Emanuela Ersilia Abbadessa, è lei la vincitrice della 29°edizione del premio letterario Rapallo-Carige per la Donna Scrittrice, con il suo romanzo d’esordio “Capo Scirocco” Rizzoli 2013. La cerimonia di inaugurazione è avvenuta lo scorso 15 Giugno presso Villa Porticciolo a Genova, con la partecipazione di Claudia Pandolfi, Cesare Bocci e Massimo Giletti. Emanuela Abbadessa (Catania 4 Agosto 1964), è scrittrice e saggista italiana. Laureata in Lettere moderne presso l’ateneo catanese con una tesi sul carteggio Zandonai-Maugeri, insegnante di Storia della Musica alla facoltà di Lingue e letterature straniere dell’Università di Catania (fino al 2005), collaboratrice del quotidiano La Repubblica (edizioni di Palermo) e organizzatrice di eventi musicali. Ma è solo col romanzo “Capo Scirocco” che sembra raggiungere il vero successo, visto da lei e da molti amici come una sorta di “risarcimento” per tutto il suo impegno, la sua caparbietà e dedizione nel lavoro. Tra le tante definizioni attribuite al romanzo, la scrittrice preferisce quella di Mario Baudino (giornalista presso il quotidiano di Torino, La Stampa) che ha messo così in luce il lato oscuro del racconto: “Capo Scirocco è un romanzo di ombre”, ombre con cui si apre e si chiude il romanzo. Potremmo definirlo una storia appassionante e crudele al tempo stesso, da alcuni definita addirittura erotica e avvincente, capace di influenzare il lettore fino al punto di assorbirlo totalmente. Protagonista della storia è la vedova donna Rita e Luigi Fumini, giovane ragazzo che, giunto via mare a Capo Scirocco da una cittadina laziale, tenta di realizzare il suo sogno: diventare un astro del canto. La storia è ricca di colpi di scena e il romanzo si articola con efficientissima tecnica e professionalità. Costruito come un melodramma ottocentesco, possiede una “colonna sonora” grazie alle Arie e ai brani che vengono eseguiti; sono presenti anche Verdi e Wagner ciascuno associato alle protagoniste: Rita Agnello e Anna Cucè. Dunque l’idea del giovane che lascia la famiglia per inseguire un sogno è stato il punto di partenza, trovando ispirazione soprattutto dalla storia del suocero, un ragazzo con una gran voglia di studiare che il padre voleva destinare alla produzione di turaccioli di sughero. Una notte lascia Caltagirone e la casa paterna per scappare a Catania, per prendere così un diploma e realizzarsi. Di fondamentale importanza è anche l’ambientazione del romanzo in Sicilia, la sua terra d’origine e come sostiene la stessa scrittrice nell’intervista di Lucio Giordano (http://luciogiordano.wordpress.com/2013/07/15/lo-scirocco-di-emanuela-abbadessa-una-scrittrice-che-sta-vivendo-un-sogno-incredibile/): “Credo si debba scrivere ciò che si conosce, la terra della mia infanzia… la Sicilia ha dato moltissimo alla letteratura italiana, amo gli scrittori siciliani da Jacopo da Lentini a Tomasi di Lampedusa, da Brancati a Sciascia e amo i contemporanei; va detto però che le mie preferenze vanno alla letteratura inglese”. Alla scrittrice vanno i complimenti per essersi aggiudicata sempre con “Capo Scirocco” anche la 41° edizione del premio Isola d’Elba R. Brignatti.
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