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Donald Trump vs Clinton

Donald Trump e Hillary Clinton: l’inquietante e la muffa

Diciamo la verità: i candidati per le vicinissime Presidenziali USA non brillano per profondità intellettuale e contenuti. Anche il terzo e ultimo scontro tenutosi pochi giorni fa a Las Vegas tra il repubblicano miliardario Donald Trump e la democratica moglie di Bill Clinton, Hillary è stato certamente deludente per chi si aspettava colpi di scena, conigli dal cilindro o comunque qualcosa che andasse oltre colpi bassi e insulti reciproci.

Donald Trump ha dichiarato ancora una volta che rifiuterà un’eventuale sconfitta, lanciandosi  in un attacco ai media e al loro ruolo nel manipolare le elezioni. Hillary, dal canto suo, ha affermato che l’affermazione di Trump è in contrasto con la storia democratica degli Stati Uniti, storia con luci ma anche molte ombre, in verità, i quali probabilmente, a dispetto di quello che pensano in molti e cioè che l’impresentabile è solo ed esclusivamente Trump, meritano, proprio in virtù della loro storia, due pessimi candidati come Donald Trum e Hillary Clinton.

Donald Trump rappresenta un’anomalia nel panorama politico statunitense ed internazionale attuale, e la sua analisi permette di capire l’evoluzione della mentalità e delle concezioni politiche del popolo a stelle e a strisce. Donald Trump ha ottenuto consensi in un paese smarrito, in crisi di identità, che desidera un leader forte e carismatico. Gli USA sono un Paese lacerato da disuguaglianze sociali e ridurre i milioni di americani sostenitori di Trump a un branco di buzzurri reazionari, populisti, xenofobi e fanatici delle armi, come fanno diversi commentatori, anche di casa nostra, che si concentrano solo sulle uscite infelici del candidato repubblicano, vuol dire essere riduttivi e superficiali. Bisognerebbe andare oltre le banali semplificazioni e cercare di comprendere perché Trump è riuscito a porsi in posizione di vantaggio su tutti gli altri concorrenti alla nomination repubblicana. Perché parla alla pancia del Paese, dirà qualcuno, frase ormai stantia, adoperata ogni volta anche in Italia per spiegare il successo del M5S; ma l’outsider politico Trump è un fenomeno complesso, tipicamente americano.

Donald Trump: l’inquietante outsider politico

Senza dubbio Donald Trump è un uomo controverso, eccentrico, involontariamente comico, inquietante, protagonista di sgradevoli commenti sulle donne, imprevedibile che utilizza un linguaggio semplice e diretto accompagnato da una retorica che non è ben vista dalle élites. Il business-man newyorkese viene considerato un pericolo per la democrazia da buona parte della stampa e dall’establishment politica qualora dovesse diventare il prossimo presidente degli USA. Ma perché il cattivone Trump è inviso ai circoli intellettuali che contano, ai giornali patinati come il New York Times e allo Star System che invece appoggiano Hillary Clinton?

Donald Trump in fondo è un provincialotto made USA, propugnatore dell’isolazionismo (perlomeno a parole), che non aspira a giocare a “globocop”. Anche Obama nel 2008 era il leader della distensione, promettendo di mettere la parola fine alla crociata cominciata da Bush in Medio Oriente contro il mondo arabo-musulmano e persiano. Ma con il passare dei mesi le élites di potere ed il Pentagono lo hanno ricomprato costringendolo a sostenere vecchi e nuovi fronti di guerra.

Tra le accuse mosse a Trump oltre a quelle di razzismo e islamofobia vi sono quelle di sessismo avallate da  testimonianze di diverse donne che hanno sostenuto di essere state molestate in passato da Trump e da una registrazione spuntata qualche settimana fa dove il candidato repubblicano affermava che “se sei una star puoi fare quello che vuoi”. Ci dovrebbe essere meno imbarazzo quando si dice la verità: ci sono donne che di fronte all’uomo di potere si umiliano, ci sono uomini che fanno valere il loro potere nelle loro relazioni con le donne e donne che ci stanno, perché gli conviene. Quando si tira fuori con grancassa mediatica la storia dell'”offesa alle donne, le quali sono sempre e solo povere vittime del porco di turno”, il più delle volte è una bufala.

