Esistono libri che conquistano e intimoriscono, lasciano irretiti o sconvolgono. Non è sempre possibile aprire un libro e poter dire: lo rifarei ancora, e ancora, di questo libro vorrei ricordare tutto, stampare sulla pelle ogni sensazione. E’ esattamente quello che succede leggendo Petronille, un libro leggero, si badi bene leggero ma non frivolo, come questo, di una levità esaustiva e grave, che non può non pesare se si ascolta con gli occhi il messaggio stridente dell’autrice. Si tratta di Pétronille (2014, Voland), il romanzo breve della amatissima Amelie Nothomb, scrittrice nata a Kobe (Giappone) nel 1967, poi vissuta in Asia e America fino a quando non si è stabilita in Belgio, il paese che poi è divenuto la sua casa e dove vive tuttora, quando non si ferma a Parigi. A 21 anni torna in Giappone, terra per la quale la scrittrice nutre ancora oggi un amore viscerale. Infatti lì la Nothomb ha iniziato a lavorare a fianco del padre in una multinazionale, ma la sua prima esperienza di lavoro è stata quantomeno fallimentare. Tutta la sua goffaggine, le esperienze giovanili sono riassunte in Stupore e tremori. Il suo primo libro, al quale si lega indissolubilmente la sua fama è Igiene dell’assassino, uscito nelle librerie francesi nel 1992. L’affetto dei suoi lettori è subitaneo, poi rinnovato negli anni ad ogni pubblicazione, ad oggi un appuntamento imperdibile per i fan e i curiosi.
Pétronille è un romanzo a margine (il suo 23esimo), di quelli che forse non attirano l’attenzione, ma nella sua semplice soggettività della prima persona descrive l’amicizia tra una scrittrice di successo, Amélie Nothomb, appunto, e una donna che invece è al suo esordio, Pétronille Fanto: magnetica e scontrosa, androgina, ribelle, un’esordiente autrice. Le due donne sono così diverse ma entrano in sintonia dal primo momento in cui si conoscono, in occasione della presentazione dell’ultimo libro della scrittrice. Da una parte c’è la ferma distanza tra le donne, irripetibile occasione di crescita, dall’altra la scoperta che un semplice compagno di bevute può rivelarsi un amico per la vita. Infatti, un elemento che accomuna le due donne è l’adorazione per lo champagne; in un primo momento infatti il legame nasce proprio così: spontanee, l’appuntamento germoglia con l’unico scopo di condividere una bevute. Le due si mettono d’accordo per bere insieme, ma quella è soltanto una scusante, una giustificazione per non dirsi che l’amicizia è un dono condiviso. Lo champagne è l’inizio di un grande sodalizio, di un imperdibile spettacolo e in questo senso Pétronille è la storia di un’amicizia che spazia nel tempo ma non tende all’infinito e che a volte conosce l’amaro, è anche la vicenda di una passione condivisa e della ricerca dell’ebrezza insediata per fortuna nella noia. L’ebbrezza nella Nothomb potrebbe essere associata all’amore e alla sua perdita, allo smaltimento dei sentimenti e degli attimi che fuggono. L’uomo è ebbrezza quando vive ogni regalo ricevuto come fosse il solo.