Raymond Carver è uno dei maggiori autori americani del Novecento, classe 1938, nato in una famiglia umile da madre cameriera e padre operaio. È conosciuto come scrittore, poeta e saggista e tra le sue opere più famose ricordiamo: Vuoi star zitta per favore? (1976), Di cosa parliamo quando parliamo d’amore (1981), Cattedrale (1983), Da dove sto chiamando (1988). Il successo di Raymond Carver è dovuto soprattutto alla sua capacità di raccontare storie di gente comune, l’America disperata dei matrimoni falliti, dei mariti che bevono, delle bollette non pagate e dei lavori umili, proprio perché ha vissuto tutto questo in prima persona. Ecco alcune delle sue citazioni più celebri:
1.“Non c’è niente di più bello che la bellezza dei boschi prima dell’alba”.
2.“E hai ottenuto quello che volevi da questa vita, nonostante tutto?
Sì.
E cos’è che volevi?
Sentirmi chiamare amato, sentirmi amato sulla terra”.
3.“Sotto la finestra, sul balcone, ci sono degli uccellini malridotti
che si affollano attorno al cibo. Sono gli stessi, credo,
che vengono tutti i giorni a mangiare bisticciando. C’era un tempo,
[c’era un tempo,
gridano e si beccano. Sì, è quasi ora.
Il cielo rimane cupo tutto il giorno, il vento viene da ovest e
non smette di soffiare… Dammi la mano per un po’. Tienimi la
mia. Così va bene, sì. Stringimela forte. C’era un tempo in cui
pensavamo di avere il tempo dalla nostra. C’era un tempo, c’era
[un tempo,
gridano gli uccellini malridotti”.
4.“Se siamo fortunati, non importa se scrittori o lettori, finiremo l’ultimo paio di righe di un racconto e ce ne resteremo seduti un momento o due in silenzio. Idealmente, ci metteremo a riflettere su quello che abbiamo appena scritto o letto; magari il nostro cuore e la nostra mente avranno fatto un piccolo passo in avanti rispetto a dove erano prima. La temperatura del corpo sarà salita, o scesa, di un grado. Poi, dopo aver ripreso a respirare regolarmente, ci ricomporremo, non importa se scrittori o lettori, ci alzeremo e, “creature di sangue caldo e nervi”, come dice un personaggio di Cechov, passeremo alla nostra prossima occupazione: la vita. Sempre la vita”.
5.“Perché non ballate? In cucina si versò un altro bicchiere e guardò i mobili della camera da letto sistemati nel giardino. Il materasso era scoperto, mentre le lenzuola a righe colorate erano piegate sul cassettone, accanto ai due cuscini. A parte questo dettaglio, tutto era disposto come lo era stato nella stanza: comodino e abat-jour dalla parte di lui, comodino e abat-jour dalla parte di lei.
La parte di lui, la parte di lei. Sorseggiava whisky e rifletteva su questo punto”.