Benjamin’s Crossing è un romanzo scritto nel 1996 dallo scrittore americano Jay Parini che ricostruisce la biografia del filosofo ebreo Walter Benjamin e la sua esperienza di prigionia sotto il dominio nazista.
Chi è Walter Benjamin?
Nato a Berlino il 15 luglio 1892 da una famiglia borghese ebraica, Benjamin mostra sin da subito un’indole irrequieta. A partire dal 1905 egli aderisce al Jugendbewegung movimento giovanile guidato da Gustav Wyneken. Nel 1912 si iscrive alla facoltà di filosofia, e sfuggito all’arruolamento nel 1915 interrompe i legami con quest’ultimo. Due anni dopo incontra Dora Kellner che diventerà sua moglie. Nel 1918 si laurea con Herbertz discutendo sulla “Critica d’arte nel Romanticismo tedesco”. I suoi viaggi lo portano in Svizzera dove stringe legami con Ernst Bloch e Franz Rosenzweig e infine a Capri luogo in cui incontra nel 1924 Asja Lacis, una donna marxista di cui si innamora. Il rifiuto dall’Università di Francoforte e la deportazione della cugina ad Auschwitz provocano in Benjamin un forte turbamento. Il filosofo decide di dedicarsi alla scrittura e grazie alle sue molteplici attività riesce a condurre un buono stile di vita.
L’amicizia con Brecht e il distacco dalla Germania
Nel 1928 stringe una solida amicizia con Bertolt Brecht che lo ospitò più volte nella sua casa in Danimarca a causa delle persecuzioni naziste. I due, accomunati da un forte sentimento di disprezzo, instaurarono col tempo un legame indissolubile che si sciolse solo con la morte di Benjamin. Brecht in memoria dell’amico scrisse due poesie in cui emerge a gran voce la semplice quotidianità e il rapporto genuino che intercorreva tra i due intellettuali.
A Walter Benjamin, che si tolse la vita mentre fuggiva davanti a Hitler
Stancare l’avversario, la tattica che ti piaceva
quando sedevi al tavolo degli scacchi, all’ombra del pero.
Il nemico che ti cacciava via dai tuoi libri
non si lascia stancare da gente come noi.
Gli anni Trenta segnano il distacco definitivo con la Germania. Walter si stabilisce a Parigi e si dedica alla stesura di saggi letterari sulle opere filosofiche di Leskov, Kafka, e infine Baudelaire. Nel ’36 pubblica il saggio intitolato “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica” ma le sue condizioni economiche si aggravano sempre di più e nel ’39 quando scoppia la guerra viene deportato in un campo di lavori forzati a Nevers . Pochi mesi dopo, perché cittadino tedesco, viene rilasciato e nel ’40 in procinto di concludere la sua ultima opera “Tesi sul concetto di storia” decide di abbandonare Parigi ma viene bloccato alla frontiera spagnola dalla polizia che gli revoca il visto. Catturato e ormai prigioniero nelle mani dell’esercito tedesco preferisce darsi la morte ingerendo una grande quantità di morfina.
La vita del filosofo diventa un film
Ad occuparsi della trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo sarà il regista Pat O’Connor . Secondo sua disposizione le riprese avranno inizio da questo autunno. Il film sarà distribuito dalla Fortitude International e modellato sulla sceneggiatura scritta da Jay Parini e Devon Jersild. Il 16 maggio di quest’anno dal Deadline è stato annunciato il protagonista; si tratterà del famosissimo attore britannico Colin Firth. Questa sarà la seconda collaborazione tra Firth e il regista O’Connor che lo aveva scelto già precedentemente come protagonista della pellicola “A month in the country”(1987). Il film in questione narrava le vicende di un veterano di guerra Tom Birken, chiamato in una piccola cittadina di campagna per restaurare un prezioso affresco sacro.
Ciò che emerge dalle pellicole di Pat O’Connor è il suo interesse storiografico e le sue numerose collaborazioni. Egli predilige di gran lunga le tematiche guerresche ravvisabili a partire da “Cal” (1984), film basato sull’omonimo romanzo di Bernard MacLaverty, che narra le vicende di un giovane cattolico irlandese coinvolto nell’IRA, o in “Ballando a Lughnasa”(1998) tratto dall’opera teatrale di Brian Friel che espone le problematiche psicologiche sulla vita in famiglia di un soldato reduce dalla guerra e infine in“Private Peaceful” (2012) tratto dal romanzo di Michael Morpurgo, che richiama alla mente l’esperienza traumatica della guerra attraverso gli occhi del protagonista, un veterano soprannominato “Tommo”. Cosa aspettarsi dunque? La realizzazione di un film che ci faccia riflettere sugli eventi rappresentati e che sia un’altra collaborazione di successo.