Ieri, sabato 13 settembre, si è conclusa presso il Teatro La Fenice di Venezia la cinquataduesima edizione del Premio Campiello 2014. Con grande sorpresa il vincitore è stato Giorgio Fontana, trentatré anni e il più giovane vincitore nella storia del Campiello. Dalla Giuria dei Trecento Lettori Anonimi sono arrivati per lui 107 su 291. Questo ragazzo ha battuto tutti con il suo “Memorie di un uomo felice” edito da Sellerio che racconta la storia del magistrato Giacomo Colnaghi in lotta contro il terrorismo politico nella Milano anni ’80.
Il secondo posto è toccato a Michele Mari con il suo romanzo picaresco “Roderick Duddle”edito da Einaudi con 74 voti. Il terzo posto è di Mauro Corona. Al quarto si è posizionato Giorgio Falco con “La gemella H” edito ancora una volta da Einaudi e già vincitore del Premio Alassio e ultima si è classificata Fausta Garavini con “Le vite di Monsù Desiderio” uscito per Bompiani.
Originario della Lombardia, Fontana spiega che ciò che gli sta più a cuore del suo libro: «é il rapporto tra padre e figlio a cui sono legati temi come la riflessione sulla giustizia e il rapporto fra generazioni. Ho fatto un lavoro di ricerca molto grosso e ho usufruito del distacco che mi può dare non aver vissuto quegli anni».
Le “memorie di un uomo felice”, libro che tutti dovrebbero leggere, cominciano nell’estate del 1981 a Milano; è la fase più feroce della stagione terroristica in Italia. Giacomo Colnaghi è un magistrato sulla linea del fronte. Coordinando un piccolo gruppo di inquirenti, indaga sulle attività di una nuova banda armata, responsabile dell’assassinio di un politico democristiano. Egli è intensamente cattolico, ma di una religiosità intima e tragica. È sposato, ha dei figli ma i rapporti con la famiglia sono distanti e sofferti. Ha due amici carissimi con i quali discute e polemizza, ama le ore incerte, le periferie, il calcio, gli incontri nelle osterie. Eppure è sempre inquieto e dubbioso. Dall’inquietudine è avvolto anche il ricordo del padre Ernesto, partigiano morto durante un’azione guerresca. Quel padre che la famiglia cattolica conformista non potè mai perdonare per la sua ribellione all’ordine, la cui storia eroica Colnaghi però ha sempre inseguito, per sapere e per trattenere quell’unica persona che ha forse amato davvero, pur senza conoscerla. L’inchiesta che svolge è complessa e articolata, tra uffici di procura e covi criminali, tra interrogatori e appostamenti; la sua coscienza aggiunge alla caccia all’uomo una corsa per capire le ragioni profonde e l’origine delle ferite che stanno attraversando il Paese.
Nel corso della serata è stato consegnato il Premio Fondazione Il Campiello assegnato quest’anno a Claudio Magris. Inoltre è stato premiato come vincitore del Premio Campiello Opera Prima, Stefano Valenti con il romanzo “La fabbrica del panico” edito da Feltrinelli. Maria Chiara Boldrini pisana di diciassette anni, vince la sezione giovani con il racconto “Odore di sogni” selezionato fra gli oltre 500 arrivati da tutta Italia. Il premio giovani per il miglior racconto estero è invece andato alla diciannovenne svizzera Ambra Giacometti, per il suo racconto“Anemia – Storia di una mancanza”.
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