Cosa potrebbe succedere quando il più visionario dei registi incontra la nobile follia di un capolavoro letterario quale il Don Chisciotte? Lo sapremo nel 2017 quando finalmente uscirà nelle sale di tutto il mondo, l’ultima fatica, dopo The zero theorem del 2013, dello psichedelico Terry Gilliam (Monty Python, I banditi del tempo, Brazil, Le avventure del Barone di Münchausen, La leggenda del re pescatore, Paura e delirio a Las Vegas) che da più di vent’anni ha in testa questo ambizioso progetto cinematografico che conterà su un cast internazionale: L’uomo che uccise Don Chisciotte.
Le riprese inizieranno nel prossimo ottobre e precisamene il giorno 3 scatterà il primo ciak in terra di Spagna; ciak che, come ha accennato lo stesso cineasta durante un’intervista, riguarderà una scena che riprende le cascate, l’acqua che scorre, un uomo che cade. Un’immagine bizzarra; per proseguire con scene di massa, con molti cavalli. La sinossi ufficiale ci consegna un Don Chisciotte dei giorni nostri, interpretato dal Monty Python Michael Palin, mentre ad Adam Driver spetta il ruolo che nel romanzo è quello del fedele scudiero del protagonista, Sancho Panza, un pubblicitario travolto dal suo capo, la cui moglie ha il bellissimo volto della modella e attrice Olga Kurylenko, una moderna Dulcinea, l’amata immaginaria di Don Chisciotte.
Il Don Chisciotte di Gilliam: trama e tematiche
Protagonista della pellicola di Gilliam è Toby, un regista di spot che sta attraversando la Spagna per delle riprese. Durante il viaggio s’imbatte in uno studente che gli consegna una copia del primo film che Toby realizzò quando era ancora uno studente: una versione della storia di Don Chisciotte ambientata in un antico e caratteristico villaggio spagnolo. Emozionato, Toby parte per un bizzarro viaggio alla ricerca del piccolo villaggio dove aveva girato il film; ma si troverà coinvolto in una serie di vicissitudini.
Come si sa, il Don Chisciotte è un’ ironica e divertente opera sugli usi della cavalleria medievale e senza dubbio nel cinema italiano lo spirito donchisciottesco è presente nell’esilarante L’Armata Brancaleone di Mario Monicelli che però non prende in considerazione dell’unione fondante, tra dramma e commedia, del capolavoro di Cervantes. C’è molta curiosità e aspettative intorno al film di Gilliam e ci si chiede se sarà capace di rendere al meglio e attualizzare, sul piano della narrazione, la metafora della lotta contro i mulini a vento, lo smarrimento dell’uomo nella pazzia, il vedere ciò che non esiste, il primato della fantasia sulla realtà. Don Chisciotte è un uomo che non accetta di avere limiti, un sognatore, un Ulisse in perenne viaggio, proprio come Terry Gilliam che grazie a questo immortale capolavoro, vorrà sottoporci l’interrogativo: “la realtà esiste solo in quanto connotazione della mente e dell’anima umana?”. Ed in effetti Don Chisciotte non è altro che un iconoclasta rispetto all’evidenza tanto vantata e caduca del mondo.