a chi manca Leonard Cohen? A tutti coloro che amano la musica, la poesia, la letteratura e hanno ritrovato nei sui versi un briciolo di se stessi. Ma cosa manca di Leonard Cohen? Mancano i suoi silenzi, la sua voce roca e baritonale, le sue malinconie, il suo erotismo, la sua religiosità, il suo disagio, le sue imperfezioni, il suo mal d’amore e le sue grandi canzoni. Se proprio si vuole tracciare un paragone (ingeneroso) con Dylan si può dire che mentre "Mr Tambourine Man” cercava di cambiare il mondo con le sue canzoni attraverso un impegno sociale molto spiccato (basta ricordare Blowing In The Wind, Hurricane, A Hard Rain Is Gonna Fall, The Times They Are A Changin’ solo per citarne alcune), “Mr Suzanne” cercava solo di analizzare l’animo umano con uno sguardo critico sulle mille sfaccettature che lo compongono cercando di fare chiarezza sulle tensioni interne e sulle pulsioni che tutti noi abbiamo, sperando di renderci migliori.
Read More »‘Smile’: Il fantasma dei Beach Boys
Capita molto raramente di vedere dei fantasmi, ma in campo musicale qualche volta succede ed il “fantasma” più famoso del rock è senza dubbio SMiLE, il leggendario album dei Beach Boys, cancellato improvvisamente a pochi giorni dalla pubblicazione dall’autore Brian Wilson e rimasto inedito per più di quarant’anni. Negli anni la fama di “capolavoro perduto”, di “opera maledetta”, ne ha accresciuto enormemente il fascino facendogli assumere contorni mitici, alimentando, cosi, l’affannosa ricerca di collezionisti e la continua pubblicazione di bootleg contenenti stralci di quelle fantastiche sessions. Nel 2011 il mistero è stato svelato.
Read More »“Bridge Over Troubled Water”: l’ultimo atto di Simon & Garfunkel
Nell’agosto del 1969 la premiata ditta Simon & Garfunkel stava chiudendo i battenti dopo dodici anni di sfolgorante carriera e clamorosi successi. Il duo più popolare del pop era sull’orlo dello scioglimento a causa di inconciliabili divergenze artistiche e spinte centrifughe verso progetti solisti. Art Garfunkel aveva, infatti, cominciato una discreta carriera cinematografica (con i film Conoscenza Carnale e Comma 22) trascurando le sedute d’incisione ed irritando progressivamente un Paul Simon costretto a lavorare da solo per la maggior parte del tempo. Prima di lasciarsi, tuttavia, erano decisi a dare alle stampe il loro “canto del cigno” proprio come avevano fatto i Beatles nello stesso periodo.
Read More »Il theremin torna in auge – La magia eterea della musica
Torna in auge l’antico strumento che si suona senza alcun contatto: il Theremin. Prima l’industria di Hollywood, poi i Led Zeppelin e i Pink Floyd. Recentemente, ne hanno fatto uso, tra gli altri, il piccolo Milhouse de I Simpson e Sheldon Cooper in The Big Bang Theory. L’era dell’informazione rende giustizia ad uno strumento che era quasi stato dimenticato.
Read More »Abbey Road: il canto del cigno dei Beatles
Il 26 settembre del 1969, giorno dell’uscita di Abbey Road, i Beatles già non esistono più. La separazione ufficiale avverrà di fatto pochi mesi dopo, nell’aprile del 1970, ma inconciliabili divergenze artistiche, economiche e personali ne avevano già minato irreversibilmente la coesione interna. Le tensioni accumulate durante le session per il White Album, il naufragio dell’ambiziosissimo progetto Get Back, l’eroina, le donne avevano lentamente portato il più grande gruppo del mondo sull’orlo dello scioglimento. Tuttavia i Fab Four avevano deciso di chiudere il loro percorso artistico comune in grande stile, ossia con un album che rimanesse nella storia.
Read More »“Slowhand”: la nona vita di Eric Clapton
Dopo una disordinata ma straordinaria carriera spezzettata in brevi ma fondamentali esperienze, Yardbirds, Bluesbrakers, Cream, Blind Faith, Derek And The Dominoes, Delaney & Bonnie e collaborazioni di lusso (The Beatles, Plastic Ono Band, George Harrison), Eric Clapton, forse uno dei più significativi chitarristi del rock, decide di prendere in mano il suo avvenire. Dotato di un talento ed una passione per il blues fuori dal comune, ma anche di un carattere difficile che lo porta ad una continua ma vana ricerca di un assetto stabile, Manolenta nel 1970 pubblica l’omonimo album solista che pur contenendo ottimi spunti non stupisce ed entusiasma più di tanto. Dopo altri tre album (461 Ocean Boulevard, There's One in Every Crowd, No Reason to Cry) in un crescendo quasi rossiniano, arriva la consacrazione nel 1977 con la pubblicazione di Slowhand. Abilmente sospeso tra brani originali e cover di grande prestigio, quest’album presenta un miscela esplosiva di blues, rock e pop che ottiene il consenso del pubblico e nel contempo dimostra la sua grande maestria a confrontarsi con generi diversi.
Read More »“Senza Orario Senza Bandiera”: l’uomo secondo i New Trolls
Il 1968 è stato un anno particolare in quasi tutto il mondo. La contestazione studentesca, le battaglie per i diritti civili, il Vietnam, la liberalizzazione dei costumi, le droghe, hanno reso quest’anno un punto di svolta cruciale per la storia del XX secolo. E’ stato altresì un anno di grande fermento intellettuale, culturale e musicale; è perfettamente inutile ricordare il numero di capolavori usciti in questo anno magico da una parte all’altra dell’Atlantico. In Italia, sebbene in maniera molto più blanda, alcune di queste istanze si sono fatte sentire ed uno dei dischi in cui sono maggiormente presenti è senza dubbio Senza Orario Senza Bandiera, storico debutto dei genovesi New Trolls, uno dei gruppi più importanti del progressive rock italiano.
Read More »“Grace”: un angelo di nome Jeff Buckley
Che Jeff Buckley fosse un predestinato era chiaro fin dall’inizio. Figlio d’arte, il padre Tim Buckley era uno dei cantautori più innovativi del rock e la mamma, Mary Guibert una discreta violoncellista. Cresciuto a pane e musica, riceve in eredità dal padre una voce incredibile, bellissima, angelica ed uno spiccato senso per la sperimentazione. Dopo diversi anni on the road in cui affina sia la sua tecnica chitarristica che compositiva, Jeff approda ai Bearsville Recording Studio dove, sotto al guida di Andy Wallace (già produttore dei Nirvana) registra il suo folgorante debutto per la Columbia Records. Con l’ausilio di un pugno di musicisti scelti personalmente dall’autore (Mick Grondahal al basso, Matt Johnson alla batteria e Gary Lucas alle chitarre) prendono forma tra quelle mura le dieci magnifiche canzoni che andranno a comporre la scaletta di Grace.
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