Numerose sono state le iniziative svolte durante il Salone del libro di Torino 2016. Tra le tante ed interessanti, segnaliamo quella proposta e presentata dalla Casa Editrice Bonfirarro “Visioni in rosa. Nove autrici per l’incontro sulla scrittura al femminile”.
La giovane casa editrice nasce in Sicilia nel 1985 dall’intraprendenza di Salvo Bonfirraro. L’idea e il progetto è proprio quello di far crescere questa attività editoriale al centro della Sicilia, dove l’unica casa editrice esistente è quella fondata da Salvatore Sciascia a Caltanissetta. Fino agli anni 90 la produzione editoriale è caratterizzata, maggiormente, da raccolte di poesia e narrativa contribuendo alla scoperta di nuovi autori proveniente per lo più oltre lo stretto di Messina. Un’attività trentennale che ha trovato interesse anche nella saggistica, nella storia e nel settore specialistico delle guide turistiche della Sicilia.
Visioni in rosa: lo stato della scrittura al femminile
Con il progetto “Visioni in Rosa” la casa editrice ha voluto proporre degli incontri le migliori scrittrici della casa editrice Bonfirarro. La sensibilità dell’ascolto, il rispetto della memoria, il bisogno di raccontare di Vincenza Barbagallo, Elena Bartolomei, Natascia Berardinucci, Marinella Colombo, Lucie Huskova, Cinzia Nazzareno, Alessia Padovan, Ismete Selmanaj e Marcella Spinozzi Tarducci. Storicamente infatti se la cultura maschile, da sempre dominante nella società, ha avuto caratteristiche di schiettezza e semplicità, quella delle donne è stata da sempre avvezza alla discrezione. Una donna è stata educata a suggerire, mai a dire: il suo linguaggio tiene conto del contesto, dei precedenti, delle conseguenze e del tempo. Virginia Woolf, non a caso, aveva detto che la sfida più grande per una scrittrice era uccidere “l’angelo del focolare”, quella parte di sé che era stata addestrata ad anteporre i bisogni degli altri ai propri in ogni situazione.
Con il raggiungimento della piena parità di diritti, quanto è alta consapevolezza letteraria delle donne? E quanto è ricca di sfumature la scrittura femminile, ora che comincia a debordare dal tappo delle dei cliché, dalle diversità negate o compresse? A questi e a molti altri interrogativi letterari si è tentato di dare risposta nel corso dell’incontro al Salone del Libro.
L’incontro è stato coordinato da Annarita Bringanti, giornalista culturale e scrittrice. Le diversissime esperienze letterarie delle scrittrici hanno lasciato spazio a intense e feconde riflessioni. Dalla finzione del romanzo, al racconto personale, tracciando un itinerario umano e artistico. Attraverso la lettura di alcune pagine sono state messe a fuoco peculiarità, affinità e differenze legate alla cifra stilistica, linguistica e formale di ciascun’autrice. La discrezione della scrittura femminile è caratterizzante e contrapposta alla dominante cultura maschile. Sebbene sia avvezza spesso alla delicatezza, la scrittura femminile non è per questo meno incisiva e, anzi, lascia segni più profondi proprio perché non impone ma sussurra. Un interessante dibattito si è sviluppato dunque sulla consapevolezza letteraria delle donne e sulle sfumature della scrittura femminile.
Ci auguriamo che questo dibattito possa essere sempre più presente e fuori dall’usuale retorica con cui sono affrontati di solito questi temi. La presenza al Salone del Libro, evento di rilevanza internazionale, ci fa ben sperare e suggerisce la volontà di ricerca e attenzione per la scrittura al femminile che tanta parte ha avuto nella letteratura e che, silenziosamente, continua ad avere.