“Il tempo è un bastardo” è un romanzo insolito, formato da una serie di racconti collegati dal ricorrere degli stessi personaggi. Al centro ci sono Bennie Salazar, ex musicista punk e ora discografico di successo, e il suo braccio destro Sasha, una donna di polso dal passato turbolento.
Le loro storie si snodano tra la San Francisco di fine anni Settanta e una New York prossima ventura in cui gli sms e i social network strutturano le emozioni collettive, passando per matrimoni falliti, fughe adolescenziali nei bassifondi di Napoli, scommesse azzardate su musicisti dati troppe volte per finiti. Intorno a Bennie e Sasha si compongono le vicende delle loro famiglie e dei loro amici: una galleria di coprotagonisti grazie alla quale Jennifer Egan racconta le degenerazioni del giornalismo e dello star-system, la meraviglia delle droghe psichedeliche, le dinamiche emotive di un bambino autistico nella provincia americana del futuro.
Il romanzo è stato un caso letterario internazionale: i diritti di traduzione sono stati venduti in 16 paesi e nel 2011, la rivista Time ha inserito Jennifer Egan nella classifica delle 100 persone più influenti del mondo attuale.
Il tempo è un bastardo: trama
Bennie Salazar è un ex musicista punk divenuto poi un famoso discografico. Sacha è il suo fidato braccio destro: cleptomane, è una donna forte, dalla psicologia molto complessa, reduce da un passato di vicende rutilanti che dall’America la vedono anche a Napoli e che hanno formato la sua insolita personalità. Intorno ai due compare una lunga serie di personaggi secondari immessi in storie di un realistico quotidiano, il quale, tuttavia, si distacca da ogni stereotipo culturale e assume talvolta un carattere fantastico, attraversando un trentennio di storia americana fino ad arrivare a un futuribile epilogo nel 2020.
Ci sono Scotty, ex chitarrista dei Flaming Dildos – una punk band californiana in cui Bennie suonava il basso – e sua moglie Stephanie, occupata a riportare in vita la carriera di Bosco, una vecchia leggenda del rock ormai invecchiato e in declino. E ancora Jules Jones, un giornalista che cerca di violentare la starlet Kitty Jackson durante un’intervista. Tutti i personaggi sono collegati tra di loro e, attraverso le loro relazioni, è possibile penetrare nel profondo dei vizi e delle virtù americani legati alla cultura di massa, all’impatto della tecnologia sulla psicologia umana, lo star system e, soprattutto, il tempo che, passando, trasforma, metamorfizza e snatura le umane convinzioni e le umane convenzioni.
Struttura e composizione
il romanzo è costituito da 13 racconti interconnessi tra loro, tutti inseriti in una continuità e ingabbiati dentro mille fili logici da rispettare, ciascuno espresso con una voce e uno stile diversi, mescolando finto memoir, giornalismo, fantascienza; prime, seconde, terze persone; voci narranti delle età e dai gerghi più disparati; salti temporali di cinquant’anni, neologismi tecnologici, infiniti paragrafi di note a pié di pagina.
Il tempo è un bastardo (titolo originale Visit from the goon squad) nella sua struttura combinatoria si presenta infatti come un concept album musicale, con temi e motivi che vengono più volte ripresi e il cui significato si modifica e si arricchisce col passare del tempo o attraverso il flashback.
Tra classicismo e sperimentazione
Molto interessante è la sperimentazione di un capitolo scritto riproducendo graficamente un documento di power point, nel quale la vicenda narrata è ridotta a titoli e slogan grazie ai quali il lettore ha la possibilità di attivare il suo personale processo immaginativo e narrativo, e grazie ai quali, inoltre, si ha la possibilità di entrare nell’impalcatura narrativa di Jennifer Egan, nel suo personale laboratorio letterario fornito dalla versione appunto “schematica” dell’episodio.
La commistione di linguaggio letterario e linguaggio dei nuovi media come il power point – su cui è stato scritto moltissimo e talvolta anche a sproposito, soffermandosi solo su di esso – iscrive il premio Pulitzer Egan in un lunga e autorevole tradizione che risale ai grandi autori del modernismo, i quali avevano già sperimentato con i linguaggi dei nuovi media a loro coevi, come ad esempio l’impatto del telefono o del telegrafo (Henry James, James Joyce, T. S. Eliot, Italo Calvino e in parte Virginia Woolf), la radio e il grammofono (Beckett, Kafka e ancora Joyce).
Il tempo e le sue sfumature
Jennifer Egan si è avvale di una struttura razionale che, allo stesso tempo, deriva da un’autentica ispirazione legata alla vita reale e alla reale società americana che l’autrice osserva e riproduce con empatia. In questo senso, Il tempo è un bastardo non si configura come uno di quegli esemplari esercizi di stile tipici di moti romanzi postmoderni, che però risultano non coinvolgenti sul piano emotivo. Al contrario, in ogni racconto si percepisce il pulsare della vita vera, di sentimenti ricreati magistralmente dall’autrice e di storie che, nonostante le divergenze culturali e geografiche, potrebbero riguardare tutti noi.
Il romanzo ci narra infatti del tempo che, legato al secondo macrotema della musica, ci appare in tutte le sue sfumature: il tempo che passa, il tempo che scorre velocissimo o che a volte pare rallentare e sospendersi, il tempo reale e cronologico, il tempo del “per sempre” e quello ineluttabile del “mai”, il tempo che è sia un “galantuomo”, sia un “bastardo”.
Jennifer Egan ci suggerisce di considerare il tempo non solo come un tema nella narrazione ma come il suo principio strutturale di base. Come nella fisica delle particelle, il tempo della vita è tutto fuorché lineare e dunque non può esserlo nemmeno in una forma romanzo che mira alla ricreazione della vita stessa.
Alle persone non ci penso», disse Sasha.
«Eppure non è che manchi di empatia», disse Coz. «Questo lo sappiamo, per via dell’idraulico».
Sasha sospirò. Aveva raccontato a Coz la storia dell’idraulico un mesetto prima, e da allora lui aveva trovato il modo di tirarla in ballo quasi in ogni seduta. L’idraulico era un signore anziano, mandato dal padrone di casa di Sasha a indagare su una perdita nell’appartamento sotto il suo.
Fonte: http://www.mangialibri.com/libri/il-tempo-è-un-bastardo