Tra gloria e abissi è la nuova raccolta poetica di Serraiotto, (edizioni La Gru) in cui l’autore, alla maniera di Ungaretti, recupera il senso e il valore della memoria attraverso la poesia, la parola che pacifica il proprio stato d’animo e ci mette in contatto con cose apparentemente perse per sempre, accompagnato dalla consapevolezza che l’Uomo poggia su un fattore oscuro incommensurabile e che conduce la propria esistenza, per l’appunto, tra gloria e abissi.
Sergio Maria Serraiotto è nato a Bassano del Grappa nel 1965, in quello che fino ai primi anni 2000 si definiva il “ricco nordest”, ultimo di quattro fratelli. Suo padre, dopo la guerra, compresi due anni di lager in Germania, è emigrato in Venezuela per poi tornare in Italia e lavorare nel commercio edile, lavoro che l’autore prosegue tutt’oggi. Sua madre si è sempre occupata della famiglia. Diplomato in ragioneria nel 1984, mi è sposato nel 1991, ha due figli e una figlia di età variabile tra i 26 e i 9 anni. Scrive da sempre, la prima poesia l’ha composta alle elementari, presume per necessità espressiva o, più semplicemente, perché scrivendo riesce a tenere a bada i suoi demoni personali e costa meno di andare in analisi.
Il tema della disillusione, del disincanto e della pietà, ma anche la consolazione al vuoto, il pudore, la memoria degli affetti, il rapporto con Dio, la giovinezza e l’idea della morte. 60 poesie introdotte da 12 aforismi ci conducono in sentieri e diramazioni che come arterie dello stesso cuore assolvono all’unico scopo di farlo pulsare ancora, esorcizzando la tristezza, nonostante le guerre e le ferite subite e inferte, nonostante le ingiustizie, le perdite e le rinunce che ogni vita cela in sé.
Tra gloria e abissi, silloge che segue al suo esordio poetico, “Il negozio delle lacrime usate” (Samuele Editore, 2012) e alla seconda e più matura “Il peso del paradiso” (Lietocolle, 2015), Sergio Maria Serraiotto si sofferma con insistenza a scandagliare il passato, la cui memoria sta in equilibrio, appunto, tra gloria e abissi, in uno spazio temporale in continua evoluzione e trasformazione. Con lo sguardo rivolto al passato Serraiotto considera, nel senso etimologico del termine, tutto ciò che sembra essere andato perduto e lo recupera, con cura e attenzione, attraverso la parola poetica. Sia il titolo del volume che quello dato alla prima parte sono allora fondamentali per estrarre il significato profondamente epistemologico di questa operazione. Nell’asse spazio-temporale che si estende tra la gloriosa felicità della vita e l’abisso della morte, i versi, e il poeta stesso, ci rivelano che gli esseri umani possono decidere di vivere come aquilone, oppure come filo.
In Tra gloria e abissi, protagonista è il dolore che contempla il passato, che, come recita la prefazione, “si sparge sulle pagine dove i versi ripercorrono, con sollecitudine, i capitoli di un legame esaurito, contemplandone le imperfezioni, i fallimenti, il vuoto che ha lasciato. E tutta la felicità è come una pozza di cui ignori la profond ità/finché non ci immergi il piede”
TRASCURABILE
Lei confidava nell’arrivo dell’estate, nei vestiti leggeri a fior di pelle, nella luce che si riflette dagli occhi e scalda il circolo vizioso dell’umore. Lui aveva il cuore più pesante, sperava ancora nella pioggia perché mal sopportava gli abbracci collosi come un rivolo sudato sulla schiena.
Del banale di cui s’accontentavano erano inconsapevoli che un trascurabile contrasto corrode anche la roccia, poco a poco.
L’autore
Nel 2011 partecipa all’antologia “Sotto l’albero delle mele” Aletti Editore.
Nel 2012 esce per la Samuele Editore la sua prima raccolta di poesie intitolata “Il negozio delle lacrime usate”.
Nel 2013 con Samuele Editore è inserito nell’antologia “Tutto il bene che ci resta”.
Nel 2013 esce per la “NEMLA Italian Studies” (U.S.A.) l’antologia “The place to be” alla quale partecipa come autore.
Nel 2015 esce la sua seconda raccolta di poesie edita da Lietocolle dal titolo “Il peso del Paradiso”.