Il premio Goncourt è uno dei più autorevoli premi letterari francesi, nato per volere di Edmond de Goncourt ed istituito nel 1896. Creato per premiare ogni anno la migliore opera d’immaginazione in prosa pubblicata, il premio vanta autori illustri tra la sua rosa di eletti; per citarne alcuni ricordiamo Marcel Proust vincitore nel 1919 con il romanzo “All’ombra delle fanciulle in fiore”, Simone de Beauvoir vincitrice nel 1954 con il romanzo “I mandarini”, Marguerite Duras nel 1984 con il romanzo “L’amante”. Il prestigioso riconoscimento viene assegnato dopo il tradizionale pranzo nel salone del ristorante Drouant a Parigi. Quest’ anno senza grandi sorprese, così come è stato detto, il premio è stato assegnato al romanzo di Pierre Lemaitre “Au revoir là-haut”. Per molti anni Lemaitre è stato insegnante di Letteratura francese e americana coniugando così all’insegnamento la sua passione di scrittore e sceneggiatore. Ha lavorato infatti anche per il cinema e la televisione.
La sua scrittura si sposta dal giallo al thriller al poliziesco connotandosi sempre in maniera originale e mai banale. Il suo romanzo di esordio “Travail soigné” ed. Du Masque, 2006 è stato insignito del Prix du primer roman. Il suo secondo romanzo Robe de marié uscito in Italia nel 2012 per Fazi editore col titolo “L’abito da sposo” è un thriller puro, autentico, un romanzo che avrebbe potuto ispirare Alfred Hitchcock. La sua ricerca continua con “Cadres noirs” del 2010 (in Italia edito da Fazi col titolo “Lavoro a mano armata”) al genere classico del thriller associa una sfumatura sociale denunciando il mondo della finanza considerato dall’autore come la grande rapina del secolo. La sua penultima opera “Alex “(uscito in Italia per Mondadori nel 2012) riprende il protagonista del suo primo romanzo, il comandante di polizia Camille Verhoeven, coniugando la vicenda narrata con lo stile adottato in “Robe de marié”.
Con il romanzo “Au revoir là-haut” si allontana dai suoi generi abituali per avvicinarsi al romanzo storico; ambientato alla fine della prima guerra mondiale, sulle rovine del grande massacro del XX secolo, seguiamo la storia di due superstiti delle trincee, che tra vendette, sogni di gloria e sovversioni scopriranno che la Francia non scherza con i propri morti; affresco di rara crudeltà, notevole per la sua architettura e la sua forza evocativa, mostra l’illusione dell’armistizio, dello Stato che glorifica i suoi scomparsi e si libera di quelli che restano perché troppo ingombranti. In un’atmosfera crepuscolare popolata da pupazzi miserabili e da vili che vengono ricevuti come eroi, Pierre Lemaitre orchestra la grande tragedia di questa generazione perduta, dove la guerra non finisce neppure quando si firma la pace.