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Oscar 2019: vince ‘Green Book’ che tratta ancora una volta il tema del razzismo in maniera stereotipata

Alla fine, tra le immancabili polemiche, l’ha spuntata “Green Book” di Peter Farrelly nella corsa per il titolo di miglior film alla 91ª edizione degli Academy Awards a Los Angeles, cerimonia sempre più imbalsamata di buonismo  premi Oscar del cinema statunitense assegnati dalla Academy of Motion Picture Arts and Sciences. “Green Book” ha sbaragliato i concorrenti più agguerriti, in primis “Roma” e “La favorita” (forti di 10 nomination). Non ci sono stati grandi dominatori nel corso della serata ma le statuette sono state distribuite in maniera pressoché omogenea. Il bottino più ricco è andato a “Bohemian Rhapsody” (4 premi, tra cui l’attore Rami Malek), “Green Book” (3 Oscar: film, attore non protagonista Mahershala Ali e sceneggiatura originale), “Roma” (3 titoli: regia, film straniero e fotografia) e al colossal Marvel “Black Panther” (3 premi tecnici). Una cerimonia senza conduttore, dall’andamento composto ma poco incisivo, con una staffetta di star a conferire i premi. Preziose le performance musicali live, tra cui la scarica rock dei Queen in apertura di serata e il sontuoso duetto di Bradley Cooper e Lady Gaga.

Solido e tradizionale, “Green Book” ha tenuto testa nella roulette degli Oscar ai favoriti “Roma”,Bohemian Rhapsody” e “Vice”. Il punteggio più alto lo conquista, come spesso succede anche nel declinante cinema americano d’oggi, grazie all’impareggiabile duetto tra i protagonisti, capaci di conferire intense e divertenti sfumature al classico incontro/scontro tra due personaggi in tutto e per tutto opposti. La trama si basa su un vecchio episodio dell’America razzista, per la verità ancora attuale in un paese che ne continua a subire le drammatiche conseguenze, permeato, però, da un senso liberal di ripulsa che non assomiglia allo stile urlato caro, per esempio, all’altro candidato alle statuette Spike Lee: per il regista Farrelly, stavolta separato dal fratello Bobby, lo spunto diventa esemplare non tanto per l’accuratezza –peraltro encomiabile- dei costumi, le scenografie e, in particolare, le poliedriche musiche, quanto per l’acclusa metafora dei più nobili sentimenti umani che dovrebbero essere e purtroppo non sono universali e trasversali.

Insomma un film che ancora una volta affronta il tema del razzismo in maniera stereotipata, come ha dichiarato il regista Spike Lee, anche se può gioire per il premio per la miglior sceneggiatura di BlacKkKlansman, che gli ha consentito di regalare al pubblico il discorso più politico di questi Oscar.

Gli Oscar di “Green Book” coronano dunque una serata di grande attenzione alla questione delle discriminazioni razziali e alla condizione degli afroamericani. Una cerimonia di fatto all’insegna del cinema “black”, a cominciare dalle vittorie per i gli attori non protagonisti Mahershala Ali e Regina King (“Se la strada potesse parlare”). Non vanno poi dimenticati, su questa linea, i 3 Oscar di “Black Panther”, film sul primo supereroe di colore dai fumetti Marvel. A rimarcare inoltre il tema dell’integrazione sociale è stato anche Alfonso Cuarón con il suo “Roma” prodotto da Netflix (già Leone d’oro al Festival di Venezia), che ha ritirato le statuette per regia, film straniero (Messico) e fotografia.

Già alla scorsa Mostra di Venezia, dove ha ottenuto la Coppa Volpi per la miglior interpretazione, la strepitosa Olivia Colman era data come probabile vincitrice dell’Oscar per il ruolo della regina Anna Stuart, nel graffiante e disturbante La favorita” di Yorgos Lanthimos, che avrebbe forse meritato più di tutti l’ambito Oscar. Neanche la veterana Glenn Close in “The Wife” (alla sua settima nomination) ha potuto arrestare la corsa di questa straordinaria attrice inglese, che presto vedremo nei panni di un’altra sovrana, la regina Elisabetta II nella terza stagione di “The Crown” su Netflix.
Miglior attore si è confermato come da pronostici Rami Malek, per la sua incredibile performance del cantante Freddie Mercury in “Bohemian Rhapsody”, biopic musicale sulla band britannica Queen.

Come da attese la miglior canzone è “Shallow” di Lady Gaga e Mark Ronson per il film “A Star Is Born”; la cantante con il regista-attore Bradley Cooper ha regalo un’emozionante performance live sul palco del Dolby Theatre. Standing ovation. La miglior colonna sonora è invece quella di “Black Panther” firmata da Ludwig Goransson.

L’Oscar per l’animazione è dell’innovativo “Spider-Man. Un nuovo universo” prodotto dalla Sony-Marvel, che batte i Disney-Pixar “Ralph spacca Internet” e “Gli incredibili 2”. Tra i disegnatori del nuovo Spider-Man, del ragazzo afroamericano Miles Morale, c’è l’italiana Sara Pichelli, originaria di Porto Sant’Elpidio. Inoltre, miglior documentario è lo statunitense “Free Solo” di E. Chai Vasarhelyi e J. Chin. Nella serata, nel toccante momento di ricordo degli artisti scomparsi nel corso dell’ultimo anno, omaggio anche ai registi italiani Ermanno Olmi, Bernardo Bertolucci e Vittorio Taviani; a dirigere l’orchestra il maestro venezuelano Gustavo Dudamel.

 

Fonte:

Oscar 2019: “Green Book” è il miglior film e Cuarón vince la regia per “Roma”

 

About Annalina Grasso

Giornalista, social media manager e blogger campana. Laureata in lettere e filologia, master in arte. Amo il cinema, l'arte, la musica, la letteratura, in particolare quella russa, francese e italiana. Collaboro con L'Identità, exlibris e Sharing TV

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