Scriverò di te, edito da Editrice Veneta è l’ultima pubblicazione di Gianluca Stival. A dare i natali a questa giovane penna è la città di Odessa, in Ucraina. Stival, classe 1996, studia lingue e sin da piccolissimo nutre un notevole interesse per le culture e le tradizioni straniere. Con numerose certificazioni linguistiche riconosciute a livello mondiale, Gianluca si è già ambientato nel mondo della letteratura con pubblicazioni online e cartacee di suoi componimenti, valutate positivamente da esperti, critici e personaggi famosi.
Ha presentato poesie in lingua italiana, francese, inglese, spagnola e portoghese brasiliana, apprezzate e commentate da blog di poesia internazionali. Nel 2017 viene inserito all’interno de “Enciclopedia dei Poeti Italiani Contemporanei”, edita da Aletti Editore. Seppur giovanissimo ha all’attivo tre pubblicazioni: il primo libro Meriti del mondo ogni sua bellezza del 2017 è stato recensito da numerose testate giornalistiche italiane e da blog internazionali. Nel 2018 arriva il suo secondo lavoro, una raccolta di poesie dal titolo “AWARE – Tutte le poesie”, tradotta in francese e portoghese brasiliano. Nello stesso anno porta a teatro il suo monologo sulla libertà Meriti di essere libero. Nel 2019 continua con progetti letterari in Italia, Francia e Brasile e si impone nel mercato editoriale con Scriverò di te.
Scriverò di te: trama e contenuti
Scriverò di te è un’opera composta da decine di racconti di varia lunghezza che vedono come protagonista principale Mario, il nonno paterno dell’autore: ognuna di queste testimonianze narra un episodio della sua vita, partendo dagli aneddoti di bambino che ha vissuto la seconda guerra mondiale fino ai giorni nostri in cui appaiono anche delle riflessioni su argomenti di attualità.
I pensieri, uno per pagina, contengono sia episodi vissuti in prima persona, che considerazioni sulla società odierna (dall’allontanamento dei giovani dalla Chiesa all’impatto del progresso). L’ essenza del testo è riflessa nelle due diverse chiavi di lettura: quella del protagonista che racconta stralci della sua vita (con connotazioni biografiche precise) e quella dello sguardo universale rispetto al mondo in cui ogni lettore può ritrovarsi anche senza conoscere direttamente il protagonista.
Da bambino andavo a dottrina, facevo circa quattro chilometri in bicicletta per raggiungere la chiesa dove mi aspettava sempre la signora Alba. Me la ricordo molto bene quella esile donna, ogni volta che mi vedeva mi diceva che Dio era ovunque, in cielo, in terra, in ogni luogo
e in ognuno di noi. Un giorno, andando a Belfiore con una carriola e trenta chili di frumento da macinare, mi chiese: “Dov’è Dio?”, e mi venne spontaneo risponderle: “È fuori che sorveglia la carriola”.
Sono cresciuto con una preparazione religiosa ferrea e ho sempre creduto in Dio. Una mattina ho trovato una caramella in tasca, l’ho messa in bocca e mi sono diretto in bici verso la chiesa. Una volta arrivato, il sacerdote, Don Casimiro, mi diede una sberla dicendomi: “Non puoi confessarti, hai peccato. Non si masticano caramelle prima di unirsi con il Signore. Verrai la prossima settimana!”. Da quel momento le caramelle furono solo un ricordo.
All’interno del libro viene raccontata la vita di un bambino che cresce in una famiglia di imprenditori agricoli e a cui viene trasmesso sia rigore per lo studio che il rispetto per il lavoro, lo stesso che gli ha permesso di fondare una delle maggiori aziende agricole del triveneto, l’Azienda Agricola Moletto di Motta di Livenza (TV).
L’attenzione verso il mondo emerge anche dai viaggi citati a metà del dattiloscritto, dalla Cina al Brasile e dall’Egitto al Perù, in cui il protagonista descrive sia le caratteristiche dell’ambiente e delle popolazioni che le differenze di quei Paesi rispetto all’Italia. L’ultima parte dell’opera contiene opinioni e considerazioni in merito a varie dinamiche della società odierna: la situazione della donna nei Paesi arabi, la morte in diretta di Saddam Hussein, il concetto nuovo di “guerra” e il grande cambiamento delle abitudini e delle tradizioni rispetto all’adolescenza del protagonista (anni 1945-1950 circa).
Le intenzioni di quest’opera hanno uno sguardo aperto: non c’è solo il desiderio di narrare passaggi di vita di un imprenditore novantenne, ma c’è soprattutto la volontà di far riflettere su ragionamenti, quelli del protagonista, estremamente attuali e adattabili a qualsiasi persona, senza distinzioni di età.
Nel corso della sua vita, mio nonno ha sempre avuto un pezzo di carta nel quale appuntarsi le cose più incredibili delle sue giornate quasi per apprezzarne il ricordo una volta riletto tutto. In quei fogli, che ho avuto la possibilità di leggere, non ho visto solo gli occhi di un uomo che ha combattuto e lottato per ciò che amava, ma ho visto il coraggio di una persona che ha sempre guardato la propria vita con un sorriso. Ho avuto voglia di condividere con voi questi pezzi di
carta perché, se è vero che tutte le vite in qualche modo si incrociano, io nella vita di mio nonno ho sicuramente trovato un pezzo di me.
“Pubblicare Scriverò di te – ha dichiarato Stival – è un vero sogno che si realizza, oltre che una genuina esperienza umana e personale: grazie a tutti i racconti della vita di mio nonno Mario sono riuscito ad entrare nel vissuto, nei viaggi e nel lavoro di un uomo che ha lottato per i propri ideali e che ha sempre dimostrato che i valori sono alla base di tutto. È il nonno con cui tutti dovrebbero parlare!”