Parte domani la mostra Impressionismo tedesco. Liebermann, Slevogt, Corinth dal Landesmuseum di Hannover. L’esposizione aperta al pubblico ad Aosta sarà visibile fino al 25 Ottobre, presso il Museo Archeologico Regionale di Piazza Roncas.
Il progetto espositivo inedito viene proposto per la prima volta in Italia ed è il frutto della collaborazione istituzionale tra la Struttura Attività espositive e promozione identità culturale della Soprintendenza per i beni e le attività culturali della Valle d’Aosta e il Landesmuseum di Hannover (Germania), che vanta una delle collezioni di Arte tedesca dell’Ottocento e del Novecento tra le più celebri al mondo.
La mostra, curata da Thomas Andratschke, responsabile della sezione “Nuovi maestri” del Landesmuseum di Hannover, e da Daria Jorioz, storica dell’arte e dirigente della Regione autonoma Valle d’Aosta, si pone l’obiettivo di raccontare la storia dell’evoluzione dell’Impressionismo tedesco attraverso una prestigiosa selezione di dipinti, opere grafiche e sculture, provenienti dal Landesmuseum di Hannover e per la maggior parte mai esposti al di fuori della Germania.
L’esposizione dei capolavori di Liebermann, Slevogt e Corinth rappresenta un’occasione unica di indagine, studio e valorizzazione di importanti artisti, poco noti al pubblico italiano ma di grande interesse, tenuto conto del fatto che gli Impressionisti tedeschi hanno spesso ritratto la natura e i paesaggi italiani. Partendo dal rapporto con l’Impressionismo francese, la mostra si sviluppa in ordine cronologico su tre aree tematiche: la prima sezione accoglie i pionieri della pittura paesaggistica tedesca fino al 1890, la seconda propone i capolavori dei tre più celebri Impressionisti tedeschi, Max Liebermann, Max Slevogt e Lovis Corinth, mentre la terza sezione presenta i loro successori, gli altri esponentidell’Impressionismo tedesco attivi fino al 1930.
L’impressioniamo: il movimento artistico e le nuove tecniche pittoriche
L’Impressionismo è la prima corrente artistica internazionale nella storia dell’arte europea, sorta in Francia intorno al 1870, che ebbe alla fine del secolo una grande diffusione negli altri paesi europei, in particolare in Germania, Belgio, Inghilterra e influenze significative anche sull’arte italiana. Con colori lucenti e passaggi di pennello leggeri e frammentati, l’impressionismo francese si oppone al cupo formalismo della pittura accademia ottocentesca.
La pittura impressionista tende al vero e si allontana dalla riproduzione di personaggi e scene storiche. Gli impressionisti percepiscono la realtà come qualcosa di mutevole. È proprio questo aspetto ad incuriosirli maggiormente. L’immagine che si presenta all’occhio impressionista, è determinata dalla forma dell’oggetto che stiamo osservando ma soprattutto dalla luce che lo colpisce. Le condizioni di luce, però, a secondo della giornata, stagione o condizione meteorologica, variano così come l’impressione visiva.
Nasce dunque l’esigenza di una nuova tecnica pittorica rapida ed immediata per fissare sulla tela quell’immagine che rischia di dissolversi nel tempo. Niente più bozzetti su carta, disegni preparatori sulla tela e contorni precisi delle cose. A farla fa padrone è il colore non mescolato, steso direttamente sulla tela con rapidi tocchi, con pennellate veloci e apparentemente poco precise.Il pittore dell’Impressionismo si mette personalmente di fronte al soggetto che vuole rappresentare. Già a partire dal 1820 molti artisti abbandonano il chiuso dei loro atelier per dipingere la realtà en plein air, a stretto contatto con la natura.
Le sezioni della mostra
In Germania le origini del movimento impressionista sono individuabili nella pittura realistica di paesaggio, la “realistische Freilichtmalerei”, che contrasta il gusto conservatore dominante all’interno del regno tedesco dell’imperatore Guglielmo di Prussia (“Kaiser Wilhelm”).
La prima sezione della mostra analizza proprio la tradizione realistica della pittura di paesaggio in Germania tra il 1828 e il 1890, presentando opere dei pionieri dell’Impressionismo tedesco, quali Carl Blechen, Franz Lenbach e Hans Thoma.
Dal 1901 nell’ambito della Secessione di Berlino, Liebermann, Slevogt, Corinth sfidano la corrente accademica dominante. Nella veste di “pittori incisori”, Liebermann, Slevogt, Corinth, seguendo l’esempio dei francesi “Peintre-Graveurs”, diventano i maggiori rappresentanti dell’Impressionismo in Germania. Questo passaggio epocale viene presentato in mostra nella seconda sezione grazie ad una pregiata selezione di opere dei tre famosi artisti e degli altri paesaggisti tedeschi che aderiscono convintamente all’Impressionismo fino al suo definitivo declino con la fine della Repubblica di Weimar e la nascita del movimento artistico della “Nuova Oggettività” (“Neue Sachlichkeit”).
Alla fine del XIX secolo artisti specializzati nella pittura di paesaggio di tutta Europa si trasferiscono in campagna e fuori dai centri urbani. Nello stabilirsi in luoghi ritenuti “pittoreschi” creano vere e proprie colonie di artisti, che fino allo scoppio della prima Guerra Mondiale sono presenti in tutta l’area della Mitteleuropa. Tra le più famose ci sono la colonia francese di Barbizon, quella di Skagen in Danimarca e di Worpswede nella Bassa Sassonia.
Tra i fondatori della colonia tedesca di Worpswede, compaiono i nomi di Otto Modersohn e Hans am Ende. Accanto a questi pittori, nella terza sezione della mostra vengono presentate le opere di altri artisti significativi, tra cui l’Impressionista bavarese Max Feldbauer, Henrich von Zügel di Monaco di Baviera, Philipp Klein di Mannheim e lo scultore August Gaul.
La mostra di Aosta Impressionismo tedesco è corredata da un catalogo bilingue italiano-francese, riccamente illustrato, contenente i testi critici di Thomas Andratschke e Daria Jorioz, edito da Silvana Editoriale.
Per info e costi:
-Regione autonoma Valle d’Aosta. Assessorato del Turismo, Sport, Commercio, Agricoltura e Beni culturaliSoprintendenza per i beni e le attività culturali.Struttura Attività espositive. Tel. 0165.275937; u-mostre@regione.vda.it
-Museo Archeologico Regionale: tel. 0165.275902; http://www.regione.vda.it
Biglietti: Intero 6 euro, ridotto 4 euro. Ingresso gratuito per i minori di 18 anni.
Tessera Abbonamento Musei Piemonte / Valle d’Aosta. Abbonamento con la mostra Memorie di terra al Centro Saint-Bénin di Aosta dal 7 agosto al 29 novembre 2020: 10 euro intero, 6 euro ridotto
Orario di apertura: tutti i giorni, dalle 9.00 alle 19.00.