Come ha giustamente affermato lo studioso Marco della Torre, «la poesia di Antonia Pozzi rimane, più che mai oggi, una delle voci liriche più sofferte e più pure, più luminosamente illimpidite, della poesia lirica italiana di questo secolo».1 Così scriveva qualche anno fa Dino Formaggio, che frequentò intensamente Antonia Pozzi negli anni universitari. Un commento audace, ma ormai sempre più condiviso. Del resto, già molti anni prima, Eugenio Montale annotava nell’edizione mondadoriana di Parole: «Tecnicamente la sua lirica deriva dal verslibrisme del principio del secolo e da certe esperienze di Ungaretti: voce leggera, pochissimo bisognosa di appoggi, essa tende a bruciare le sillabe nello spazio bianco della pagina […]. Un’aerea uniformità era il suo limite più evidente: la purezza del suono e la nettezza dell’immagine il suo dono nativo».
Read More »Cosa sappiamo dell’attentato a New York
Ieri, quando in Italia erano circa le 20.30, un furgone ha colpito uno scuolabus e investito diverse persone su una pista ciclabile nella zona sud di Manhattan, New York. Nell’attacco sono state uccise 8 persone e altre 11 sono state ferite. Quello che è successo è stato trattato quasi subito come un attentato terroristico, anche se finora non c’è stata alcuna rivendicazione. L’uomo alla guida del furgone è stato ferito da colpi d’arma da fuoco sparati dalla polizia e poi arrestato. Nelle ultime ore stanno emergendo diverse informazioni sul suo conto: si chiama Sayfullo Saipov, ha 29 anni, è originario dell’Uzbekistan e lavorava come autista per Uber, il famoso servizio di auto private a noleggio con conducente. Non ha precedenti penali rilevanti. Oggi il governatore di New York, Andrew Cuomo, ha confermato una notizia che era già circolata ieri sera: cioè che dentro il furgone usato per compiere l’attacco sono stati trovati dei riferimenti allo Stato Islamico (o ISIS).
Read More »L’editore-scrittore Roberto Calasso: “In un mondo senza il sacro siamo diventati solo turisti”
Il libro di Roberto Calasso è diviso in due parti. La seconda è una polifonia di voci (Virginia Woolf, Simone Weil, Walter Benjamin, Céline), che descrivono momenti di ciò che avveniva dal '33 al '45, dalla presa del potere di Hitler sino alla fine della Seconda guerra mondiale. La prima parte invece è tutta sul presente. "Le due parti - spiega Calasso - sono l'una il contrappeso dell'altra. La prima vagherebbe un po' nell'aria, parlando di questo mondo senza appigli fermi, se non si presupponesse l'altra, che è un ultimo, tremendo scontro, come fra rocce che cozzano tentando di distruggersi e autodistruggendosi. Chi non conosce quel presupposto non vede il basamento di quanto sta succedendo oggi".
Read More »‘La ragazza nella nebbia’, il thriller diretto dallo scrittore Donato Carrisi
Come il romanzo, innescato dalla sparizione di una ragazzina appartenente all’isolata comunità di una cittadina montana -impossibile non pensare alle cittadine, da Alleghe a Cogne, immortalate dal dopoguerra a oggi dalla cronaca italiana-, il film La ragazza nella nebbia serve con diversa incisività il doppio spunto della strumentalizzazione di una tragedia sia da parte di chi investiga su di essa (esaltato dal carisma insostituibile di Servillo), sia da parte di coloro che dovrebbero limitarsi a raccontarla (avvilito da un’overdose moralistica di anatemi contro le malefatte dei media). Peccato, inoltre, che il montaggio appaia talvolta confuso costringendo alcune diramazioni della suspense a finire su un binario morto e alcuni passaggi troppo didascalici a sovrapporsi al gusto dell’inserto visionario (i diorama che ricordano i plastici dei programmi tv), della sequenza movimentata o della bella inquadratura. L’incontro/scontro tra l’ispettore di Servillo e lo psichiatra di Reno sorregge bene, in definitiva, l’asse portante strettamente romanzesco, ma quello che risulta alquanto precario è il senso di mistero e sortilegio innescato dal sospetto che il Male venga generato dallo stesso finto-edenico paesino.
Read More »Salvador Dalí, vertigine pura, apoteosi dell’uomo e dell’artista
Non c’è genio artistico senza il nome di Dalí. Confinato nella sua isola, egli osserva e re-interpreta il mondo. Irrompe pressoché in ogni avanguardia del Novecento, per portare i movimenti artistici su posizioni ancora più estreme, dilatando i confini. Dalí è vertigine pura, apoteosi dell’uomo e dell’artista. La sua storia è quella di un genio eccezionale; la straordinarietà visionaria di una vita che ha visto uno, nessuno e centomila Salvador Dalí.
Read More »Torna a Firenze la seconda edizione di ‘Alluvionati Dentro’, non un semplice raduno ma un calvario
Dopo il successo dell’anno scorso torna a Firenze il raduno più amato, quello più in senso anafestico, quello con scappellamento a destra e fuochi fatui.. quest’anno con un sapore amaro (anzi aspro) vista la scomparsa di poche settimane fa dell’ultimo zingaro Gastone Moschin proprio nell’anniversario del 35° anno dall’uscita del secondo atto nelle sale.
Read More »Il Fantasy, tra tutti i mondi possibili, il saggio curato da Silvia Costantino
Nato dalla serie di incontri denominati Il Sublime Simposio del Potere, il saggio Di tutti i mondi possibili, curato da Silvia Costantino, racconta con nove diversi interventi di scrittori e studiosi italiani il mondo del fantasy. Ad affrontare, da angolazioni diverse, temi dedicati a questo “genere” sono, oltre alla curatrice, Edoardo Rialti, Sergio Vivaldi, Francesco D’Isa (autore tra l’altro del romanzo La stanza di Therese edito per Tunué), Vanni Santoni (che con La Stanza Profonda era stato candidato da La Terza al premio Strega), Matteo Strukul (entrato più volte in classica con la trilogia de I Medici e fresco vincitore del Bancarella), Francesca Matteoni, Giovanni De Feo e Vincesco Marasco.
Read More »‘Ammore e malavita’, la derisione dell’abuso di “gomorrismo”
Standing ovation alla Mostra del cinema di Venezia per gli autori e il cast di “Ammore e malavita” al termine della proiezione clou. E qui interviene il potere dei media: persino la mano del critico s’arresta a mezz’aria, un po’ intimorita un po’ condizionata ancora prima di scrivere. Come verranno presi, infatti, la sarabanda di allegri stereotipi, il diluvio di spari e ammazzamenti e il profluvio citazionistico di canzoni tra il musical americano e la sceneggiata autoctona che riempiono il film ideato come omaggio alla napoletanità di ieri, oggi e domani?
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