Sempre più mascherine contraffatte sul mercato, a Padova l’azienda Clariscience ha una business unit che verifica la documentazione. Stefano Pagnutti, il Ceo. “La presenza del marchio CE non basta, occorre sempre seguire l’intera catena documentale”. Il mini-vademecum: così il consumatore può capire se la mascherina è a norma.
Sono decine di milioni le mascherine fasulle che girano per l’Italia. Molti sono i truffatori che hanno approfittato della situazione di emergenza e del fatto che molte aziende hanno per questo deciso di avviare procedure di importazione.
Le norme, a volte, non vengono rispettate e negli ultimi giorni le cronache parlano di casi di truffe. Per questo, molti consumatori chiedono ai rivenditori certezze. I professionisti in grado di capire se una mascherina, e specificamente anche le FFP2, possa essere stata immessa in commercio irregolarmente hanno sede a Padova. L’azienda si chiama Clariscience e garantisce la supply chain del benessere e della salute: con le loro conoscenze permettono al settore medicale di comunicare nel modo più corretto e a chi produce o distribuisce dispositivi medici e di protezione individuale di immettere i propri prodotti sul mercato nel rispetto delle normative.
Da inizio pandemia sono stati contattati da una trentina di aziende, da quelle più piccole ai colossi della distribuzione, interessate a introdurre mascherine FFP2 sul mercato, soprattutto importandole da paesi extra UE. “Tra di loro, almeno una decina gli importatori che ci hanno chiesto supporto nel valutare, da un punto di vista documentale, i prodotti che avrebbero voluto importare”, spiega il Ceo, Stefano Pagnutti. “Abbiamo dovuto dedicare parte delle nostre risorse a questa attività molto specifica, anche se in linea con quanto facciamo normalmente, occupandoci di offrire servizi di natura regolatoria a fabbricanti, importatori e distributori di diverse tipologie di dispositivi”, ha aggiunto Pagnutti.
Va precisato che Clariscience analizza i documenti, mentre le analisi tecniche volte a capire se una mascherina filtri esattamente come dovrebbe sono eseguite da laboratori specializzati. Se fasulli, i documenti che accompagnano i dispositivi sono spesso preparati da esperti: in questo caso è possibile capire che si tratta di un falso solo contattando direttamente l’organismo notificato che risulta avere emesso i certificati.
“Ci sono delle regole, non tutte sono semplici da capire: per questo chi opera nel mondo del commercio delle mascherine e desidera avviarne l’importazione può meglio tutelare i consumatori chiedendo l’aiuto ai professionisti del settore”, dice ancora Pagnutti. “Si tratta di un’attività di verifica preliminare importante perché permette di individuare in anticipo dispositivi non accompagnati dalla adeguata documentazione evitando così la loro commercializzazione”.
Per aiutare aziende e consumatori a districarsi nella complessità delle regole e delle leggi, Clariscience ha redatto una sorta di mini-vademecum messo a disposizione sul sito dell’azienda a questo
link.
Clariscience ha sede operativa a Padova e legale a Milano. L’azienda è stata fondata nel 2013, i dipendenti sono dieci e nell’anno del Covid il fatturato è passato da 900 mila euro a 1,1 milioni (+22%). Sono i professionisti che garantiscono la supply chain del benessere e della salute, e con le loro conoscenze permettono al settore medicale di comunicare nel modo più corretto e a chi produce o distribuisce dispositivi medici di immettere i propri prodotti sul mercato nel rispetto delle normative.
Clariscience è organizzata intorno a due business unit: quella degli “Affari regolatori e sistemi per la gestione della qualità”, dedicata al settore dei dispositivi medici, e quella relativa alla “Comunicazione scientifica” che si rivolge invece all’intero settore life science, anche attraverso specifici servizi di medical writing. In questo caso gli interlocutori diventano molteplici e il raggio d’azione dell’azienda raggiunge anche il mondo della ricerca e dell’editoria scientifica. Il Ceo è Stefano Pagnutti.