The Danish Girl (Working Title, 2015) è un film di Tom Hooper, regista premio Oscar nel 2011 per Il discorso del re. Tra gli interpreti: Eddie Redmayne, Alicia Vikander, Matthias Schoenaerts: Hans Axgil, Ben Whishaw e Amber Heard. Il film è tratto dall’omonimo romanzo di David Ebershoff e dalla vera storia del pittore danese Einer Wegener.
The Danish Girl non è la storia di un cambiamento, è il racconto poetico e struggente di un ritorno a se stessi. Einer Wegener ha sempre avuto dentro di sé l’animo di Lili Elbe, la donna che non ha mai potuto essere, e ha vissuto la sua vita di pittore paesaggista rifiutando il suo vero io. Ha sposato una donna, Gerda, ha fatto carriera come artista, ha provato ad avere dei figli, ma non si è mai sentito completo nel profondo. Ecco perché quando Gerda, pittrice anche lei, gli chiede di posare per un ritratto indossando indumenti femminili, in Einer si risveglia l’animo di Lili, prepotente e travolgente, tanto da “uccidere” a poco a poco la parte maschile di Einer.
Gerda è una compagna affettuosa fino al sacrificio, comprensiva e paziente durante tutte le fasi del percorso di trasformazione da Einer a Lili: dapprima nella negazione, poi nella timida esplorazione della sua femminilità (nelle scene davanti allo specchio, scrutando il suo corpo, o con Henrik, ragazzo omosessuale infatuatosi di lui), per poi finire al lungo calvario medico. I luminari lo tacciano di schizofrenia, minacciando un ricovero, o di altre malattie mentali, fino a quando Einer/Lili incontra un medico disposto a operarlo a Dresda per “ridargli il suo vero corpo”. È un’operazione mai provata prima e anche molto rischiosa, un primo esempio di ciò che i transgender di oggi devono affrontare per il cambiamento di sesso. Einer accetta di correre tutti i rischi necessari, accompagnato dalla fidata Gerda, che decide di stargli accanto in qualsiasi caso.
The Danish Girl: la storia di una donna nel corpo di un uomo
The Danish Girl è un film che punta l’attenzione sul calvario psicologico di Einer/Lili, reso in modo magistrale per alcuni, per latri insopportabile, dall’attore Eddie Redmayne che, con i suoi lineamenti androgini, riesce a mostrare il sottile velo che separa le due anime del protagonista e, con la sua espressività tormentata e angosciata, trasmette il senso di straniamento del sentirsi prigionieri dentro il proprio corpo. sebbene con troppi virtuosismi.
Ma la vera protagonista, pur non essendolo, è Alicia Vikander, che interpreta Gerda Wegener, la donna disposta a tutto pur di aiutare l’uomo che ama, sfidando le convenzioni e la morale generale. Il suo doveva essere un ruolo marginale rispetto a quello di Redmayne, eppure ha saputo rendersi indispensabile, senza di lei nulla sarebbe accaduto, rappresenta sia la forza sia la coscienza di Einer. La critica ha contestato al regista Tom Hooper la scelta di focalizzare l’attenzione sul percorso psicologico più che su quello fisico, focus che però ha evitato di banalizzare e rendere volgare una storia altresì sublimata e poetica come poche. Di certo la storia melodrammatica (il cui messaggio purtroppo appare troppo scontato) sembra fatta apposta per agganciare certe tematiche attuali di cui si chiacchiera molto e si approfondisce poco ma ad hoc per il grande pubblico.
Meravigliosa la fotografia di Danny Cohen, che ritrae una Danimarca malinconica e retrò che sembra sottoposta a un filtro vintage, accompagnata dalle melodie di Alexandre Desplat.
The Danish Girl ha ottenuto quattro nomination agli scorsi Oscar: come migliore attore protagonista a Eddie Redmayne, migliore scenografia a Eve Stewart, migliori costumi a Paolo Delgado e migliore attrice non protagonista ad Alicia Vikander (che si è assicurata l’Oscar alla sua prima candidatura).