Con la mostra Attesa. 1960-2016, inaugurata al MADRE/ Museo d’arte contemporanea Donnaregina il 24 Giugno, Mimmo Jodice (Napoli, 1934) ha selezionato una serie di oltre cento opere della sua straordinaria produzione fotografica, appositamente allestita nelle bianche sale del museo napoletano; luogo di ricerca e di diffusione di linguaggi artistici d’impronta contemporanea.
Curata dal direttore del Madre Andrea Viliani, la prima e vasta retrospettiva, dedicata al maestro della fotografia conosciuto in tutto il mondo, conduce il visitatore in un percorso di opere che narrano le immagini di una Napoli in bianco e nero, dove la luce irrompe la scena come all’interno di un’ambientazione teatrale. L’osservazione e lo studio della realtà quotidiana della sua città, lì dove lui è nato nel 1934 e dove ha sempre voluto vivere, sono il principio comune a tutte le opere. La serie di foto, dunque, riflette temi e aspetti della sua ricerca, comprendendo i suoi esordi a partire dagli anni Sessanta in poi, la città, la passione per le tracce del passato, Pompei, Ercolano, ma anche Palmira e, infine, il mare, fonti autentiche e inesauribili della sua realtà fotografica.
Mimmo Jodice, Attesa, opera n.2., 2012 – Collezione dell’artista
Mimmo Jodice ha spiegato che si è dedicato da anni a questo lavoro che dà titolo all’intera mostra, Attesa, appunto, nel significato di catturare nelle immagini quella dimensione indefinita, sospesa dello scorrere del tempo e del quotidiano insita in ciascuno di noi. Lo spettatore è, dunque, assorbito da immagini che non sono copie della realtà, ma immagini che esprimono un pensiero sulla realtà, frammenti di vita quotidiana analizzati oltre il visibile, nella sfida difficile – come lo ha definito il maestro – di catturare le sensazioni della mente. Ed è così che nascono le «attese», l’artista tramite il mezzo fotografico rappresenta le sensazioni di vuoto nello spazio urbano, come una persona ritratta di spalle e non si sa che faccia abbia, un teatro vuoto, oppure una finestra chiusa.
La realtà popolare domina gli spazi di certe sue rappresentazioni fatte di gesti e modi di fare che non sono cambiati anche dopo secoli: bambini scalzi, vestiti di stracci, ragazzini costretti a crescere troppo in fretta, come chi cerca di vendere sigarette di contrabbando o un bimbo con un vassoio di caffè, più grande di lui. Tali immagini sono lo specchio dell’infanzia difficile dell’artista, orfano di padre a cinque anni, il quale, per questo, ha dovuto lavorare presto per sopravvivere in una città difficile e complessa di cui svela non solo la bellezza amara, ma anche le emozioni. Un percorso di foto quindi, quello offerto da Jodice che consente di conoscere il mondo del Sud e del Mediterraneo in uno spazio in cui presente, passato e futuro si toccano e mescolano.
L’esposizione Attesa. 1960-2016 durerà fino al 24 Ottobre, contribuendo a rendere ancora più ricca l’offerta culturale del MADRE, il primo museo napoletano d’arte contemporanea dove la fotografia è intesa come linguaggio artistico.