Il presente si arricchirà di passato il 21 luglio prossimo nelle sale del Palazzo Comunale di Caltagirone. In occasione della personale del maestro Lorenzo Chinnici, “Angeli a Calatagèron”, una delle più nobili attività umane, ovvero l’arte, non si presenterà solo come tecnica (la téchne greca), ma diverrà filosofia al suo grado più alto per rendere visibile ciò che è invisibile, facendo sì che tutti si chiedano: ma è l’arte che imita la vita o viceversa? L’invisibile in questo caso è rappresentato da un celebre artista del Seicento che soggiornò a Caltagirone e in altre città siciliane per un anno.
Si tratta di Caravaggio, uno degli artisti più tormentati ed iconici dell’arte, che tra il 1608 ed il 1609 fu nella città calatina, invitato dal potere e dalla magia propria dell’Arte, a lambire questa terra e i suoi cittadini, ospiti e turisti, e a creare un connubio con l’arte del maestro Chinnici. Un avvenimento unico nel panorama della cultura e dell’intrattenimento italiano, che non ha la pretesa di promettere un miracolo, piuttosto ci piacerebbe raccontare una bella fiaba di Sicilia dove i sogni si trasformano in realtà, facendo vivere ai partecipanti un’esperienza eccezionale. L’esposizione rende possibile ritorni importanti, facendo sì che Caltagirone prenda nuova vita come l’anima di Caravaggio, come un’arte rivoluzionaria e diversa, come fu quella dell’artista lombardo, che diventata tradizione, si illumina nuovamente e si unisce idealmente e concettualmente a quella di Chinnici. Perché solo ciò che è antico può apparire sempre nuovo. E’ il sublime dell’Arte.
Un’esposizione imperdibile dunque, che annoda l’arte verista e allo stesso tempo espressionista del maestro Chinnici, legato a figure come pescatori e lavandaie e al paesaggio assolato della sua amata Sicilia, a quella barocca di un pittore entrato ormai nel mito anche per le sue vicissitudini personali: Caravaggio. Qualcuno si domanderà cosa c’entra Caravaggio con Lorenzo Chinnici? Ebbene come Caravaggio, che ha trascorso un anno a Caltagirone, in fuga da Roma per omicidio, e realizzato su commissione privata, il dipinto Natività con i Santi Lorenzo e Francesco, trafugato a Palermo nel 1969, anche Chinnici mostra la luce e le ombre nelle sue opere, la luce è presente nella natura, entità superiore e nobile, le ombre tra i suoi personaggi, il cui stato d’animo è inquieto, affaticato (per il duro lavoro quotidiano) e travagliato come quello dei protagonisti dei capolavori di Caravaggio, sebbene quest’ultimo sia ovviamente più realista, teatrale e drammatico. Entrambi legati alla meravigliosa cittadina barocca di Caltagirone, celebre nel mondo per le sue ceramiche, i due artisti vanno oltre la moda, e intessono la loro pittura di simboli: quelli di Caravaggio molto oscuri ed intriganti, mentre i simboli di Chinnici sono intrisi di una religiosità nostalgica, di una moralità educativa da trasmettere ai più giovani.
Entrambi impassibili alle convenzioni del mercato dell’arte, fedeli a loro stessi, immersi in un accanimento creativo per Caravaggio tutto tensivo, per Chinnici spirituale e memoriale, i due artisti speculari di questo evento particolare che per qualcuno non attento può risultare fuorviante, sono connessi tra loro anche per il modo di vivere l’arte: pensano e vivono quello che sentono, pensano e vivono il soggetto dell’Arte.
Andando più nello specifico, ovvero nelle similitudini tra il Caravaggio smarrito, inedito, di Caltagirone e il Lorenzo Chinnici che ritrae lavoratori, si può notare sia nel Caravaggio creatore di un ciclo francescano (Annunciazione, Seppellimento di Lucia, Madonna del parto, San Francesco in meditazione, San Francesco penitente, Resurrezione di Lazzaro, Natività con i Santi Lorenzo e Francesco) che in Chinnici, sebbene trattino soggetti diversi e usino in maniera differente il colore, una concezione di sacro dimessa, umile non solenne, a vocazione popolare, esaltando i tratti più salienti in un figurativo proporzionato.
E’ ipotizzabile che Caravaggio, dovunque si trovi, sia tormentato per il furto del suo dipinto realizzato a Caltagirone? Perché no, d’altronde come diceva Einstein la logica ci porta da A a B, l’immaginazione dappertutto e lo stesso artista non sarebbe tale senza immaginazione. L’evento di Caltagirone ruota intorno all’immaginazione, al racconto di una favola siciliana, alla rievocazione del passato che dà luce al presente, al desiderio di entrare nella mente di un celebre artista, carpendone lo stato d’animo e mettendolo in relazione a quello di un artista del presente che vorrebbe uno dei suoi modelli quale è Caravaggio, presente all’esposizione. Avverrà davvero? Solo chi crede nell’invisibile potrà assistere all’impossibile! Imbottigliamo per un attimo il buonsenso e affidiamoci alla nostra voglia di sognare e di fare noi stessi arte che da sempre è terreno di libertà ed inventiva, precisando a chi legge che non ci sarà una mostra con le opere “francescane” di Caravaggio insieme a quelle di Chinnici, ma la sensazione e l’immaginazione di una corrispondenza ideale tra l’arte e l’animo di Caravaggio e quello di Lorenzo Chinnici.