Breaking News
Home / Altri mondi / Venezia 2017: vince “The Shape of Water”di Guillermo Del Toro, raffinato fantasy dal temperamento umanistico
venezia 2017

Venezia 2017: vince “The Shape of Water”di Guillermo Del Toro, raffinato fantasy dal temperamento umanistico

The Shape of Water di Guillermo del Toro si è aggiudicato il Leone d’Oro per il miglior film della Mostra di Venezia 2017. La pellicola, che certamente non è un capolavoro, ma che conferma la felice predisposizione del regista messicano amante di creature fantastiche (Cronos, Mimic,Blade, Hellboy), Guillermo del Toro per un cinema immaginario nutrito da citazionismo cinefilo, temperamenti umanistici e tecnica raffinatissima, quasi manieristica, è un interessante mix favolistico tra La Bella e la Bestia e il neo-romanticismo onirico alla La La Land, che avrà successo presso il pubblico in virtù di una straordinaria accuratezza della ricostruzione dell’epoca della Guerra fredda, una serie d’interpretazioni impeccabili, prima fra tutte quella di Sally Hawkins e una tensione costante e coinvolgente abbastanza rara a molti autori.

Un esito auspicato da molti sin dalla proiezione del film alla mostra veneziana il secondo giorno, quello della vittoria di The shape of water, che racconta di un’insolita storia d’amore tra un “mostro” marino ed una impiegata muta, e che rinnova le affinità tra essere umano e il mondo marino, confezionato sia dal punto di vista estetico che morale in maniera ineccepibile, mostrandoci come solo con l’amore si può vincere la paura.

Per quanto riguarda l’Italia, il nostro cinema ha vinto solo due premi importanti, ma avrebbe meritato di più, soprattutto per quanto riguarda Virzì e Manetti: la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile è andata a Charlotte Rampling (che ha ringraziato i suoi maestri italiani che l’hanno diretta) nel film Hannah di Andrea Pallaoro, che il regista ha costruito tutto intorno all’attrice, ma che avrebbe meritato di più Frances MacDormand per Tre manifesti a Ebbing, Missouri; il premio per il miglior film della sezione Orizzonti, per il secondo anno consecutivo (lo scorso anno era andato Liberami di Federica Di Giacomo), è andato a Nico, 1988 di Susanna Nicchiarelli, un road movie che narra gli ultimi anni di vita di una delle più importanti icone pop del Novecento (interpretata dall’attrice e cantante danese Tryne Dyrholm), modella e storica musa di Andy Warhol negli anni ’60.

Come secondo le previsioni, il Premio Marcello Mastroianni di Venezia 2017 per il miglior giovane attore o attrice emergente è andato a Charlie Plummer, protagonista di Lean on Pete, di Andrew Haigh. Ancora per la sezione Orizzonti, dopo il premio per il miglior film a Nico, 1988, la giuria, presieduta da Gianni Amelio ha assegnato il Premio alla Migliore Regia all’iraniano Vahid Jalilvand per il film “Bedoune tarikh, bedoune emza” (“Senza data, senza firma”), che si è aggiudicato anche il premio al Miglior Attore della sezione Orizzonti con Navid Mohammadzadeh; il Premio Speciale della Giuria Orizzonti è andato a Caniba, il documentario sul “cannibale della Sorbona”, il giapponese Issei Sagawa, che nel giugno del 1982, uccise e mangiò a Parigi la sua compagna di studi olandese.

Venezia 2017: tutti gli altri premi

Al regista israeliano Samuel Maoz, dopo il Leone d’oro nel 2009 con Lebanon è andato il Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria per Foxtrot.
Il ricattatorio e ordinario spaccato di violenza domestica Jusqu’à la garde di Xavier Legrand si è portato a casa sia il premio alla migliore opera prima che il Leone d’argento per la miglior regia. Il giovane regista francese non è riuscito a trattenere le lacrime quando è arrivato il secondo premio. Un film di grande realismo sociale  ma dove prevale la bontà del tema ai suoi meriti artistici.

Un riconoscimento speciale della giuria è andato a Sweet Country di Mark Rogers; la coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile è andata a Kamel El Basha per The Insult di Ziad Doueiri; Il Premio Osella per la migliore sceneggiatura a Three Billboards outside Ebbing, Missouri di Martin McDonagh, mentre il miglior cortometraggio è stato giudicato Gros Chagrin di Céline Devaux. Il Leone alla Carriera quest’anno è andato ai meravigliosi ottantenni Jane Fonda e Robert Redford che hanno recitato insieme nel film Netflix fuori concorso Our Souls at Night.

 

About Annalina Grasso

Giornalista, social media manager e blogger campana. Laureata in lettere e filologia, master in arte. Amo il cinema, l'arte, la musica, la letteratura, in particolare quella russa, francese e italiana. Collaboro con L'Identità, exlibris e Sharing TV

Check Also

donne

Essere donne tra gli estremismi femministi di oggi

Solo un pensiero verticale e salato: strappate le donne dalle mani dell’estremismo femminista. Ma anche gli uomini. Poveri maschiacci occidentali di cui è sempre colpa. Per non riuscire a lavorare sotto una valanga di stress, per essere sempre meno padri e amanti focosi, per non riuscire più a stabilire rapporti di virilità - che come abbiamo visto in un recente articolo di questa dinamitarda rubrica, non è una parolaccia - alla base dell’educazione e del rapporto con i propri figli, che generano ritualità necessaria a identificare e fortificare i ruoli, le funzioni, a generare esempio, non a partorire mostri del patriarcato. Sempre colpa loro, o meglio nostra, anche mia, luridi immaturi, infanti della coscienza, violentatori preventivi, indegni di vivere il migliore dei mondi possibili, quello in cui il progresso sociale si fa, troppo spesso, estinguendo tutto ciò che si pone come alternativo all’imposto.