Titolo impegnativo e per qualcuno azzardato, quello scelto dalla scrittrice Roberta Fausta Ilaria Visone per la sua raccolta di poesie, Antizibaldone 2.0. Il richiamo allo Zibaldone dei pensieri, diario personale che raccoglie una grande quantità di appunti scritti tra il 1817 e il 1832 da Giacomo Leopardi, è evidente. Ma non siamo di fronte ad un caso di peccato di irriverenza, di mitomania o di megalomania, anche perché il paragone con un’opera 4526 pagine di profonde ed illuminanti riflessioni sull’esistenza umana, non potrebbe sussistere. Si percepisce in ogni singola parola, in ogni verso, il desiderio, la necessità, la passione e l’esigenza dell’autrice napoletana di esprimere il suo punto di vista su amore, amicizia, attesa, dura realtà. E, cosa rara per gli scrittori italiani contemporanei, tenta persino di fornire qualche risposta; perché in fondo è anche questo il “compito” della letteratura, arenata sempre di più nell’intrattenimento, che certamente non è un male, ma la letteratura dovrebbe tornare ad essere il luogo della parola da cui scaturisce il Giudizio in un ‘epoca che ha visto trionfare lo scientismo a scapito dell’umanesimo.
Roberta Visone prova a ricondurre l’uomo alla sua unità, richiamandosi in maniera giusta ed intelligente a Giacomo Leopardi, il quale, come afferma l’autrice nella Prefazione, è stato erroneamente studiato come ʺil gobbo pessimista storico e poi cosmicoʺ, ma che in realtà ha composto molte opere satiriche (si vedano, per esempio, le Operette morali).
La stessa autrice fa sapere che ciò che differenzia il suo Zibaldone da quello di Leopardi è la disposizione delle idee: nel caso del grande poeta di Recanati, si tratta di una mescolanza confusa e senza criterio di idee, annotazioni sparse, di varia misura e ispirazione, scritte in prosa diretta, nell’Antizibaldone invece, che Roberta Visone ha dedicato al suo amato papà, vi è un ordine ben specifico per gruppi tematici.
Dellʹattesa, dellʹinfatuazione, degli amori platonici e della cruda realtà: “Questo gruppo tematico raccoglie tutte le poesie scritte in momenti di attesa di un amore travolgente, in momenti di quella grande euforia ed ebbrezza che proviamo quando incontriamo una persona per la prima volta e tac, scatta il colpo di fulmine: tutto sembra bello, si fantastica, si immagina un futuro insieme, il diabete sale a 100000 … finché la cruda realtà non prende il sopravvento. Niente si riesce a fare, nemmeno la musica si vuol sentire perché fa troppo male ricordare, però la penna è sempre lì che aspetta solo di essere impugnata per cristallizzare il dolore provocato dallo squarcio del velo di Maya. Lʹascolto comprensivo di una sincera amica, poi, è una Foglia di Re davvero efficace”.
Questo gruppo di poesie contiene il maggior numero di poesie in generale e la maggior parte di queste ispirate all’autrice in lingua straniera (perlopiù in inglese e senza traduzione per non perdere il ritmo), e in napoletano. Roberta Visone non tema di mostrare fragilità e senso di smarrimento, né tantomeno sentimenti di amore (che tratta anche con una buona dose di sensualità), come dimostra la poesia Il muro dell’egoismo:
Mi sento così smarrita,
così sola,
così impaurita …
una pioggia ha imprigionato
il mio cantar libero …
Neanche la musica riesco a sentir
neanche più i libri mi fan felice
perché mi manchi da morire
e non capisco perché tu
credi che non ci sia alcuna
soluzione per noi.
Perché hai deciso di
gettar la spugna? Eppur
credevo a noi ci tenessi …
Perché non hai
pensato che
senza te
di più soffrirò?
Che ne è stato di quel noi
insieme, liberi, gioiosi?
