Al Dolby Theatre di Los Angeles è andata in scena la 95ª edizione dei premi Oscar, la nottata di premiazione più attesa dell’anno. Quest’anno c’è stato un film dominatore in assoluto, Everything Everywhere All at Once che si è aggiudicato ben 7 statuette su 11 candidature.
Il film, costruito su più livelli, intrattiene con il suo montaggio e le scene action esilaranti benché sia ridondante e incontrollato. Everything Everywhere All at Once mescola tutti le vite e i generi possibili: kung-fu, wuxia, mélò, fantasy, commedia. È un film di fantasmi che compaiono e spariscono. Tuttavia sembrava la storia di due amici vestita di echi che sembrano provenire da Brecht, Buzzati e Beckett, quella più meritevole della vittoria. Gli spiriti dell’isola è un film sull’amicizia e le sue contraddizioni, ma è anche un film che parla dell’attesa di qualcosa che forse non verrà mai.
Una storia di sconfitti e reietti che però non hanno la consapevolezza di essere percepiti come tali e che dunque, agli occhi degli spettatori, si traformano in eroi comici che vorremmo facessero parte delle nostre vite.
Gli spiriti dell’isola è un gioiello di regia e sceneggiatura, che racconta l’insensatezza della guerra e del genere umano. Troppo banale e noioso? No, perché nemmeno l’acclamato vincitore sul multiverso che strizza l’occhio a Matrix, non ha il coraggio di essere elegantemente sovversivo ed originale come questa tragicommedia sulla condizione umana.
Gli Oscars come tutti i premi, valgono quello che valgono, ma l’impressione che l’Academy abbia sfruttato al volo l’occasione per saldare alcuni debiti con la comunità e la cultura asiatiche; è la culture woke che lo chiede. D’altronde anche L’Oscar al bravissimo Brendan Fraser come miglior attore protagonista sa di risarcimento.
Se davvero si avesse voluto premiare il cinema, avrebbero premiato Gli spiriti dell’isola, appunto, o magari il sottovalutato Women Talking che ha vinto un meritatissimo Oscar per la sua sceneggiatura, quella non originale, mentre sempre a proposito di sceneggiature originali è l’Oscar a quella dei Daniels preferita a quella di McDonagh davvero imbarazzante.
Oscars 2023: i vincitori
Miglior film
Niente di nuovo sul fronte occidentale
Avatar: La via dell’acqua
Gli spiriti dell’isola
Elvis
Everything Everywhere All at Once
The Fabelmans
Tár
Top Gun: Maverick
Triangle of Sadness
Women Talking
Miglior regia
Martin McDonagh, Gli spiriti dell’isola
Daniel Scheinert e Daniel Kwan, Everything Everywhere All at Once
Steven Spielberg, The Fabelmans
Todd Field, Tár
Ruben Ostlund, Triangle of Sadness