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Giorni di un presente corrosivo

’Giorni di un presente corrosivo’’, la lirica urbana di Andrea Scaricamazza

’Giorni di un presente corrosivo’’ è il nuovo libro di Andrea Scaricamazza edito dalla casa editrice Montag. Il protagonista della storia è Flavio, quarantenne dal carattere schivo e riservato che in una Roma rovente cerca di realizzare i suoi desideri e la sua passione più grande: la scrittura. Flavio, infatti, è un disoccupato che nei meandri di una città chiassosa, monumentale e che sprizza storia e cultura da ogni sanpietrino tenta di ricercarsi, trovarsi e comprendersi.

Giorni di un presente corrosivo

La calda estate che avvolge Roma spinge Flavio a vagare per la città; come un novello flâneur francese il protagonista abbraccia la sua inquietudine che, tuttavia, non lo distoglie da una granitica lucidità: l’umanità attuale non sa più cogliere i dettagli, né guardare alla vera essenza delle cose. Flavio è come uno spettatore di uno spettacolo in scena a cui non sente di appartenere: si aggira per strade popolate da passanti frettolosi. Nessuno di loro bada all’unicità e alla bellezza; travolti dai clacson, dai rumori, ormai assuefatti dalla vita frenetica che illude chiunque non si ponga domande circa le cose del mondo, gli essere umani rimangono incastonati in porzioni di vissuti dai quali, in realtà, fuggono inconsciamente senza ammetterlo a loro stessi:

‘’Fuggono da loro stessi, ma loro non lo sanno. Fuggono da una vita che li soffoca, da lavori che li fanno a pezzi, da mogli e mariti che non amano più, da amanti reali e da amanti sognati. Sono esseri spezzati. Loro corrono e io cammino’’.

Il continuo e piacevole monologo interiore messo in atto dal protagonista, accompagnerà il lettore in un viaggio delicato e ricco di emozioni all’interno della psiche di Flavio. La scrittura fluida e lo stile scorrevole ma d’impatto imprigiona nella pagina, con un lessico coinvolgente, ogni riflessione del protagonista: gli aspetti caratteriali, i pensieri, ogni sfumatura in cui chi si accosta alla lettura può facilmente immedesimarsi. Flavio è realista, di una lucidità adamantina, quasi sconfinante nel cinismo nonostante la sua condizione: un aspetto trattato, dall’autore, con estrema delicatezza senza sconfinare nella retorica.

 

Giorni di un presente corrosivo: la perdita del lavoro, attualità di una condizione

Nonostante il romanzo si presenti come una lettura estremamente urbana e attuale, il libro possiede una vena lirica interessante e per nulla artificiosa. Flavio perde il lavoro: condizione sempre più imperante, oggi, e che interessa molte persone. La perdita del lavoro, per via di una retorica improntata sul sacrificio, è sempre intesa come una svalutazione della persona  che subisce tale trattamento; una fallacia logica che si base sulla correlazione per il quale un soggetto diventa il riflesso della sua mansione. La perdita del lavoro che pure il protagonista subisce, con i suoi dolori e le sue dinamiche di sofferenza, diventa spunto di riflessione: Flavio appura che la sua identità come persona, il suo valore come essere umano, non è definito minimamente dal mestiere che svolge.

Tale schema mentale è solo un modello interiorizzato errato: così, si ritrova a svolgere dei piccoli lavoretti per arrotondare interfacciandosi con una nuova realtà. Ed è in quella stessa realtà che si improvvisa poeta, a Trastevere, sulle scale della fontana di Santa Maria. Tuttavia, l’intelletto profondo e le congetture di Flavio lasciano anche il posto a sentimenti ed emozioni come, per esempio, l’amicizia e il legame con Nico e don Carlo: un parroco non convenzionale che diventerà una vera e propria guida, in alcuni momenti del romanzo, per Flavio.

 

Il lirismo dei luoghi descritti dall’autore

La poesia di Giorni di un presente corrosivo passa anche attraverso la descrizione dei luoghi di Roma: veri protagonisti che, vivificati, che si stagliano lungo tutta la trama risultando  parte integrante e attiva della storia. In un primo momento, il romanzo potrebbe apparire come eccessivamente radicato nelle problematicità moderne eppure l’autore regala momenti letterari di estremo lirismo quando si tratta della descrizione dei luoghi in cui si snoda la trama; non solo luoghi fisici e passivi, ma una vera e propria geografia delle umane emozioni: da una Capitale invasa di turisti gioiosi e curiosi, alla lieta allegria dei giovani per le vie e le strade.

Le magiche fontane che stillano in gran parte degli angoli della città, così come gli splendidi giardini: radure di pace in mezzo al tumulto di una città sempre colma e pulsante come Roma. La gloria degli antichi palazzi, le rovine maestose che rimembrano le gesta degli antichi romani ricordando la loro grandezza a ogni passante e, ancora, la Roma della Resistenza a cui nessuno sembra più dar peso. Momenti diversi racchiusi, soprattutto, in unico luogo: Trastevere. Qui l’autore, con l’abilità di un fotografo della parola, cattura diversi momenti attraverso la maestria della scrittura.

Il viaggio di Flavio è un’allegoria della vita stessa: il protagonista si scontra con la realtà, con la poesia, con la solitudine, con le incombenze del mondo di oggi, con i sogni: in una parola vive, come mai avrebbe creduto di fare. Flavio esiste nella sua anima di poeta, nel suo carattere solitario ma in particolar modo si riconosce e si percepisce nei suoi sogni e nei suoi desideri, giorno dopo giorno. Attraverso il protagonista l’autore sembra voler lanciare un messaggio universale: vivere giorno per giorno, senza forzature, semplicemente assecondando le proprie attitudini. In una parola, sognando.

 

 

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