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Istos: incontro con Carlo Scorrano

Il mondo della piccola editoria è vasto e, nonostante vi si possano spesso trovare elementi di innovativa qualità, altrettanto spesso questi restano sconosciuti a causa della capacità fagocitante delle grandi case e dei grandi marchi. Le impressioni lasciate dal Salone del libro di Torino hanno tutte confermato questo aspetto: parlavano chiaro le file davanti ai mega stand Mondadori ed Einaudi, e parlavano chiaro gli sforzi “sovrumani” dei piccoli stand della zona Incubatore. Conoscere le realtà della piccola editoria può aiutare a scovare delle vere e proprie perle. Abbiamo dunque deciso di intervistare alcune case editrici di piccolo taglio per saperne di più. Partiamo con Carlo Scorrano, editore della pisana Istos.

D: Cominciamo dalle basi: come nasce Istos?

R: La casa editrice Istos nasce a Pisa nel giugno 2014: due giovani pieni di entusiasmo decidono di confrontarsi con il mestiere dell’editore e si mettono in gioco con delle idee e dei punti in comune. Tra i tanti, ci sono la visione del libro come strumento di cultura, di socialità e di appartenenza civile, come legame con la storia e il territorio, tramite d’evasione e porta per un divertimento personale.


D: Si dice spesso che l’editoria è in crisi, che poche persone leggono, che solo le grandi catene vanno avanti. E allora come vi è venuto in mente di aprire una nuova casa editrice? Cosa vi ha spinto e, soprattutto, quale obiettivo vi ha animati?

R: Utilizzando le parole di mio zio: «Aprire una casa editrice oggi è un atto di resistenza. Bravi!»

Utilizzando le parole di mia madre: «Siete pazzi!»

logo Istos
Il logo di Istos edizioni

Queste due componenti, la pazzia e la voglia di fare resistenza culturale e sociale, ci hanno spinto ad aprire oggi una casa editrice. La missione è espressa dal logo: un ragno che tesse una tela, e tela è anche il significato, in greco, della parola “istos”. L’obiettivo che ci poniamo è fare rete, intrecciare persone e storie, lettori e autori, personaggi, posti, avventure narrate e vite vissute.


D: Quali nuovi strumenti state utilizzando per farvi conoscere?

R: Abbiamo organizzato molti eventi in cui abbiamo cercato di integrare pittura, musica, teatro, cibo, giochi per i più piccoli, alle letture. Crediamo che i libri possano essere intrecciati, appunto, con tanti altri campi. Inoltre, abbiamo avviato diversi progetti con le scuole del territorio e con i giornali locali. Ma possiamo fare ancora molto, molto di più, l’importante è non perdere la voglia di fare, l’entusiasmo dei primi anni di attività.


D: Raccogliere l’eredità e il catalogo di Felici edizioni non deve essere stato facile. Quali saranno le linee di continuità, e cosa invece cambierà?

R: Alcuni progetti avviati dalla Felici Editore si sposano perfettamente con il nostro taglio editoriale:

  • le pubblicazioni legate al territorio, in quanto nell’ottica di fare rete è importante essere attivi nel proprio territorio, creare dei collegamenti con chi vive i nostri stessi spazi;
  • le esperienze dei Gialli in città, dove diversi autori scrivono racconti gialli ambientati tutti nello stesso luogo. La continuità nel libro è data dal contesto comune, ma cambiano gli autori e quindi gli stili di scrittura;
  • la collaborazione con la specialistica di lingue e letteratura per l’editoria, e la continuità con la collana Stile contemporaneo dove si traduce la narrativa straniera.

Invece, il settore infanzia Felici Editore Junior chiuderà e alcuni testi convoglieranno in Libri Volanti, il nostro marchio per l’infanzia, il quale prenderà una centralità sempre maggiore all’interno della casa editrice. Crediamo infatti nell’entusiasmo dei bambini, vogliamo stimolare la loro creatività ed educarli fin da piccoli alla fantasia, alla lettura, ai mondi fantastici e all’arricchimento che se ne può trarre da essi.

È stata soppressa anche la collana di narrativa con contributo degli autori, Caleidoscopio: vogliamo prenderci onere e onore di sostenere noi a pieno i romanzi che scegliamo di pubblicare, in modo da essere più coerenti con il nostro progetto editoriale.


D: Come siete messi con la distribuzione, e come vi organizzate per le presentazioni dei vostri libri? Cosa ne pensate della grande distribuzione e delle sue alte percentuali?

R: Essere distribuiti da Messaggerie è sicuramente un vantaggio. Chiunque in Italia può richiedere un nostro libro. Certo è che i margini di guadagno sono molto bassi. Per quanto riguarda le presentazioni, essere casa editrice in una città abbastanza piccola come Pisa ci permette di organizzare diverse presentazioni in librerie, caffè letterari e così via. Difficile è invece organizzare quelle al di fuori. Cercheremo di crearci una serie di librerie-biblioteche amiche sparse in Italia.


D: Eravate presenti al Salone del libro di Torino, nella zona dell’Incubatore. Vorrei una vostra impressione sulla fiera in generale e qualche considerazione sui rapporti di forza fra le big e le indipendenti.

R: La zona Incubatore è molto sacrificata rispetto al resto del Salone: dovrebbe essere un’area per lanciare il nuovo, in realtà è fatta di stand piccoli un po’ isolati rispetto agli altri padiglioni. Comunque, il Salone è utile anche ai piccoli editori per respirare il vento editoriale nazionale, dove va, dove non va, cosa succede, cosa funziona, cosa manca e di cosa c’è abbondanza. Inoltre, la forza delle piccole case editrici è che sanno che, se vogliono emergere, devono dare il massimo, correre per distribuire volantini, parlare con la gente, mostrare il loro entusiasmo. Se in un grande stand vai da anonimo, nel piccolo sei partecipe per un po’ della realtà editoriale. Ne possono venire fuori sinergie, relazioni e contatti utili. Le vendite ovviamente non sono paragonabili stand di 200 metri quadrati e anche di più con stand di 2 metri quadrati. La speranza sono i lettori curiosi (una minoranza) che vanno alla scoperta di ciò che nelle librerie, di solito, non si trova.

About David Valentini

David Valentini è nato a Roma nel 1987. Laureato in filosofia e appassionato di arte e letteratura, è scrittore, correttore di bozze e traduttore. Ha pubblicato due romanzi e il suo sogno è vincere il Premio Strega. Gestisce la pagina Facebook "Crepuscoli urbani".

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