Si chiama come la casa editrice fondata da Elisabetta Sgarbi e ha per creatore J. J. Abrams, ideatore fra le altre delle serie tv Lost e Fringe. Come se non bastasse, è protetto da una vera e propria scatola-custodia sigillata, che deve essere aperta una volta acquistato il volume. È un’opera di cui si sente parlare poco nell’ascoltare il grande pubblico, sebbene sia in commercio già dal 2013, ma di cui chi l’ha letta non può fare a meno di esprimersi con meraviglia. La nave di Teseo – V. M. Straka è, infatti, un vero e proprio caso editoriale. Un romanzo assolutamente unico nel suo genere, che è stato scritto concretamente da Doug Dorst in lingua inglese e che ha poi fatto il giro del mondo in pochissimo tempo, per via della sua struttura innovativa e insolita.
Il volume sembra piuttosto antico e, nello sfogliare le prime pagine, si ha l’impressione che sia stato effettivamente scritto dal già citato V. M. Straka e dato alle stampe nel 1949, motivo per cui la sua carta è ormai ingiallita e malandata. Dall’etichetta di una biblioteca che si nota sul retro, peraltro, si intuisce che la copia che si ha fra le mani appartenga a una struttura dalla quale è possibile solo chiedere in prestito il libro. In verità, l’intera ambientazione è una finzione letteraria che catapulta il lettore nel secolo scorso anche se i veri autori sono altri, e che sulle prime sembra seguire le vicende di un unico personaggio principale, affetto da amnesia e protagonista di un viaggio fuori dal comune alla scoperta di sé stesso.
A rafforzare questo patto di lettura c’è una prefazione firmata F. X. Caldeira, uno studioso che Straka ha scelto personalmente come proprio traduttore e che fornisce alcuni dettagli misteriosi e affascinanti sull’identità dello scrittore. Dopodiché, la trama si sviluppa contemporaneamente su due piani: quello ufficiale, che ha un suo filo logico e un suo svolgimento autonomo fino alla fine, e un piano parallelo e inaspettato.
Sui bordi di ogni foglio, infatti, appaiono via via delle annotazioni a penna, dei ritagli di giornale, delle cartoline, dei manifesti, delle fotografie e altri oggetti, attraverso cui si ricostruisce una seconda storia. La storia di due lettori de La nave di Teseo, che indagano sulla figura di Straka leggendo entrambi l’opera e lasciandosi dei messaggi e dei commenti a margine, nel tentativo di venire a capo di una serie di teorie e ricerche incompiute.
Il lettore, pertanto, ha di fronte a sé due binari paralleli e diversi fra loro, e può scegliere se seguirli entrambi contemporaneamente, proseguendo sia nella lettura firmata Straka sia nella comunicazione fra i due studenti che hanno preso in prestito il volume, o se leggere prima solo uno strato della narrazione e poi l’altro, per evitare sovrapposizioni complicate e incomprensioni.
Qualunque sia la sua scelta, comunque, non riuscirà a fermarsi prima di essere arrivato fino in fondo, perché ironia, profondità, fantasia, dilemmi, intrighi, riflessioni, pericoli e legami affettivi rendono V. M. Straka un romanzo mozzafiato e lo trasformano in un grosso puzzle di cui si vuole a tutti i costi venire a capo, aiutandosi con gli inserti disseminati qua e là, con gli appunti cancellati e poi riscritti e con il testo della storia stesso, dal momento che ogni elemento può essere cruciale per capirci di più.
Quando si conclude l’esperienza e si trova il bandolo della matassa, dunque, si realizza di avere partecipato a un’avventura letteraria senza paragoni, costruita in maniera meticolosa e attenta finanche ai più piccoli dettagli, e in grado di coinvolgere chiunque abbia una curiosità spiccata e il gusto per i colpi di scena. Un’invenzione che val bene il suo prezzo e che di certo è preferibile in formato cartaceo anziché in formato elettronico, ma che soprattutto restituisce il piacere della scoperta e del brivido perfino ai lettori più svogliati.
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