L’ipocrisia sulle battute pseudo-sessiste

Quelle di Donald Trump sono tipiche battute scollacciate da ambiente maschile, che anche le donne conoscono benissimo e non si scandalizzano. Semmai è curioso che queste “povere” donne spuntino come funghi a distanza di anni dalle presente molestie e accusino Trump. Non si può giudicare un politico per le volgarità da bar che dice in privato; cosa succederebbe se si registrassero tutti i commenti privati sulle donne espressi dai vari politici ipocriti che oggi inorridiscono e si imbarazzano arrossendo per le vanterie e le battute sboccate di Trump?

Non è forse più grave e volgare la risata pubblica della signora paladina delle donne, Hillary Clinton sul barbaro scempio del cadavere Gheddafi linciato dai guerriglieri libici alleati della Nato? Senza rammentare a buona parte dell’opinione pubblica che il marito della futuribile presidente degli USA risponde al nome di Bill Clinton (la signora utilizza il cognome del consorte, non il proprio), di certo non un stinco di santo, dell’ex Presidente alla Casa Bianca con Monica Lewinsky non si hanno video ma possiamo benissimo immaginare di che tipo di trattamento si sia trattato, così come gli altri tradimenti di Bill. Probabilmente ad aver attratto Monica Lewinsky e altre è stata la folgorante bellezza di Bill Clinton non il tipico fascino che deriva dal potere.

Tutti ricordiamo lo scandalo giornalisticamente noto come Sexgate, che costrinse Clinton a subire un lungo procedimento giudiziario per le accuse di spergiuro seguite alle sue dichiarazioni in merito alla vicenda rilasciate nel corso del processo per un caso di presunte molestie sessuali nei confronti della giornalista Paula Jones, conosciuta da Clinton quando era governatore dell’Arkansas. Durante quel processo il presidente degli Stati Uniti negò di avere avuto rapporti sessuali con Monica Lewinsky, ma nel corso della sua testimonianza di fronte al Grand jury del 1998 Clinton ammise invece di avere avuto una “relazione fisica impropria” con la stagista. Forse solo la signora Clinton che certamente ha perdonato il marito per amore, non per convenienza e fare carriera, ha rimosso quella triste vicenda e sentenzia contro Donald Trump.

Chi è davvero Hillary Clinton?

Ma chi è davvero Hillary Clinton, colei che si autodefinisce come l’ultima speranza per il popolo americano, l’ultima cosa tra i cittadini statunitensi e l’Apocalisse, e che si pone come la nonna buona e rassicurante delle favole? Partiamo da una mail inviata dalla Clinton nell’agosto 2014 a John Podesta, uno dei più stretti collaboratori della famiglia Clinton ed oggi a capo della sua campagna elettorale: <<I governi di Qatar e Arabia Saudita stanno fornendo supporto finanziario e logistico clandestino all’Isis e ad altri gruppi sunniti radicali nella regione>>. La mail rilasciata da Wikileaks ha del clamoroso, come altre che ha signora Clinton ha provveduto a cancellare. Nonostante Hillary Clinton sapesse dell’appoggio che i regimi del Golfo alleati degli Usa danno all’Isis, ha continuato ad accettare milioni di dollari di finanziamento per la sua Fondazione proprio da questi regimi che lei stessa riconosce essere sponsor del terrorismo di matrice islamica. Questo è davvero imbarazzante e sconcertante non le battute pseudo-sessiste di Trump.

