista e cameriere che si presenta come una sorte di guru demolitore del moderno capitalismo e di una società votata al consumismo sfrenato, indotto e non necessario. I due trovano conforto per se stessi e per molti altri uomini in incontri clandestini di lotta libera nei sotterranei di bar, cantine, garage, dove sfogare le proprie frustrazioni. Così nasce il “Fight Club”, il primo passo di un surreale disegno più ampio che mira alla distruzione della società.

La trama prende vita in modo frammentario, dal ritmo sincopato, e con diversi salti sia in avanti sia in dietro nel tempo fra una scena e l’altra, alternando immagini allucinatorie, mentre si racconta il male di vivere di un’intera generazione, orfana della cieca adesione ai valori materiali degli anni ’80, ma priva di altri in cui credere. Probabilmente il tema, letto oggi, potrebbe risultare banale: non saremo illuminati da un pensiero rivelatore, in quanto il romanzo è costruito in modo artificioso da farcelo sembrare datato. Tuttavia si potrebbe obiettare che la mente può essere molto artificiosa, visionaria, allucinata, la cui artificiosità è incrementata dal contesto in cui viviamo e da quello che subiamo passivamente senza nemmeno rendercene conto.

Una serie di studi hanno collocato il romanzo Fight Club nella sezione “oggetto di ricerca”, utilizzando la teoria del strutturalismo genetico come strumento chirurgico poi usato come riferimento metodologico riguardante l’applicazione della teoria nella ricerca letteraria.

Senza dubbio Fight Club è un romanzo esistenzialista. L’esistenzialismo è uno dei maggiori flussi di filosofia che abbia mai colorato il mondo intellettuale in Europa. Tale movimento filosofico, iniziò come critica verso la tradizione filosofica classica portata da Socrate e Platone i quali credevano che ci fosse qualcosa in questo universo chiamato “essenza universale” o “natura” che si applica universalmente a tutto ciò che esiste. L’esistenzialismo ha negato tali teorie.

“L’esistenza precede l’essenza”, sosteneva Sartre e non esiste una natura assoluta sulle cose esiste in questo universo prima di quelle cose. Questa nozione pone la situazione esistenziale umana / individuale come il suo inizio. L’esistenzialismo rimanda un individuo come soggetto alla propria esistenza. Un individuo non è “qualcosa” finché non si trasforma in “qualcosa”. Sartre lo spiega brevemente: “… prima l’uomo esiste: si materializza nel mondo, si incontra e solo dopo definisce stesso. “

Di conseguenza, l’uomo è un’entità che ha una libertà infinita. Un individuo è libero di fare tutto ciò che vuole, compreso il superamento del limite dei vari
valori, norme o morale che lo circonda, è condannato ad essere libero. E Fight Club è un libro intriso si nichilismo, sangue, violenza, crudezza. Ma come si combatte il nichilismo e il consumismo tanto criticati? Come annientarli? Ben presto, il Fight Club si evolve in qualcosa di più spaventoso ed inquietante, un movimento anarchico nettamente contrapposto alla società consumistica moderna, che vuole annientarla tout court per ricominciare da zero:

Poi sei intrappolato nel tuo bel nido e le cose che una volta possedevi, adesso possiedono te.

È solo dopo che hai perso tutto, che sei libero di fare qualunque cosa.

In generale, Fight Club è una manifestazione di un “viaggio esistenziale”, nella fattispecie, il viaggio di un individuo nella sua ricerca di una vita significativa, autentica. Nel romanzo, il Narratore — o il problematico eroe, usando il termine di Goldmann – è un individuo che deve subire il viaggio esistenziale e tale viaggio inizia con una rappresentazione della vita del narratore che si trova nell'”assurdità della vita”. Il narratore è un giovane di successo ed economicamente consolidato, ma si sente vuoto con la sua “vita meccanica” (si occupa di automobili). Odia il suo lavoro e spera sempre di lasciarlo per sempre.