Con qual coraggio,
qual sangue freddo,
qual crudeltà
tu sei riuscito
a mandare tutto allʹaria,
senza difendere il nostro amor?
Comʹhai fatto a dimenticar
in un batter dʹocchio
i bei momenti passati insieme?
Comʹhai fatto, dico io, come?
ʺAnche nei momenti più grigi
noi saremo unitiʺ
Ma che ne hai fatto di queste parole?
Ma dove siamo finiti?
Abbatti questo muro
perché di te ho tanto bisogno.
Ti amo.
Ma Roberta Visone ci invita a non accontentarci, a non idealizzare un rapporto e a riflettere su quanto sia importante capire che c’è un tempo per tutto e che bisogna rispettare i tempi altrui. Forse sarebbe meglio non esprimerlo l’amore, come diceva William Blake in una sia poesia o prendere atto del fatto che, come ha affermato Bukowski, quando Dio creò l’amore non ci aiutò molto. La nostra autrice considera l’amore un sentimento che vale sempre la pena di essere vissuto anche quando si sceglie il destinatario sbagliato per il quale non si può spegnere una vita, ma bisogna reagire e andare avanti. Spesso sentiamo dire queste parole: è la verità o è solo un modo per consolarci e razionalizzare autoconvincendosi che nonostante tutto, abbiamo amato, abbiamo rischiato, siamo stati veri?
Come per Leopardi anche per l’autrice napoletana il ricordo è molto importante, è intoccabile: l’amore sa e resiste al suo sapere, è come ciò che è andato via ma non è perduto. È un’immagine d’immagine che non trova l’originale. Si potrebbe affermare che per entrambi l’amore è considerato come un desiderio infinito. L’amore (quello tra un’alunna e il suo professore, ma anche quello provato dalla ragazza per i suoi nonni) è il protagonista anche del racconto breve intitolato La donna con il cappotto rosso.
C’è spazio anche per l’ironia nella raccolta di Roberta Visone, come dimostra il divertente e linguisticamente variegato, Incipit dantesco in tempi di pre‐esame:
Nel mezzo del ronfar in dolce pennichella
udii la suoneria di un messaggio sul cell
e chi poteva essere, se non il mio piccino?
Ah, quante brutte parole avrei voluto dirgli
nel turbar la siesta in esto periodo pre‐esami
che nel pensier rinnova la paura!
Tantʹè che il nonnino mi chiederà:
<<Con quante pollastrelle sarà mai Goethe andato?>>
e io avrò buttato mesi per niente!
Io non so ben ridir il messaggio ricevuto,
tantʹero piena di sonno a quel punto
che tornai a ronfar un altro quarto dʹor.
Ma poi chʹiʹ tenevo da fare
e non volevo tardare allʹappuntamento
facendomi trovare non agghindata
tornai da Heine e Büchner.
<<Me so sfastereat! Vott a frnì!>>,
allora fu la noia tanto aumentata
che buttai carte e cartuscelle
E pensai a te e a noi.
Anche la (placida) luna è un termine presente sia in Leopardi che nella Visone; una poesia che fa parte del gruppo tematico Dell’incoraggiamento e della religione si intitola infatti La luna che sorride:
Accompagnata da fuochi dʹartificio
e da giovani ragazze divertite,
unite dalla ricerca dellʹautorealizzazione,
la luna piena circondata da tante stelline
e distesa su un pavimento di cristallo nero
sorride …
e la rabbia divenne mare placido dentro me …
sotto un tetto blu emanai il mio primo respiro
e ne rimarrà lʹeco sempre dentro me,
tranquilla come il cielo che le ha offerto,
allora e adesso,
lo stesso splendido spettacolo.