Durante questa campagna elettorale per le Presidenziali, Trump è stato ripetutamente attaccato per il suo atteggiamento non ostile nei confronti della Russia di Vladimir Putin; dipinto come un fantoccio manipolato da potenze straniere. Nell’ultimo dibattito televisivo, la Clinton ha affermato: “Non è mai successo prima che un avversario (Putin) si adoperasse così tanto per influenzare il risultato delle elezioni”. Ma Putin non finanzia la campagna elettorale di Donald Trump e la Russia è impegnata a combattere l’Isis e il terrorismo in Siria e in Asia Centrale. Al contrario, i sauditi amici della Clinton finanziano la sua Fondazione di famiglia con la stessa mano con cui finanziano l’Isis e Al Qaeda. A tal proposito risulta illuminante l’affermazione di Glenn Greenwald, importante giornalista d’inchiesta di area liberal: “Tutti coloro che desiderano sostenere che i sauditi abbiano donato milioni di dollari alla Fondazione Clinton per il desiderio magnanimo di aiutare le sue cause benefiche, alzino la mano”.

Ciò che si sa con certezza su Trump è che non è sopportato dall’oligarchia che ha ordinato ai media statunitensi di distruggerlo con ogni mezzo. Se Trump dovesse insediarsi alla Casa Bianca, non significa che potrebbe prevalere sull’oligarchia, la quale è radicata a Washington e controlla cariche di politica economica ed estera, gruppi di lobbisti, e naturalmente i media. Il popolo non controlla un bel niente.
Cosa dobbiamo pensare davvero quando vediamo condannare Donald Trump perché non vuole la guerra con la Russia o la delocalizzazione dell’economia americana?

Hillary Clinton è colei che disse ai banchieri di Wall Street che le riforme del settore finanziario americano devono essere appannaggio di coloro che sono meglio posizionati all’interno del settore stesso. E questi eletti, ovvero banchieri e multinazionali condividono con la Clinton lo stesso sogno, ovvero quello di stabilire un mercato comune mondiale, senza confini.

Se l’imprenditore miliardario Donald Trump con i suoi lati oscuri, la sua rozzezza rappresenta un elemento destabilizzante, di disturbo, di rottura, di inquietudine, un’anomalia insomma, Hillary Clinton è la muffa che si ripropone, appoggiata da personaggi come Soros, dalla JP Morgan e dalla Goldman Sachs, rappresentando quel cinismo nell’uso di un potere senza regole, nella manipolazione dei media sui quali non si troveranno notizie uniti ad una visione del ruolo degli Stati Uniti come sentinelle del mondo autorizzate a scatenare guerre umanitarie dietro pretesti inventati (e la Libia ne è un esempio lampante), a macchinare crisi nazionali e “colpi di Stato democratici” (vedi Ucraina), oltre che un serio pericolo per il mondo. Ma la Clinton è donna come Obama era nero, dunque entrambi ideali condottieri di una nazione, capitati nel momento storico giusto.

Due bassi profili politici entrambi dunque, per motivi diversi, ma se si dovesse scegliere il meno peggio, probabilmente tra i due, sarebbe proprio il cattivone Donald Trump soprattutto in virtù del fatto che quello che possa essere Trump, non lo sappiamo, quello che è ed è stata Hillary Clinton, invece, è tutto documento. Documento marcio.

Una cosa è certa: Donald Trump non è la causa della crisi del Partito Repubblicano, semmai una sua manifestazione e non è lì per caso. E la Clinton non è l’ultima speranza per il popolo a stelle e strisce. Sarebbe opportuno chiedersi perché gli USA non riescono ad esprimere candidati all’altezza del loro ruolo e delle sfide globali che devono affrontare. Che la ragione sia che sono entrati in una crisi che nessuna delle loro élite ha le soluzioni giuste per fronteggiare?

About Annalina Grasso

Giornalista, social media manager e blogger campana. Laureata in lettere e filologia, master in arte. Amo il cinema, l'arte, la musica, la letteratura, in particolare quella russa, francese e italiana. Collaboro con L'Identità, exlibris e Sharing TV

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