11, 12 e 13 novembre 2016, tre date per esaltare la vitalità della cultura che nasce dal basso e per celebrare l’audacia di un’editoria pronta ad affrontare le sfide del futuro. È l’obiettivo perseguito con passione dagli organizzatori del Pisa Book Festival, e dai ben centosessanta editori indipendenti che vi prendono parte con esposizioni, reading e laboratori.
Il festival letterario, che per il quattordicesimo anno riunisce nel Palazzo dei Congressi della città toscana importanti personalità della cultura, ospiti internazionali e semplici appassionati di scrittura e lettura, si è già riconfermato come un evento leader in Italia per il settore dell’editoria indipendente.
La manifestazione del Pisa Book Festival, promossa e sostenuta dal Comune di Pisa e dalla Camera di Commercio di Pisa, si è aperta quest’anno con una serie di incontri dedicati al panorama culturale dell’Irlanda, «un paese piccolo, che tuttavia è noto per essere una superpotenza letteraria» come ha affermato l’ambasciatore irlandese in Italia Bobby McDonagh nel portare i suoi saluti al pubblico.
Madrina d’eccezione dell’evento è stata Catherine Dunne, nota scrittrice irlandese, che ha tenuto un discorso inaugurale incentrato sull’importanza della letteratura nella formazione del senso d’identità nazionale e, al contempo, nel superamento di qualsiasi confine fisico o psicologico imposto arbitrariamente. «Scrivere non è sempre solo l’atto in sé, ma è anche la pazienza di nutrire ciò che verrà, quando e se noi saremo pronti» ha detto la scrittrice.
Irlandesi sono anche Barry McCrea, Joseph Farrel, Cormac Millar e Conor Fitzgerald, autori di successo presenti al festival per presentare i loro ultimi romanzi.
L’altra faccia della vocazione internazionale del Pisa Book Festival si volge invece a oriente, con il laboratorio Chinese Corner, dedicato allo studio dell’affascinante calligrafia cinese, presentato dall’Istituto Confucio di Pisa.
Nella giornata di venerdì ha avuto luogo anche il Translation Day, con una serie di incontri professionali dedicati alla traduzione editoriale, a cura di Ilide Carmignani.
La sezione Made in Tuscany, curata da Vanni Santoni e riconfermata anche quest’anno, si interrogherà invece nelle ultime due giornate sulle peculiarità di essere scrittori in Toscana, unendo in un unico evento i contributi di autori già affermati con quelli di giovani promettenti. Vanni Santoni coordinerà anche il workshop Scuola del libro, l’ambizioso corso intensivo su scrittura narrativa ed editing, volto a trasmettere con brevi lezioni importanti accorgimenti stilistici e strutturali su come costruire l’architettura di un romanzo, oltre che nozioni di base sul mondo dell’editoria e sui processi che portano dalla scrittura alla pubblicazione.
Il Pisa Book Festival si propone inoltre di incoraggiare la diffusione della cultura letteraria tra i bambini e i ragazzi, attraverso il progetto Io leggo in biblioteca, diretto dalla Provincia di Pisa e rivolto alla promozione della lettura, ma anche tramite incontri organizzati e gestiti da alcuni istituti scolastici della città, nei quali saranno i ragazzi stessi a presentare al pubblico gli autori che hanno letto.
«Sono convinto che il Pisa Book Festival crescerà ancora fino a diventare uno dei più grandi festival letterari al mondo» ha dichiarato Nick Barley dell’Edinburgh Napier University, dando voce a un entusiasmo che, senza alcun dubbio, non può e non deve mancare all’interno delle realtà editoriali che intendono farsi strada nella società dei media e dei social network per riuscire, ancora una volta, a trasmettere il messaggio eterno della cultura a nuove generazioni di lettori.