Cosa rende attuale il poeta Mario Luzi, 20 anni dopo dalla sua scomparsa? La sua ambizione ad un discorso che fosse voce della molteplicità del vivente per dirla con le parole di Lorenzo Malagugini. Tale aspirazione ci mette sull’avviso di un incrocio complesso: il vivente, il molteplice, il simultaneo. Si può anche siglare con incessante accadimento o “creazione incessante” secondo un’espressione dello stesso Luzi.
Tale prospettiva prende spunto da Teilhard de Chardin e dal suo dinamismo, già presente in Luzi da vari anni ma che nel tempo, si è composto con altri riaffioramenti, come il neoplatonismo, Al contempo, c’è bisogno di elementarità e frontalità nel porsi davanti ad una natura delle cose con la possibilità di uno sguardo “primo” come i classici, come Lucrezio.
Da queste matrici deriva la centralità dell’evento, dei fatti storici verso i quali siamo perlopiù incapaci, a differenza di Luzi, di ascolto e di attenzione nella loro dimensione più lontana dal discorso corrente e pure coabitanti con noi in un inavvertito quotidiano, come l’alternanza di luce e buio, il circuito delle stagioni, in quella che a noi pare una danza cosmica.
L’insieme degli eventi-avventi, con il loro perpetuo moto, costituisce infatti una sorta di ritmo naturale e anche un messaggio da captare per cui la materia e lo spirito si danno in un unico insieme come creato. Qui risiedono anche le ragioni della poesia dell’ultimo periodo di Mario Luzi: davanti al ritmo degli accadimenti naturali del mondo, la poesia non può che essere di lode, secondo il suo remoto ed originario statuto e fortemente presente in D’Annunzio e Zanzotto.
Siamo in grado di assaporare davvero la fragranza dell’evento? Ad avere un approccio “cristiano”, riconoscendo la grazia, che però non è esente da un sentimento di sgomento per la realtà in un periodo storico che ripudia il concetto di creazione e di grazia, e il bisogno della maestà della natura come soccorso all’oltraggio vanificante della Storia e delle voraci civiltà?
E allora come leggere, ad esempio, la discontinuità in politica estera che sta portando avanti con una certa irruenza e volgarità il Presidente degli Stati Uniti d’America, rispetto al passato?
La nozione del Cristo-Logos o Verbo rappresenta, nella ricerca filosofico-teologico-poetica di Luzi, l’evoluzione della nozione di natura.
Luzi ci interroga sulla nostra volontà di infrangere il canone e di trascendere il tempo che conduce alla libertà.
La guerra ha minato alla radice le certezze umanistiche della tradizione, ha fatto a pezzi i miti della classicità, compreso quello del poeta come custode di memorie: su questo “deserto” Luzi raccoglie le “primizie” del tempo nuovo.
Noi uomini moderni e iper-tecnologici, quale primizie raccogliamo nel tempo che non sappiamo riconoscere?