Venezia anche per quest’anno ha prestato le vesti lussuose del teatro La Fenice per il Premio Campiello 2018, giunto alla 56esima edizione. Una serata studiata per profondere cultura e amore per la lettura.
La giuria dei lettori con Federico Bertoni, Daniela Brogi, Philippe Daverio, Chiara Fenoglio, Paola talia, Luigi Matt, Ermanno Paccagnini, Lorenzo Tomasin, Roberto Vecchioni, Emanuele Zinato, coordinata dal magistrato Carlo Nordio hanno consegnato ai trecento lettori della Giuria popolare i cinque finalisti.
Dopo un lungo scrutino vagliato dall’occhio vigile di un notaio è stata stilata la classifica: quinto posto per Mio padre la rivoluzione di Davide Orecchio (Minimum Fax); quarto La galassia dei dementi di Ermanno Cavazzoni (La nave di Teseo); al gradino più basso del podio si posiziona la vincitrice del Premio Strega 2018, Helena Janeczek con La ragazza con la Leica (Guanda); secondo posto Le vite potenziali di Francesco Targhetta (Mondadori); Primo posto Le assaggiatrici di Rosella Postorino (Feltrinelli).
Elettra Solignani si aggiudica il Premio Campiello giovani 2018 con l’opera Con i mattoni. Vincitore del Premio Campiello – Opera Prima è Gli 80 di Camporammaglia di Valerio Valentini (Editori Laterza); Premio alla carriera a Marta Morazzoni.
Rosella Postorino vince il Premio Campiello 2018 con Le assaggiatrici
Rossella Postorino trionfa al Campiello con 167 preferenze, sbaragliando nettamente i suoi avversari con l’ennesimo romanzo sul Nazismo. La scrittrice per la stesura di questo romanzo si è lasciata ispirare dalla vera storia di Margot Wölk, una delle assaggiatrici di cibo, ingaggiate dal regime per scongiurare l’avvelenamento di Hitler. La storia offre uno spunto interessante per Rosella Postorino che costruisce il suo racconto con personaggi inventati.
La protagonista della storia è Sara Sauer, una giovane ventiseienne.
Siamo nel pieno della seconda guerra mondiale: Sara è spostata, suo marito è impegnato a combattere sul fronte russo. Iniziano i bombardamenti nella città di Berlino, Sara è costretta a scappare per salvarsi. Trova rifugio dai suoceri presso il villaggio di Gross-Partsch. Non lontano si nasconde, nei meandri di una foresta, il dittatore più spietato Hitler.
Ben presto Sara si rende conto che da una guerra così fredda e inesorabile non si può certamente fuggire. Un giorno, insieme ad altre nove donne, viene prelevata e portata in una stanza con un grande tavolo di legno. Le donne diventano cavie del fuhrer: per ben tre volte al giorno devono assaggiare i cibi potenzialmente avvelenati. Si ritrovano ad essere le commensali della Signora più spietata, la Morte: ogni giorno rischiano di morire, eppure questo gli concede la possibilità di “sopravvivere” giorno dopo giorno. Come ha affermato la Postorino “si ritrovano ad essere vittime e colpevoli: vittime perché rischiano la vita e colpevoli perché salvaguardavano Hitler”.
In questo racconto dallo sfondo storico si intrecciano legami, si sviluppano rivalità ed invidie ma nasce anche l’amore, l’unico antidoto alla guerra e forse l’unico appiglio per aggrapparsi alla vita.
Il romanzo è certamente la storia della guerra, della morte, dell’ambiguità, di vittime e carnefici ma soprattutto è la storia della vita a qualunque costo. Tuttavia l’autrice pecca di autoreferenzialità con la sua scrittura troppo ordinata che rende il suo stile anonimo, ma si sa: la bontà del tema scavalca l’arte.
https://www.lafeltrinelli.it/libri/rosella-postorino/assaggiatrici/9788807032691