Breaking News
Home / Autori emergenti / Le cose migliori, l’esordio di Valeria Pecora
Le cose migliori romanzo di Valeria Pecora
Le cose migliori è il romanzo d'esordio di Valeria Pecora

Le cose migliori, l’esordio di Valeria Pecora

Le cose migliori è un romanzo di Valeria Pecora e segna l’esordio della giovane autrice, classe 1982. Il libro ha per protagonista Irene, voce narrante di una storia familiare ambientata in Sardegna. I destini dei personaggi di questo racconto corale si intrecciano in poche pagine ed emozionano proprio per la loro densità. Tra le qualità de Le cose migliori va annoverata la capacità di Valeria Pecora di saper tessere la trama con sapienza, misura e con padronanza tecnica ed espressiva. L’autrice non cede al comune autocompiacimento, una ‘virtù’ abbastanza diffusa in numerosi esordienti.

Valeria Pecora sa scrivere, sa raccontare e lo dimostra in questo romanzo, per il quale opta per una formula narrativa che richiede maturità e talento. La semplicità che caratterizza la cornice si conferma un buon espediente per coinvolgere il lettore. L’autrice non punta su ‘effetti stilistici’ o colpi di scena strabilianti. Non c’è rumore di fondo in Le cose migliori ma un intreccio che riesce a ‘parlare da sé’, senza troppi orpelli. Si potrebbe ipotizzare che l’autrice abbia fatto tesoro del modello verista, Verga per esempio, laddove la storia sembra essersi fatta da sé e così l’umanità prende vita e forma sulla pagina.

Dunque, questa vicenda tutta familiare è ricostruita attraverso i ricordi e le esperienze della voce narrante: le cose migliori, appunto, nonostante piccole ma tumultuose tragedie. Mutano i destini, si inaspriscono i volti ma non l’amore profondo, il cuore che lega i membri di questa famiglia. Il ventaglio dei valori proposti dall’autrice è estremamente positivo: la famiglia, l’amore, la speranza, l’infanzia che è madre di ogni adulto, il precariato, l’epopea verso il Nord, le radici, la malattia, la maternità. Fa da sfondo l’eco degli anni Ottanta con i mondiali, il mito giovanile del viaggio all’estero e la provincia, luogo da cui si fugge ma al quale poi si ritorna, come Irene, con qualche illusione in meno.

Nel romanzo inoltre è possibile rintracciare tre livelli narrativi che scandiscono tre atti. Il prologo è quello della favola e coincide con l’infanzia, la parte centrale è quello del verosimile e coincide con l’adolescenza, il terzo è il presente e qui Valeria Pecora opta per l’inverosimile. Tuttavia quest’ultimo livello risulta il più debole, il meno riuscito e il meno convincente. Infatti il finale edulcorato, l’happy-end con tanto di morale della favola stridono, disturbano la lettura e disperdono l’ethos che caratterizza l’intera narrazione. Sarebbe stato preferibile un invito alla lettura tra le righe piuttosto che lo svelamento esplicito. La verosimiglianza è invece uno dei punti di forza di quest’opera prima ma risulta forzato nella storia d’amore e penalizza il resto del testo: un cambiamento di rotta che non era necessario.

Tuttavia Valeria Pecora fa sperare. La capacità di raccontare la vita, la vocazione al narrare partendo dalle piccole storie quotidiane dimostrano che una certa narrativa italiana può ancora ri-evocare una dimensione umana e pervasa di umanità. Una scelta coraggiosa per un esordio, controtendenza. Nonostante qualche inciampo, l’autrice fa ben sperare che possa misurarsi con un’altra prova narrativa. Gozzano denunciava nei suoi versi, forse non così distanti dal nostro presente, di vivere nel ‘secolo dell’analisi e del sofisma’ e questo piccolo racconto di Valeria Pecora testimonia una possibilità, quella di un certo gusto narrativo non anacronistico ma erede del patrimonio letterario italiano dei primi del Novecento.

Le cose migliori coinvolge il lettore in un immaginario che trasuda di vita, coinvolge pur non catapultando il lettore in mondi paralleli, iper super extra che separano e allontanano da “quel che fingo d’essere e non sono” come diceva Gozzano. Se si ha il coraggio di sporcare la pagina con la vita, come Valeria Pecora, forse vale la pena scommettere sul talento.

L’autrice

Valeria Pecora, classe 1982, nasce e vive in Sardegna, ad Arbus in un bellissimo paese tra mare e miniere. Laureata in Storia dell’arte, adora leggere e viaggiare. Le parole sono il suo mondo. “Le cose migliori” è il suo romanzo d’esordio (casa editrice Lettere Animate).

About Patrizia Sergio

Check Also

sindrome

La sindrome di Ræbenson, il sorprendente esordio narrativo dello psichiatra Giuseppe Quaranta

La sindrome di Ræbenson si presenta al primo colpo d’occhio come una semplice finzione, come la pura e semplice rappresentazione di un gioco cervellotico. In realtà l’opera di Quaranta riflette il malessere dell’uomo contemporaneo, alla ricerca spasmodica della conoscenza, di cosa è davvero possibile conoscere per eludere il pensiero della morte.