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Anselmo artista
Giovanni Anselmo, Invisibile, 1971 - 1975, ardesia e scritta incisa, cm 15 x 20 x 25

Giovanni Anselmo, tra i fondatori dell’arte povera, in mostra alla galleria Alfonso Artiaco di Napoli dal 18 gennaio

Giovanni Anselmo presenta la sua terza personale presso la Galleria Alfonso Artiaco, a piazzetta Nilo il 17 gennaio prossimo, dalle 10.00 alle 19.00; le precedenti nel 1991, nello spazio di Pozzuoli, e nel 2005 a Palazzo Partanna in piazza dei Martiri a Napoli. La mostra durerà fino al 5 marzo 2022.

Tra i primi nella cerchia dei fondatori del movimento Arte Povera, Anselmo sin dal finire degli anni ‘60 trae la propria ispirazione dall’osservazione degli eventi naturali e dall’energia che ne scaturisce. La sua ricerca radicale combina materiali di diversa natura in continuo dialogo o conflitto, rendendo quasi tangibili le forze che animano l’opera d’arte, manifestandosi attraverso gli effetti sul mondo circostante.

Questo dualismo si traduce in una tensione continua tra visibile e invisibile, tra potenza e atto, tra finito ed infinito. Organico e inorganico, naturale e tecnologico, leggerezza e pesantezza sono solo alcune delle coppie dialettiche sulle quali l’artista lavora in cui l’energia insita nella materia è bloccata in quell’attimo in cui fenomeni opposti collidono e si azzerano.

La mostra presenta una selezione di lavori datati dal finire degli anni ’60 fino ad oggi, in un percorso di opere rappresentative dell’artista.

L’artista

Giovanni Anselmo nasce a Borgofranco d’Ivrea nel 1934 e si avvicina alla pittura da autodidatta. Dal 1967 inizia ad esporre nelle principali mostre di Arte Povera e al 1968 risale anche la sua prima mostra personale sempre presso la Galleria Sperone di Torino.

La fine degli anni Sessanta segna anche l’inizio dell’esperienza internazionale: è infatti invitato a “Prospect ‘68”, Dusseldorf, 1968; “When Attitudes Become Form”, Berna, 1969 e “Conceptual Art – Arte Povera – Land Art”, Torino, 1970.

Partecipa alla Biennale di Venezia nel 1978, 1980 e nel 1990 dove vince il Leone d’Oro per la Pittura. Le sue opere sono presenti in numerose collezioni pubbliche nazionali e internazionali fra cui GAM di Torino, Museum of Modern Art di New York, Museum of Contemporary Art di Los Angeles e S.M.A.K di Ghent.

Le opere di Anselmo sono installazioni di materiali diversi, spesso opposti, in rapporto di equilibrio e di tensione; si configurano come la materializzazione dell’energia di una situazione o di un evento. In Torsione, del 1968, ad esempio, un panno di fustagno è mantenuto attorcigliato da una barra di ferro, il cui movimento è impedito dalla presenza della parete.

In Senza titolo (Struttura che mangia) un cespo di lattuga è trattenuto tra due blocchi di granito; entrambe le opere visualizzano il concetto di entropia, in base all’interpretazione del filosofo francese Georges Bataille.

Invisibile (1971-75) è un parallelepipedo di granito nero d’Africa su cui è incisa la scritta VISIBILE. Il blocco non è intero ma tagliato su un lato, su cui si presupponeva inscritto il suffisso IN, ovvero la sua parte invisibile, infinita e incommensurabile, quella che renderebbe l’opera finita ma «invisibile». Con un gesto essenziale, Anselmo allude alla possibilità di trovare un completamento in ciò che non vediamo.

About Annalina Grasso

Giornalista, social media manager e blogger campana. Laureata in lettere e filologia, master in arte. Amo il cinema, l'arte, la musica, la letteratura, in particolare quella russa, francese e italiana. Collaboro con L'Identità, exlibris e Sharing TV

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