Titolo libro: “Uno squillo per Joséphine”
Casa Editrice: Guida Editori
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: 322
Prezzo:14,00€
Sullo sfondo della Napoli bene, la scrittrice partenopea Emanuela Esposito Amato imbastisce la sua nuova storia “Uno squillo per Joséphine”, edita da Guida Editori. L’opera è il seguito del romanzo “Il diario segreto di madame B”. Joséphine Bressi, un’antiquaria con la passione per la pasticceria, specialmente per quella francese, da tre anni prova ad avere un bambino dal marito, Massimiliano Martinelli, uno stimato architetto, di buona famiglia.
Nell’affettività più totale si consumano dunque i loro rapporti intimi finalizzati al solo scopo di procreare. Il desiderio di un figlio che non arriva e la costante delusione delle aspettative incrementano il senso di inadeguatezza di Joséphine, come madre e come moglie.
Se Emma Bovary, espressione della borghesia annoiata, aveva la passione per i vestiti e sognava storie appassionate come quelle dei romanzi romantici che leggeva, Joséphine ha la passione per il cake design e per l’antiquariato.
A minare ulteriormente la sua autostima sono le continue ingerenze della suocera Amalia, una donna snob, che non perde mai occasione di sminuirla, giudicandola da sempre inadatta per il figlio, perché proveniente da una famiglia di rango umile. Accanto ad una Joséphine che lotta costantemente per scongiurare la fine del suo matrimonio, c’è una Joséphine che si prepara a vivere una nuova sfida professionale. Ad accompagnarla in questa avventura c’è la sua migliore amica Domitilla e una schiera di fidati collaboratori su cui la protagonista del romanzo può fare affidamento. Nelle loro vite ben presto entrano due personaggi Shanna, una scrittrice di romanzi erotici e Roberto, un gigolò dal passato difficile, che sogna di fare il fotografo. Sarà proprio lui ad avere un peso importante nella vita della protagonista: a suggellare l’intreccio fra le loro vite è lo squillo di un campanello che cambierà le sorti della vita personale e coniugale di Joséphine.
L’autrice con maestria scandaglia tutte le pieghe dell’anima dei personaggi, scavando nelle loro vite. Ogni personaggio in silenzio, tra finti sorrisi, rifugge da una finta realtà perfetta, combattendo la propria battaglia: Joséphine quotidianamente si impegna a non far andare in pezzi il suo matrimonio, Domitilla deve fare i conti con una storia d’amore nata sui social che non riesce a decollare e Roberto costretto a combattere i fantasmi di un passato ingombrante. La tecnica del doppio io narrante e una scrittura scorrevole contribuiscono a creare una buona suspence e a tenere incollato alle pagine del libro il lettore, che famelico è invogliato a proseguire la lettura e a leggere il romanzo tutto di un fiato.
Uno squillo per Joséphine racconta spaccati di vita molto realistici. Il lettore si sente non solo parte della storia ma talvolta si riconosce nei sentimenti e nei comportamenti dei personaggi. Soprattutto perché gli spazi nei quali si muovono assomigliano molto a contesti di vita comune. Pian piano i protagonisti si riappropriano delle loro vite, trasformandosi da spettatori a interpreti, abbattendo le maschere che si erano imposti di indossare per sopravvivere.
L’intreccio risulta non pesante o faticoso da seguire soprattutto per quanto riguarda le parti più introspettive. Roberto infatti è una sorta di deus ex machina che cambierà le sorti dei personaggi del romanzo, personaggi che conducono il terrore in una vicenda appassionante, che ci mostra come e quanto camuffiamo le nostre paure e i nostri limiti per far contento chi ci circonda. Una su tutte l’impossibilità di avere un figlio che fa sentire molte donne non donne o incomplete e d conseguenze le spinge alla ricerca di un figlio a tutti i costi. L’autrice, per quanto riguarda questo aspetto ci fa vedere quanto possa essere pericoloso il passaggio che porta un desiderio legittimo e sano a diventare ossessione.
Uno squillo per Josephine è una storia di resilienza, di coraggio e di speranza e una trama in cui “le tessere del mosaico s’ incastrano alla perfezione tanto da poter affermare, quindi, con convinzione che nella vita nulla succede per caso” come scrive Annella Prisco nella postfazione del libro.
Il romanzo si legge tutto d’un fiato grazie alla scorrevolezza della scrittura e alla trama in cui molti di noi possono riconoscersi, anche divertendosi e prendendo la vita con maggiore leggerezza.
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