In Fight Club, il problema è, come si diceva, il narratore, il cui nome è sconosciuto fino alla fine della storia. Il narratore, il suo viaggio e la sua relazione con le circostanze da sole costruiscono un aspetto della trama del romanzo che oscilla tra teorie sociali e filosofiche, tra cui spicca quella del Marxismo.

I campi semantici contenuti in questo romanzo descrivono le condizioni e circostanze che circondano la vita del Narratore, e presenti in molteplici
livelli. Quindi, da ciascuno dei livelli menzionati, il Narratore ha provato a compiere un svolta per uscirne. Fuori dal livello precedente, il Narratore si è quindi confrontato di nuovo con campi semantici che mostrano le condizioni e le situazioni a diversi livelli. Quindi il narratore tenta di nuovo  una svolta e, di nuovo, si confronta con le condizioni e circostanze su un livello diverso.

L’assunto del Narratore del romanzo la cui vita diventa via via sempre più aggressiva, ed instabile è che questa è la vita che lui ha sempre cercato, ora diventa . Ma ora odia persino tutta la bellezza che lui non aveva mai avuto. Il tratto cinico del narratore raggiunge l’apice e si manifesta nella scena in cui lui, durante una riunione del Fight Club, combatte con il personaggio di nome Faccia d’Angelo. Il personaggio di Angel’s Face è, come suggerisce il nome, descritto come un bel ragazzo. Durante il combattimento, il narratore sembra molto turbato mentre batte la faccia di Angel’Face  fino a quando il suo volto non ha più tale forma.

Il desiderio di distruggere diviene un punto di svolta per il Narratore per districare i problemi che gli si presentano lungo la strada. Vedendo che il desiderio di distruggere del Narratore nell’ultimo combattimento, crescere in varie città degli Stati Uniti, Tyler Durden, sviluppa il Fight Club nel Project Mayhem. La presenza del campo semantico Project Mayhem contrassegna nuovamente il processo del Narratore nell’entrare in un’altra condizione di vita, a diversi livelli.

About Annalina Grasso

Giornalista, social media manager e blogger campana. Laureata in lettere e filologia, master in arte. Amo il cinema, l'arte, la musica, la letteratura, in particolare quella russa, francese e italiana. Collaboro con L'Identità, exlibris e Sharing TV

Check Also

haiku

“Haiku- Centomila stagioni di cuore”, la nuova raccolta poetica di Lisa di Giovanni

"Haiku- Centomila stagioni di cuore" di Lisa Di Giovanni (Edizioni Jolly Roger) è una raccolta poetica che ci trasporta in un viaggio attraverso le stagioni e l'amore, utilizzando l'antica forma poetica dell'haiku. Con una struttura divisa in cinque sezioni — una per ciascuna delle quattro stagioni e una dedicata all'amore — il libro esplora i cambiamenti ciclici della natura e i momenti fugaci, ma profondamente intensi, dell'esperienza umana. La scrittura di Lisa Di Giovanni è delicata e contemplativa, evidenziando una raffinata capacità di osservazione affinata dalla sua carriera nel giornalismo. Attraverso i suoi haiku, in soli diciassette sillabe, riesce a catturare l'essenza di paesaggi naturali e sentimenti, offrendo una finestra aperta su mondi ricchi di dettagli. La semplicità dello stile si unisce a un tocco personale e moderno, trasformando ogni componimento in un piccolo capolavoro di chiarezza ed emozione. Le stagioni vengono dipinte con immagini vivide e dettagliate: l'autunno è caratterizzato da foglie dorate, nebbie avvolgenti e crepitii del camino; l'inverno è il silenzio della neve, il gelo e la magia dei cristalli di ghiaccio; la primavera risveglia i sensi con boccioli, piogge tiepide e voli di rondini; l'estate brucia con il sole, il mare e le melodie dei grilli. Queste descrizioni non solo mostrano il cambiamento della natura, ma anche i riflessi emotivi che tali cambiamenti suscitano nel cuore umano.