Sanremo 2019 è cominciato e Nek, tra i ventiquattro big partecipanti, si è presentato con la sua Mi farò trovare pronto, scritta insieme a Paolo Antonacci e a Luca Chiaravalli. La canzone trae ispirazione da una delle poesie preferite del cantautore, “È l’amore” di Jorge Luis Borges, celebre poeta argentino.
Read More »‘Red Land’, un film sul massacro di una ragazza istriana per ricordare le Foibe
In occasione dell'anniversario delle Foibe, consigliamo la visione del film Red Land, terra rossa, uscito lo scorso anno, dedicato alla storia di una ragazza istriana, Norma Cossetto, che fu violentata, massacrata e gettata nelle foibe dai partigiani comunisti di Tito, sostenuti dai partigiani comunisti nostrani, solo perché era la figlia del segretario politico del fascio locale. Norma era una studentessa, laureanda a Padova con una tesi dal titolo Istria rossa, rossa come la terra istriana, ricca di bauxite. Quella tesi, e quella terra rossa diventa la metafora che dà il titolo al film ed evoca il sangue versato sulla terra istriana e il colore dell’ideologia che condusse allo sterminio.
Read More »Vittorio Sereni e una scena virgiliana: la nullità del ricordo
Certo il Vittorio Sereni allievo negli anni universitari del latinista Luigi Castiglioni (studioso in particolare di Virgilio) conosceva l’attenzione rivolta dal suo maestro proprio al libro III dell’Eneide; ma, lettore appassionato di Montaigne, poteva inoltre trovare i versi 306-309 interni al brano da noi citato quasi ad apertura degli Essays, libro I capitolo II, come esempio dello stupore che segue «la sorpresa d’un piacere insperato» (citiamo dalla traduzione del 1966 di Fausta Garavini). E delle parole di Andromaca, come della breve definizione di Montaigne, avvertiamo un’eco possibile in un luogo della poesia di Sereni, per la quale in generale abbiamo tentato altrove di ricostruire l’importanza, sia per estensione che per profondità, delle presenze virgiliane. Sono i tre versi finali di un passaggio risalente al 1960 dalla sezione Appuntamento a ora insolita degli Strumenti umani: «Sono già morto e qui torno? / O sono il solo vivo nella vivida e ferma / nullità di un ricordo?». Il riferimento a Montaigne parrà ancora meno casuale, ove ricordiamo quanto scriveva Gilberto Lonardi sulla consonanza che Sereni poteva trovare nel grande francese rispetto l’idea del vuoto ontologico «non come un luogo da cui fuggire verso una pienezza che è radicalmente altra […] ma una meta del possesso di sé, nel passaggio», idea che pare del tutto coerente con il contesto della breve poesia degli Strumenti umani. In un breve, estemporaneo ritorno sul proprio luogo di vacanza estiva, Bocca di Magra, l’io del poeta attraversa registrandoli gli aspetti di una natura viva e lucente.
Read More »‘Il primo re’: il nostro passato mitico e primordiale nel capolavoro, recitato in protolatino, di Matteo Rovere
“Tremate, questa è Roma!”. Succede raramente e nell’odierno cinema italiano quasi mai che all’audacia di un film corrisponda quella di coloro che l’hanno realizzato. “Il primo re”, in questo senso, è un titolo inedito perché affronta una prova ad altissimo coefficiente di rischio e la vince con uno sfoggio a tutto schermo di personalità stilistica, originalità culturale e vigoria spettacolare: ambientato in un passato primordiale di cui, peraltro, riusciamo a riconoscere la matrice antropologica e culturale, sceneggiato dal regista e coproduttore Matteo Rovere con Filippo Gravino e Francesca Manieri
Read More »‘Serotonina’: il solito Houllebecq che parla della fine dell’occidente attraverso l’impotenza del maschio
Chi non ha letto i suoi romanzi precedenti, troverà Serotonina, l'ultima fatica letteraria del controverso scrittore francese Michele Houllebecq, un pugno nello stomaco, un capolavoro. Ebbene, il tanto atteso romanzo dell'autore di Sottomissione, libro che nel 2015 generò non poche polemiche, non è un capolavoro con buona pace dei seguaci acritici di uno dei più importanti scrittori d'occidente che parla d'occidente.
Read More »‘La favorita’ di Lanthimos: un distillato di piacevole perfidia ancestrale candidato agli Oscar
I sentimenti umani più inestirpabili e ancestrali, la lotta per la sopravvivenza, il sesso e il potere, la cinica consapevolezza di un gioco al massacro che non è maschile o femminile bensì l’essenza ultima delle vite, delle società, del mondo. “La favorita” distilla un concentrato degli elementi basici di quella particolare forma d’arte che nonostante i collassi epocali continuiamo a definire “cinema”: una sceneggiatura dalla scintillante affilatura (tratta da una pièce di Deborah Davis scritta per la Bbc Radio e rielaborata da Tony McNamara), un’ambientazione in costume magistrale (grazie soprattutto alla sintonia tra il direttore della fotografia Robbie Ryan e la costumista Sandy Powell), tre protagoniste in stato di grazia e la regia del quarantacinquenne greco Lanthimos (“The Lobster”, “Il sacrificio del cervo sacro”) che riesce nell’impresa di mantenersi fedele alla vocazione per un cinema disturbante, feroce e provocatorio realizzando, invece, un film universale e accessibile, molto divertente ma di una piacevolezza striata di perfidia, autoriale eppure carico di candidature all’istituzionale pantomima degli Oscar.
Read More »‘Caterina’, il thriller psicologico di Vincenzo Zonno che capovolge ruoli dati per scontati
Cat è un’adolescente che, dopo aver perso prematuramente la madre, vive e lavora nel piccolo circo itinerante gestito dal patrigno. Sogna di diventare una funambola, ma la realtà è dura e avara di soddisfazioni. L’uomo che dirige la compagnia e che dovrebbe farle da padre è severo e autoritario, così come il resto degli artisti che provano invidia o indifferenza. Quando il circo si stabilisce in una foresta isolata dal più vicino centro urbano iniziano ad accadere eventi misteriosi. La natura che li circonda sembra nascondere segreti al limite dell’illusione, in un continuo vortice onirico, sempre a metà tra il sogno spettrale e la realtà, tra l’allucinazione e la macabra certezza di essere osservati. Qualcosa di oscuro si muove tra le ombre del tempo. Questa è la sinossi dell'ultimo romanzo di Vincenzo Zonno, un thriller onirico, un viaggio nella mente e nelle paure che ci attanagliano e che ci fanno smarrire il senso della realtà, e perdere nell'illusione.
Read More »‘Thérèse Desqueyroux’: la solitudine di una donna scellerata secondo Mauriac
François Mauriac è uno scrittore francese oggi forse un po’ dimenticato. Eppure è stato, per un cinquantennio, un’epoca cruciale che va dagli anni ’20 alla fine degli anni ’60 del secolo scorso, uno degli intellettuali francesi più noti e influenti. Cattolico, unì all’impegno letterario quello civile: si schierò contro il franchismo in Spagna e la Repubblica di Vichy, e nel dopoguerra condannò il colonialismo francese e la repressione in Algeria. Nel 1952 gli fu attribuito il Premio Nobel. Il suo cattolicesimo “eretico” lo portò ad essere criticato sia da “destra” sia da “sinistra”: famosa al riguardo è la critica, che gli rivolse Sartre, di essere poco credibile come ricco fustigatore della classe a cui apparteneva.
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