L’Ombra del Cardellino edito da GEDI gruppo editoriale S.p.A, è la seconda esperienza letteraria di Pietro Cardellino. Dopo la pubblicazione di Versi Bruciati nel 2013, il giovane scrittore acerrano non rinuncia alle lusinghe della poesia ed esplora nuovi orizzonti letterati. Ritorna alla ribalta con una nuova sfida: un libro di racconti corredato da componimenti.
Il titolo L’Ombra del Cardellino è un indizio: sia la raffigurazione in copertina sia il rimando onomastico preannunciano che lo scrittore non sia semplicemente l’autore degli scritti. Anche la parola Ombra richiama prepotentemente l’attenzione del lettore, offrendo lo sprint giusto per addentrarsi in questa passeggiata tra prosa e poesia. La giornalista partenopea Rita Felerico con la sua introduzione offre un’iniziale chiave di lettura per quello che andremo a leggere:
Quella mattina, il Signor Ludwig, arrivò in paese più tardi del solito con il suo carro di anticaglie proveniente dai più remoti angoli della terra. La sua merce era senza tempo, venuta da mondi paralleli alla ricerca di nuovi custodi da deliziare e tenere compagnia: orologi dalla bizzarra ingegneria, libri di autori fantasmi, statue di chiese sconsacrate e dipinti segnati dalla patina di un tempo immemore che fluttuano nella valle desolata dei secoli, alla ricerca di uno scrupoloso osservatore. Tra le tele, ve n’era una che attirò particolarmente l’attenzione di Alfredo…
Con queste parole si inaugura la sezione dei racconti che in totale saranno dieci. Già leggendo le prime righe del libro percepiamo un alone di mistero che accompagnerà la narrazione fino alla fine della sezione.
Svariati sono personaggi ognuno reca in sé qualcosa di spiccatamente enigmatico che mantiene viva la curiosità del lettore. Tutti presentano una complessa caratterizzazione psicologica e prima o dopo si ritrovano fare i conti con le proprie paure e i desideri. I luoghi e le ambientazioni ricordano i racconti di Edgard Allan Poe. Castelli, boschi impervi e luoghi misteriosi si stagliano nella notte spesso accompagnati da sconquassi temporaleschi. La morte è sempre in agguato pronta a mettere il suo zampino.
Con questi elementi lo scrittore condurrà il lettore verso scenari macabri. Ma tutto sottende qualcosa di più significativo: le ombre, i fantasmi, le paure e i desideri descritti, sono componenti anche dell’uomo. Questo viaggio è una sorta di catabasi nell’inconscio al quale l’autore si sottopone per conoscere la parte più recondita di sé, esorcizzando le proprie paure. L’atmosfera misteriosa e tetra si dissolve con l’inizio della seconda sezione, quella dedicata alla poesia. Si tratta di 22 componimenti a cui sono affidati desideri, speranze e profonde osservazioni dell’autore.
Il lavoro di stesura sia per la prosa che per la poesia, appare minuzioso: la scrittura è fastosa spesso arricchita da richiami mitologici, perfettamente incastonati nella narrazione . C’è una forte preponderanza di latinismi che, conferiscono eleganza agli scritti ma hanno anche un intento didascalico. Pietro Cardellino inserisce all’interno dei racconti luoghi storici aceranni e napoletani, omaggiando la sua terra di provenienza. Tra un racconto e l’altro non mancano riverenze a personalità di spicco come Vincenzo Gemito e dediche personali ad amici.
Cardellino, in una sorta di limbo tra il visibile e l’invisibile, tra il concreto e l’attratto si mette a nudo. Tacitamente ci invita a svelare quell’altro che parte di noi e ci esorta ad non aver paura se dovessimo scorgere la parte estrema e bestiale di noi. Solo attraversando il buio più profondo riusciremo a trovare la luce.
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