Seducente e misterioso, La voce del Crepaccio, l’ultima fatica letteraria dello scrittore altoatesino Matthias Graziani (edito da Mursia), e tra i migliori thriller italiani del 2022 che si avvia alla conclusione, conferma la prestigiosa parentela artistica tra Graziani e Dennis Lehane e la straordinaria capacità di Graziani di distinguersi tra la massa di proposte editoriali noiose e banali.
La voce del crepaccio è ambientato nel 1989 in Alto Adige e vede come protagonista la voce del Gletschamm, creatura del crepaccio, un uomo sanguinario che conosce perfettamente le montagne dell’Alto Adige e cerca sempre di colpire qualche vittima. Forse, è proprio lui il colpevole della morte di un giovane uomo di nome Mirko Tries e forse, responsabile anche della scomparsa della sua fidanzata, ex Miss Tirolo. Ad indagare su questo caso, ci sono il commissario Lara Broschi, una donna di cinquantacinque anni che per la prima volta affrontare un caso così complicato. Fortunatamente, però, non sarà sola: verrà aiutata dalla guardia forestale che è una leggenda vivente del posto di Bergfeld: Karl Kastner, un uomo dai capelli folti, snello e in ottima forma fisica. Ma, i protagonisti principali non finiscono qui: troviamo anche un giovane adolescente, Julian Spitaler. Il ragazzo ha una dote particolare: sente le voci che provengono dalla montagna e per questo motivo non viene visto di buon occhio dalla popolazione, ma, grazie al suo dono riesce ad essere d’aiuto per le indagini che stanno conducendo il commissario e la guardia forestale.
Quando il Gletschmann torna a colpire, il commissario avrà bisogno di tutte le forze in gioco per poter fermare un assassino che è uscito dalle leggende e che sembra davvero inarrestabile. Nel nuovo libro di Graziani, leggende, thriller e fantasy si fondono per scandagliare nell’orrore e nelle relazioni umane, restituendo al lettore un’opera descrittiva ma che non lesina la dimensione introspettiva. Ne risulta un ritmo narrativo incalzante ed elegante che spinge continuamente chi legge a chiedersi come andrà a finire la storia.
Tra montagne e misteri, Graziani coglie l’occasione per realizzare un romanzo anche di formazione e d’avventura che tocca il cuore, che commuove e rende il lettore empatico con Julian, il ragazzo che sente le voci della montagna:
«E quella sera, mentre Julian sta osservando la pioggia dal camper, nei boschi di Feldberg qualcosa di molto pericoloso è tornato a vivere. Fuori il sole muore in lontananza, tingendo di rosso fuoco le Dolomiti, mentre il banco di nubi si dirada.»
Graziani sa trasformare un personaggio in una persona in carne e ossa, un luogo ed in particolare le Dolomiti in una emozione, una descrizione in un brivido. Caratteristiche che fanno dello scrittore altoatesino, tra i più talentuosi narratori italiani di oggi.
Come Lehane, Graziani riesce a creare ritratti di una precisione cristallina e di calarli nel lato più oscuro e inquietante della vita. La voce del crepaccio è un libro imperdibile per gli appassionati del genere, per chi ama le contaminazioni letterarie, doppie trame e viaggi originali dal sapore country, in luoghi, a volte, di oscura bellezza e fascino nordico:
L’Alto Adige è zona di cowboy, o meglio dei Kuahhuabn nel dialetto locale, i ragazzi delle mucche, con cappelli, stivali, cinture con grosse fibbie, mucche al seguito e cavalli, soprattutto haflinger. (…) il cielo era di un azzurro intenso, ma da settentrione una striscia insanguinata di nuvole stava lentamente divorando tutto il sereno. I rossi gerani in fiore brillavano alla luce del sole morente.
Matthias Graziani (1979) vive a Bolzano, lavora come insegnante e giornalista. La Stirpe del Vento (2010) segna il suo esordio nell’editoria. Sottopelle (2016) è il suo primo thriller ed è stato apprezzato dal maestro del noir Andrea G. Pinketts. Con Quel che resta del peccato (2018) tinge di noir la sua Bolzano. Con un racconto, nel 2020, vince il primo premio conferito dall’Accademia della Scrittura.