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Scrittori del ‘900

Addio allo scrittore napoletano Raffaele la Capria, amante dell’indefinito e di coraggiosi fallimenti

la Capria

Lo scrittore e sceneggiatore napoletano Raffaele la Capria se n'è andato il 27 giugno 2022 all'età di 99 anni. Con lui se ne va un'idea della città di Napoli come metafora della vita, tra vizi e virtù. Lo scrittore legato all'attrice Ilaria Occhini (scomparsa nel 2019) per 58 anni, che ha raccontato "l'armonia perduta" per spiegare il suo rapporto con la città che "ti ferisce a morte o t'addormenta, o tutt'e due le cose insieme", descritto magnificamente nel suo romanzo più celebre, "Ferito a morte", che gli valse il Premio Strega nel 1961, considerava quello dello scrittore un atteggiamento cognitivo-emotivo, un lavoro conoscitivo del mondo.

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‘Il cuore delle cose’ di Natsume Soseki. Un tesoro dimenticato

Soseki

Nel 1999, all’alba del nuovo millennio, il Los Angeles Times organizzò un simposio dedicato ai “tesori dimenticati” della letteratura del novecento. Kundera, ad esempio partecipò consigliando la lettura de L’uomo senza qualità di Musil ("È attraverso le situazioni dei suoi personaggi che Musil raggiunge un’ineguagliabile diagnosi esistenziale del nostro secolo …”).  Al simposio un altro scrittore, Simon Leys, sinologo e storico dell’arte di origine belga, selezionò invece quattro opere, già “giustamente famose”, ma che non hanno “raggiunto il più ampio numero di lettori che chiaramente meriterebbero.”  Fra queste era uno degli ultimi romanzi del forse più celebre degli scrittori giapponesi del novecento, Il cuore delle cose di Natsume Soseki – del 1914, titolo che tenta di rendere un termine giapponese intraducibile, Kokoro (che Nicoletta Spadavecchia diede nell’edizione Neri Pozza – poi Beat – del 2001; se ne pubblicò una versione intitolandola semplicemente Anima). 

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Pasolini: smettiamola di mitizzarlo e strumentalizzarlo!

pasolini

2 Novembre 1975. Pasolini viene assassinato vicino ad un campetto di calcio all'idroscalo di Ostia. Riceve percosse, bastonate e agonizzante viene travolto più volte con la sua stessa auto. I capelli intrisi di sangue. Le tracce di pneumatici segnano la sua schiena. Le dita della mano sinistra fratturate. Dieci costole fratturate. Il cuore scoppiato. E' irriconoscibile, tant'è vero che la donna che scopre il suo cadavere ed avverte la polizia di primo acchito aveva pensato che fosse un sacco di stracci. Muore quella notte uno dei più grandi intellettuali dell’epoca. Non solo, ma anche uno degli intellettuali più scomodi che la letteratura del ’900 possa annoverare.

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Edith Södergran, fondatrice del modernismo finlandese

Edith_Södergran

La vita di Edith Irene Södergran fu breve come una “stella caduta risuonando”, anche se la sua luminosità fu più evidente per i posteri. La giovane poetessa finlandese infatti fu considerata post mortem una delle voci più autorevoli dell’espressionismo e del modernismo nazionale e della poesia svedese (lingua in cui si espresse, pur essendo finlandese).

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Ricordando Thomas Mann, mediatore tra Vita e Spirito

umanesimo

Thomas Mann (6 giugno 1875 - 12 agosto 1955) ha inscritto la propria complessa letteratura nel territorio della vita, in cui tutti noi ci riconosciamo, perché è un territorio ermetico, tra non-essere-ancora e non-essere-più. Di questo regno intermedio, demonico, mutevole, l’arte si fa espressione, a volte anche contro le taglienti pretese dello spirito.

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Joris-Karl Huysmans: dall’abisso alla fede cattolica

Joris-Karl Huysmans

Joris-Karl Huysmans nasce a Parigi nel 1848; di origine fiamminga, è funzionario presso il Ministero degli interni dal 1868, si dedica alla letteratura sotto l'influenza di Zola: al naturalismo infatti si possono ricondurre i suoi primi romanzi, Marta, storia di una fanciulla, La sorelle Vatard e il racconto Zaino in spalla, che Zola raccoglie nelle Serate di Médan, antologia di scrittori naturalisti da lui stesso curata.

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‘Aspetta primavera Bandini’, il primo romanzo di John Fante sull’immigrazione negli States

Fante romanzo

John Fante è uno scrittore originale e di talento. Ciò nonostante per molto tempo è stato un autore di nicchia. Essendo italoamericano è stato considerato marginale sia dai critici letterari americani che da quelli italiani: troppo italiano per gli americani, troppo americano per gli italiani. Fu Vittorini che lo fece conoscere agli italiani negli anni’40, mentre in America solo negli anni’80 ci fu la sua riscoperta grazie a Bukowski, che lo considerò suo maestro per aver saputo conciliare nella sua prosa ironia e dolore. In Francia recentemente è divenuto un caso letterario.

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Franco Fortini e gli anticorpi per trasformare lo schifo e la menzogna della cultura di massa in altro

Franco Fortini

“Se si crede in una frase di Brecht che dice: ”La tentazione del bene è irresistibile”, allora, si crede, anche, che si possano formare degli anticorpi capaci di trasformare lo schifo, la menzogna, le feci coltivate dalla cultura di massa in altro. E’ possibile, perciò, è doveroso mutare”.  Sono le parole di Franco Fortini, poeta, saggista, critico letterario, traduttore,  in un filmato d’epoca del 1990, in un’aula occupata della Facoltà di Lettere e Filosofia di Urbino, gremita di studenti. E’ un invito al cambiamento, a una metamorfosi della coscienza collettiva contro la mercificazione di una società capitalistica.

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