La giovane poetessa vira sul modernismo come testimoniano Una goccia, Gioia, Il sigillo per poi trattare Napoli e la musica, ritornare all’amore ed approdare a probabilmente quella che è la parte più interessante della raccolta, quella caratterizzata da tematiche sociali, riflettendo sul potere e su ciò che si cela dietro di esso, con uno sguardo rivolto all’attualità, al nostro tempo, come si può notare dalle seguenti poesie:
Ciò che la corona non svela:
Ciò che la corona non svela
Questa poesia vuol parlare
di quei tamburi distanti
e di quel suono di conchiglie
che gridavano ʺUHURUʺ
in nome della tolleranza,
in nome della pace,
in nome di un incontro
che in ben pochi casi ha avuto luogo …
Se la storia e la letteratura
sono maestre di vita,
veniamoci incontro,
culture diverse,
cerchiamo di non pretendere
la ragione e le regioni.
Cerchiamo di ascoltare,
più che guardare e giudicare.
Il progresso tecnologico
non è segno di civiltà:
essere civili è avere sani principi,
avere una tradizione,
avere un passato,
vivere in un presente libero
e sperare in un futuro migliore.
Parecchio viene celato
da corone e bandiere,
ma che questa poesia
condanna non sia,
anzi un invito
al reciproco rispetto.
Il potere
Che nessun di voi si senta offeso
per il mio modesto parer,
ma nessun credo sia illeso
da forte sete di poter.
Qualcuno mi vorrà narcotizzata,
qualcun altro più che addomesticata,
ma a me non frega un cazzo
e sparo pensieri a tutto razzo.
Della chiesa vi lamentate
pei troppi ori che possiede,
ebbene invano non continuate
a darle corpo, anima e fede.
Ritenuti atti di generosità
presenza e spicci ceduti alle messe,
mentre la Bibbia è manipolata
da ipocrisia e false promesse.
ʺAiuta il prossimo, sii suo fratelloʺ:
questo il motto di sepolcri imbiancati,
sotto cui museruola e coltello
son celati, ʺdagli atti dei potentiʺ.
Della politica vi lamentate:
ʺBerlusconi è un ladro, è un ignobileʺ
ma dai giornali disinformar vi fate
dallʹingrata infamia indissolubile.
Come imprenditore e self‐made man:
così va a scopar come anche altri fan,
delle figlie la verginità vendono
este famiglie che nobili non sono.
Di furbi e lecchini vi lamentate
ché vanno avanti più di voi
e sebbene spesso ragion abbiate
il successo dipende anche da voi.
Della camorra vi lamentate:
ʺOstaggi di spazzatura noi siamoʺ
ebbene a evitar provate
di abboccar ingenui allʹamo.
La televisione è ʺcattiva maestraʺ!
è la prima spazzatura di cui poter fare a
meno:
pubblicità fuorviante e info sinistra
per vostra ignavia ci fanno il pieno.
Della cattiva sanità vi lamentate,
di troppe tasse vi lamentate,
di rapporti falsi vi lamentate,
di ogni cosa vi lamentate.
Ebbene, ognuno si prenda
il potere personale
di agire per il bene mondiale
e individuale.
Sembra atto vano,
ma non è così:
se tutti lo fanno,
qui e là il paradiso ci dice sì.
Un giorno cento, un altro venti,
pian piano ognuno tenti
a far di questa triste Terra desolante
unʹaccogliente casa futura nel presente.
L’ultimo gruppo tematico è dedicato alla morte e alla serenità altrove che trovano un’immagine concreta nella persona della nonna dell’autrice stessa:
Auguri nonna!
80 anni di colori,
80 anni di poesie,
80 anni di sapienza,
80 anni di speranza,
80 anni di riflessioni,
80 anni di gioie e dolori.
Quanta esperienza e quanta vita
nel cuore di una sola donna!
Auguri nonna!
Roberta Fausta Ilaria Visone è un talento emergente da tenere d’occhio: il suo essere immediata, comprensibile a tutti, rappresenta la sua cifra stilistica, la quale pesca dal linguaggio comune, quotidiano, metropolitano (a tratti forte e crudo), dal dialetto, dalla musicalità delle parole straniere. Una vasta anima che ci auguriamo sia una fonte inesauribile di versi che toccano la nostra sensibilità e coscienza.