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Annalina Grasso

Giornalista, social media manager e blogger campana. Laureata in lettere e filologia, master in arte. Amo il cinema, l'arte, la musica, la letteratura, in particolare quella russa, francese e italiana. Collaboro con L'Identità, exlibris e Sharing TV

La libertà secondo André Gide e quella mancata della nostra società: ‘L’immoralista’ e ‘La porta stretta’ a confronto

André Gide

L’immoralista (1902) e La porta stretta (1909) di André Gide sono due romanzi gemelli che vanno letti insieme per essere compresi singolarmente. La loro gemellarità emerge solo nella ossatura delle storie: in entrambe il protagonista tenta di realizzarsi abbracciando un percorso di purificazione. Ne L’Immoralista, Michel, colto parigino, dopo essere guarito da una malattia abbastanza puritana (o comunque conservatrice) come la tisi, sente dentro di sé il germe dell’immoralismo e comincia ad assecondarlo. Questo tra le altre cose lo spingerà a rifiutare la sua vita precedente, ad abiurare l’amore per la storia e per l’accademia che rappresentano ai suoi occhi delle trappole per il vero sentire. Il percorso di “purificazione” di sapore Nietzschiano porterà Michel fin nella palude della pedofilia; tutto questo immoralismo alla fine non sarà stato gratuito: la giovane moglie Marceline, della quale il libro racconta l’itinerante viaggio di nozze con Michel, si spegnerà lentamente all’ombra dell’egocentrismo del marito.

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Sui sentieri d’Irlanda, paese visceralmente indipendente, globalizzato a modo suo, che ama il progresso ma non lo baratta con la propria originalità

Dublino

Al di là della bellezza, c’è qualcos’altro però in Irlanda, un’idea politico-esistenziale o qualcosa che somiglia ad una profezia positiva. Nell’Irlanda come è oggi c’è un’alternativa per il mondo di domani: un ritorno alle relazioni, ai luoghi d’incontro, una progressiva riabilitazione della vita con gli altri. A differenza di qualche ristorante conformemente alternativo delle zone nostre, nei pub di Dublino non c’è mai scritto “Posa il cellulare, comunica!”, ma nessuno lo usa perché la convivialità prevale e ha qualcosa di sacro. Quanto al rapporto con la natura, tutto lascia immaginare un equilibrato contratto con la civiltà, in cui quest’ultima si rassegna ad essere una parte del tutto. Il clima che si respira non è quello scanzonatamente alcolico che la vulgata scolaresca riporta in Italia, né c’è solo profonda meditazione come vorrebbero gli integralisti del paesaggio, ma entrambe le cose insieme fanno dell’Irlanda la patria di un metodo di meditazione: uno zen atipico, strutturato come un’ideologia e leggero come una piuma. Ultima nota, la guida a sinistra dà la sensazione di essere contromano: è una sensazione gradevolissima e propedeutica alla comprensione di quella terra.

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Cormac McCarthy: quella grande faglia tra le spietate leggi della natura e della civiltà

Cormac McCarthy

Le opere di Cormac McCarthy sono oggetti che ti riportano lontano…molto lontano. Puoi sentire l’odore dell’America profonda, quella dei Faulkner, degli Hemingway dei quali il narratore del New England è l’ultimo grande esponente, sia per stile narrativo che per tematiche. Non a caso McCarthy è stato definito dal grande critico letterario Harold Bloom uno dei “magnifici quattro” della narrativa d’oltreoceano -e gli altri si chiamano Philip Roth, Don DeLillo, Thomas Pynchon; romanzieri con una loro precisa peculiarità e che si avvicinano per avere riflesso spaccati diversi del mondo a stelle e strisce.

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‘Contemporaneamente Roma 2017’: mostre, eventi, cultura dal 24 al 30 novembre

contemporaneamente Roma eventi culturali

Un’altra settimana di arte, teatro, musica, cinema e passeggiate creative nell'Urbe, alla scoperta di una città inedita in cui si intrecciano passato e presente: tutto questo è Contemporaneamente Roma. Accanto alle proposte delle istituzioni cittadine, un ricco cartellone di eventi selezionati attraverso un Avviso Pubblico di Roma Capitale per diffondere il ruolo di Roma come Capitale della cultura contemporanea.

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René Guénon, intellettuale atipico del nostro tempo, assertore dell’unità primordiale delle tradizioni

Guénon

È proprio nel cristianesimo che Guénon riconosce l’unico reale ed effettivo collegamento tra l'Occidente e la tradizione primordiale, con i dovuti caratteri peculiari che ogni tradizione particolare presenta. È una logica che oggi pare quasi assurda, e che, anche per i più ben disposti, risulta ardua da penetrare.

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Ugo Tommei, proletario lacerbiano e futurista e gli scrittori di ‘Quaderno latino’

Ugo Tommei

Contadino e lavoratore manuale, Ugo Tommei. Un vero e proprio autodidatta in un’epoca in cui la passione accesa e bruciante e il sacro fuoco del sapere e della conoscenza divampavano nelle menti e nei cuori dei proletari più coscienti e generosi. Visse a cavallo tra XIX e XX secolo, e fu una sorta di Lemmonio Boreo in carne ed ossa. Chissà se Ardengo Soffici nel redigere il suo giovanile, anticonvenzionale ed anarcoide romanzo del 1912 così intitolato, non si sia poi realmente ispirato ad un certo milieu da lui frequentato ed approfondito e nel quale alcuni personaggi come Tommei, così affini per l’appunto a Lemmonio Boreo, erano componenti preziose ma infine non così rare.

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‘The Place’ di Paolo Genovese: l’etica individuale e i limiti degli impulsi umani

the place

Un punto di vantaggio, quindi, per il cinquantunenne regista romano che non ha paura di proporre un’esperienza di non scontato gradimento, considerato che il film procede in bilico su una suspense irrazionale, ipnotica, scabrosa e in ogni caso disturbante: “The Place” è, infatti, il nome di un bar all’americana (a proposito del quale citare i quadri di Hopper diventa quasi un test d’accesso) dove siede tutto il giorno a un tavolino l’uomo enigmatico interpretato da Mastandrea che riceve uomini e donne di varie età e diversi ceti speranzosi d’ottenere la possibilità di soddisfare i propri impellenti e spesso indecenti desideri.

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