Tutta una questione di algoritmo, edito da Brè Edizioni è l’opera prima di Luca Bovino. Lo scrittore pugliese nasce a Grottaglie il 25/01/1977, dove tutt’ora vive; avvocato da quasi vent’anni, vincitore del premio Toga D’Onore nell’anno 2005 conferito dall’Ordine degli Avvocati di Taranto per la migliore affermazione nell’esame di abilitazione. Sposato, con due figlie, condivide con la sua famiglia passioni, chiacchiere e letture. Ha scritto diversi saggi di interesse giuridico, pubblicati su libri e riviste di settore. Bovino cura un blog di recensioni letterarie dal titolo dalrecensore.wordpress.com.
Con Tutta questione di algoritmo, Luca Bovino, debutta nel panorama della narrativa italiana, con cui viene premiato con la Menzione Speciale al Premio Bukowski 2020, arrivando finalista nella cinquina del I concorso internazionale Montag 2020.
Tutta una questione di algoritmo: Sinossi
Tutta una questione di algoritmo esce sul mercato editoriale il 14/10/2020:
Arrivò lunedì, il giorno della partenza.
Tutti consigliano di mantenersi liberi, il giorno della partenza, quando si affronta un viaggio in aereo. Per avere più tempo per preparare la valigia, arrivare all’imbarco senza rischi, ridurre l’impatto dei contrattempi.
Perché l’aereo non è come il treno. Se arrivi in ritardo non c’è nessun aereo successivo da prendere. C’è solo la catastrofe. Quel lunedì, però, andò a lavorare. Ed ebbe un pomeriggio pieno di nodi da sciogliere. Non poté farci nulla. Era il lavoro. E il suo lavoro non aveva pietà per nulla, neanche per le partenze. Faccende indolenti e sfacciate doglianze erano gli ingredienti delle sue diete. Che ingurgitava senza ritegno, presumendo d’avere lo stomaco per digerirle.
Diciannove e trenta.
Era solo, nella piccola stanza del suo ufficio e stava ancora aspettando che la casella di posta elettronica caricasse gli ultimi documenti.
Sul biglietto d’andata c’era scritto che alle dieci di sera l’imbarco sarebbe stato chiuso. Il volo partiva da Bari. E per arrivarci occorreva almeno un’ora e mezza di macchina. A stare larghi.
E invece di prepararsi era ancora lì, lo sguardo fisso sulla colonnina nello schermo, che cresceva con la lentezza di un bradipo zoppo. Ogni tanto inseriva fogli nello scanner, e poi tornava al suo monitor. Poi rispondeva al telefono, e ricacciava gli occhi lì.
Annotava improvvisi ricordi sull’agenda, e ricominciava ad almanaccare nello stesso punto.
La nostra vita è regolata da un algoritmo? Non lo so, di certo siamo parte di un immenso meccanismo composto da sette miliardi di rotelle e, quando se ne inceppa una, nascono i problemi. Come al nostro avvocato, cui manca un bonifico ed è costretto a un precipitoso viaggio a Bologna per recuperare la somma. Cosa volete che sia un volo aereo Bari-Bologna? Eppure… quando l’algoritmo non gira, quando gli ingranaggi s’inceppano, accade di tutto: il traffico, il navigatore, i passaggi a livello, il nervoso! La perdita della lucidità, sommata alla fretta, al timore di non farcela, renderà un banale viaggio di lavoro in una giungla inestricabile di problemi, di frustrazioni, di discussioni, di insidie devastanti. Ce la farà il nostro eroe a raggiungere l’agognata meta? Riuscirà a recuperare la somma bramata? Speriamo, sperando non cambino di nuovo l’algoritmo, vero Mr. Zuckemberg?
L’autore racconta la storia di un viaggio di lavoro nel quale il protagonista finisce per trovarsi in una serie di situazioni paradossali da cui trae esperienze angosciose, e finisce per smarrire ogni rapporto coerente con la realtà, e con sé stesso.
Nelle nebbie del suo delirio onirico, il malcapitato eroe realizza che ogni programma razionale è ormai infranto, e non gli resta altro che contemplare le falle del proprio algoritmo esistenziale.
La resa onirica della trama è presente nel testo attraverso un frequente richiamo ad espressioni eufoniche come: paronomasie, allitterazioni, chiasmi, metri occulti (alessandrini, endecasillabi, quinari, e haiku camuffati all’interno della prosa), oltre a riferimenti espliciti, ed apocrifi come cripto e pseudo citazioni. E altre figure di tensione, come accumulazioni, elenchi, climax e anticlimax, ridondanze, preterizioni, ripetizioni per rendere più realistica l’ossessiva realtà della trama.
Il romanzo – ha dichiarato l’autore Luca Bovino – è nato un po’ da una necessità e un po’ da una scommessa, volevo liberarmi da alcuni fantasmi che perseguitavano da troppo tempo i miei ricordi. E poi volevo sperimentare l’assoluta libertà che offre un testo narrativo inseguendo quel confine irraggiungibile in cui la parola unisce il pensiero con la realtà.
https://breedizioni.com/libri/tutta-una-questione-di-algoritmo/