“Le Biblioteche sono un servizio pubblico?”. Con questa provocazione ha esordito la Dottoressa Maria Rosaria Califano, presidente AIB, (Associazione Italiana Biblioteche), Sezione Campania, durante il meeting “Biblioteche Pubbliche in Terra di Lavoro: status, difficoltà e prospettive”, tenutosi ad Aversa il 25 maggio scorso. L’evento, patrocinato dal Consiglio Generale della Campania e coadiuvato dalle Associazioni Arte Donna, Libruria Felix, Piazza del sapere-Terra di Lavoro e Pianeta Sapere, ha interessato tutte le Biblioteche presenti sul territorio regionale.
“Se è vero che sono un servizio pubblico, bisogna essere in grado di fornirlo e come professionisti dell’informazione, offrire ambienti attrattivi, personale qualificato e risorse all’avanguardia capaci di attirare pubblici di tutte l’età”, ha proseguito la Dottoressa.
Con l’avvento della tecnologia, ormai tutto è a portata di click, in maniera immediata e veloce e per alcuni le Biblioteche possono apparire luoghi desueti. Per fortuna resiste ancora una maggioranza di persone che le considerano un valido supporto al digitale. In un mondo in cui viaggiano miriadi di informazioni, che spesso si rivelano fake news, il concetto di informazione è distorto, non esiste un garante di veridicità.
In questo sistema complicato si incastra la figura professionale del bibliotecario, il quale non è un semplice dipendente ma un mediatore culturale, con delle proprie capacità professionali. Ed ecco che emerge il grande paradosso_ purtroppo sono pochi i bibliotecari qualificati e con una preparazione accademica adeguata. Tale mancanza è una condizione comune a tutte le biblioteche presenti al summit.
L’altro grande deficit è rappresentato dalla mancanza di spazi:non basta avere una stanza con degli scaffali e dei libri per parlare di biblioteche. La biblioteca deve essere strutturata in maniera precisa e disposta in un certo modo: dalla sale, alle stanze di lettura agli spazi ricreativi. Molte delle biblioteche campane non dispongono di strutture adeguate: esse infatti sono spesso relegate negli uffici del municipio oppure in spazi stantii, per non parlare della mancanza di connessione, di una rete wifi, che limita l’interattività della biblioteca. Senza una rete internet è impossibile costituire cataloghi digitali, ed di conseguenza il lettore è costretto a recarsi di persona per conoscere la disponibilità dei volumi. Un’altra carenza è l’insufficienza di personale che si occupi dei servizi digitali: ebook, riviste o documenti on line, relegando la biblioteca ad un luogo vecchio e poco aggiornato.
La biblioteca oltre ad essere luogo di studio, di ricerca deve essere soprattutto in grado di fare rete: un luogo ricettivo per tutti: dai bambini, agli adulti fino agli studiosi. Un centro sociale e di condivisione.
L’immagine delle biblioteche come luoghi “incantati” o il rifugio dei”topi di biblioteca” deve essere ridimensionata ai nostri giorni. C’è bisogno di strutture smart, all’avanguardia, postazioni multimediali, di calamite attrattive che possano coinvolgere il pubblico. Organizzare incontri con scrittori, fumettisti, artisti di ogni genere, ospitare eventi culturali, creare ad esempio degli spazi multimediali dove poter ascoltare della musica. Allargare le frontiere insomma, perché la cultura non è soltanto tra le pagine dei libri. Sono proprio queste le prospettive su cui le biblioteche pubbliche campane puntano per il futuro.
Le biblioteche, in Campania fatturano l’1% all’anno. Il dato è molto allarmante e sintomatico che c’è qualcosa che non funziona. Se è vero che vi sono progetti in cantiere, questi devono essere supportati da adeguati investimenti e finanziamenti, altrimenti non si può né formare un personale qualificato, né mantenere una struttura bibliotecaria attiva.