Una vita già scritta, un destino già segnato, ma non per Uto, non con lui accanto. Perchè il sopraggiungere di questo ragazzo, arrabbiato, ferito, quasi incomprensibile a se stesso, travolgerà e cambierà il destino di tutti coloro che entreranno in contatto con lui.
Read More »Lighea: la sirena ambigua di Tomasi di Lampedusa
Il titolo Lighea è stato suggerito dalla moglie di Tomasi di Lampedusa, Alexandra Wolff Stomersee detta Licy e riprende il nome del personaggio mitologico coprotagonista
Read More »‘Conversazione in Sicilia’: la scoperta dell’Uomo
Conversazione in Sicilia è uno straordinario viaggio di fantasia, una nobilitazione dello spirito puro dei contadini alla Tolstoj che conduce alla conoscenza e alla realizzazione dell'essere umano
Read More »‘La giornata d’uno scrutatore’ di Calvino: politica o amore?
"La giornata d'uno scrutatore" è un'opera dal retrogusto amaro, dalle tinte grigie e dallo stile semplice e lineare che non annoia mai il lettore pur affrontando tematiche politiche, sociali e religiose.
Read More »‘L’elefante scomparso’, di Haruki Murakami
"L’elefante scomparso" è un racconto breve, in bilico tra sogno e realtà,dello scrittore giapponese Haruki Murakami (Kyōto 1949) voce eminente del panorama letterario giapponese e mondiale, e autore del capolavoro "L'uccello che girava le viti del mondo".
Read More »‘L’isola di Arturo’ di Elsa Morante: reclusione e tentazione
Arturo Gerace, il protagonista di questo imperdibile romanzo di formazione, L'isola di Arturo. Egli nasce accanto al mare, accanto al suono delle onde che si infrangono sugli scogli. In un luogo che, più di tutto il mondo, rappresenta quell'anima che nulla attende, se non un bacio, una carezza, un gesto d'amore. "Per me madre significava precisamente: carezze." Ma quel gesto non arriva, mai.
Read More »‘Il visconte dimezzato’: l’incompletezza dell’essere umano
“Il visconte dimezzato” rappresenta il primo romanzo della trilogia di Italo Calvino “I nostri antenati”, comprendente anche “Il barone rampante” (1957) e “Il cavaliere inesistente” (1959).
Read More »‘Il carcere’ di Pavese: un paese come non-luogo dell’anima
Il 17 gennaio 1949, a poco meno di un anno dalla sua morte, Cesare Pavese ammise che si era a lungo vergognato de "Il carcere" come una ricaduta nel solipsismo e disse di essersi reso conto che questo problema lo attanagliava ancora, anche quando scriveva "La casa in collina".
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