Il nome di Corrado Alvaro non compare molto spesso nei manuali scolastici e nei libri di testo e la sua notorietà è legata al suo capolavoro Gente in Aspromonte, in cui mette inaugura il cosiddetto "tema calabrese" che poi risulterà ricorrente nella sua produzione. Probabilmente ad Alvaro la cultura italiana ha preferito la tradizione della narrativa di ispirazione regionale e meridionale di Verga, Capuana, De Roberto, e Pirandello, trascurando però una differenza sostanziale: alla società meridionale vista, dagli questi citati, come qualcosa di immutabile e senza speranza, dove nulla possono né la storia né gli uomini, Alvaro contrappone, forse in maniera troppo elementare (fatto questo che ha potuto giocare a sfavore di Alvaro sull'opinione e sui giudizi della critica), un mondo arcaico tragico, fatto di ignoranza, superstizione e povertà e che però non è immutabile, ma è un mondo in trasformazione che può essere giudicato soltanto con gli occhi della memoria.
Read More »Giani Stuparich, scrittore mitteleuropeo che rifiutò la realtà mutevole
Scrittore dall'aria "mitteleuropea" e, per tanti, "triestino", Giani Stuparich, nasce da padre istriano e madre triestina, il 4 Aprile del 1891. Dopo aver intrapreso gli studi classici, frequenta l'Università di Praga e si laurea in Lettere a Firenze con una tesi su Machiavelli e la Germania. Durante lo scoppio della guerra, nel 1915, si arruola come volontario nell'esercito italiano prendendo parte alle operazioni sul Carso e sul Monte Cengio, ottenendo la medaglia d'oro al valor militare. Insegna nel liceo triestino "Dante Alighieri" fino al 1942 , anni in cui comincia anche la sua attività letteraria. Arrestato dai nazisti nel 1944, viene liberato grazie alle autorità cittadine. Collabora, come giornalista, con riviste come "Solaria" e "Pan", "La Stampa" e "Il tempo". Muore a Roma il 7 Aprile del 1961, per cause naturali.
Read More »Clotilde Marghieri: passione, audacia ed ironia
La scrittrice napoletana Clotilde Marghieri non si è mai definita una professionista, eppure si è dedicata alla letteratura con estrema passione, coraggio ed ironia di chi ha voglia di ricercare sempre e comunque la verità.
Read More »Bertold Brecht, il drammaturgo socialista
Nato il 10 Febbraio 1898 ad Augusta, in Germania, da una famiglia borghese, Eugen Berthold Friedrich Brecht, più semplicemente conosciuto come Bertold Brecht, è stato uno dei personaggi più influenti del Novecento: drammaturgo, poeta e regista teatrale tedesco. Influenzato dalla fede …
Read More »Gianna Manzini: l’intellettuale lirica
La scrittrice toscana Gianna Manzini, intellettuale raffinata e sensibilissima, è tra le figure più interessanti nel panorama letterario italiano novecentesco. Autrice di frammenti lirici e sperimentatrice di forme aperte del testo, il suo percorso è caratterizzato da soluzioni originali ed innovative che la pongono al di là delle tendenze letterarie.
Read More »Paolo Buzzi: l’ultimo futurista
Il nome di Paolo Buzzi figura tra i primi "manifesti" di Marinetti e potremmo tranquillamente inserirlo nella tradizione del filone lombardo che ha iniziato con la Scapigliatura e termina con il Futurismo, assumendo una fisionomia nuova: ottimista e fiduciosa nel progresso
Read More »Marcel Proust, una vita per la letteratura: la più vera forma di vita
Marcel Proust, è un nome che evoca un concetto tanto caro a noi esseri umani, il tempo. Tempo che è stato cercato, rincorso, cristallizzato da Proust, uno dei più grandi scrittori che la letteratura abbia mai partorito, che ha vissuto per la letteratura, che l'ha definita la forma più vera di vita. Nessuno come Proust ha approfondito con tale finezza la psicologia con un grande senso della relatività, una sorta di meccanica quantistica che gli consente di rappresentare a più livelli lo stesso personaggio facendo vivere al lettore un’intensa esperienza conoscitiva, come dimostra il suo capolavoro Alla ricerca del tempo perduto.
Read More »Anna Maria Ortese, solitaria sacerdotessa della scrittura
La solitaria e "antipatica" (come si definiva lei stessa) Anna Maria Ortese è stata una scrittrice di rara sincerità, forse è proprio per questo suo modo di essere che, quando era in vita, era poco ascoltata, e oggi quasi per nulla ricordata. Il suo vivere deliberatamente in solitudine e il suo carattere riservato che non si sposava affatto con la mondanità sono da considerare soprattutto in riferimento all'insofferenza della Ortese per i circoli letterari, le apparizioni in pubblico, le promozioni editoriali e i salotti culturali.
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