La pittrice Giusy Siragusa nata a Termini Imerese il 7 Luglio del 1987 e da allora risiede a Sciara, provincia palermitana.
All’età di 10 anni aspira a diventare un architetto e alle scuole medie la sua inclinazione naturale è il disegno. Terminate le medie si iscrive all’Istituto d’Arte di Cefalù.
Poco prima di terminare gli studi Giusy Siragusa interrompe la sua attività artistica. Il blocco dell’artista, dovuto alla paura intrinseca di mostrare le sue opere e dalla poca fiducia in se stessa, dura dodici anni.
Dopo dodici anni Giusy Siragusa riscopre l’emozione di riprendere in mano la sua arte, osservando la tela bianca, in una notte, nasce Lussuria. La paura di mostrare la sua opera fa di nuovo capolino nella vita della pittrice. A spazzare via ogni timore è proprio questo suo primo lavoro, che riscuote un’enorme favore, non solo tra parenti ed amici ma anche agli occhi di Giorgio Gregorio Grasso, noto critico d’arte. Lussuria viene esposto alla Biennale di Venezia.
Questa opportunità consacra il successo dell’artista siciliana che prosegue il suo lavoro di pittrice ideando la collana i 7 peccati capitali. Giusy Siragusa diventa un’artista pluripremiata a livello nazionale ed internazionale.
Nell’anno 2018 viene nominata senatore accademico, riceve il Premio Culturale Internazionale Cartagine, unica Siciliana e italiana a ricevere tale nomina nella sezione pittura.
Nello stesso anno è nominata fra le 15 donne che si sono distinte nel territorio delle Madonie. Il quadro Dolore vince il Premio Eccellenza Europea delle Arti. Avarizia vince il Premio Budapest. Le opere di Siragusa celebrano le donne e la loro sicilianità attraverso la loro sinuoso figura che sembra essere un tutt’uno con la terra natia, il suo cromatismo e la sua consistenza.
Nel 2019 espone le sue opere in Italia: tra Milano, Caccamo, Piacenza, Sciara, Lesmo, Lissone, Carate, Roma e attualmente in mostra a Termini Imerese. Le sue esposizioni escono dallo Stivale arrivando a Budapest al MEAN e Parigi alla Galliera Thuiller.
Cosa rappresenta per Lei la pittura?
La pittura, l’arte tutta in generale è vita, ossigeno per chiunque riesca a soffermarsi un solo attimo nell’osservarla.
Anche una semplice matita è per me strumento di grandi emozioni, con essa è possibile rappresentante mondi a noi sconosciuti, si possono dire cose che mai avresti il coraggio di dire verbalmente. La pittura è semplicemente una scappatoia da un mondo che tante volte può apparirci stretto.
Come nascono i suoi quadri?
Non so di preciso da cosa e come nascono i miei quadri, tante volte è solo lo sfogo di svariate emozioni, raccolte in un particolare periodo, altre volte sto urlando per farmi ascoltare da una società diventata ormai troppo piatta. Mi piace definire ogni mio quadro, una pagina del mio diario, lì sono racchiuse le emozioni, i segreti, dei messaggi che vorrei siano letti, ma curandomi di camuffarli bene.
Perché ha deciso di dipingere proprio i setti peccati capitali?
I Sette Vizi Capitali nascono dopo un fermo artistico lungo 10 anni. Una sera d’inverno ,ripresi in mano i pennelli ripensando al mio vissuto, al tempo che ormai era trascorso, a quello che siamo e che diventeremo. Mi sono chiesta….Ma in realtà, ogni viso che osservo, ogni mano che ho toccato, ogni parola che ho sentito, chi era? Chi erano? Esistono esseri così perfetti? Esistono esseri così poco perfetti ?. Ecco cosa mi ha spinto alla realizzazione di questa serie.
I soggetti dei suoi quadri sono soprattutto donne. Perché questa scelta?
Non è una mia scelta programmata, quando mi siedo davanti ad una tela bianca, mi lascio trasportare dall’ispirazione e tutto viene da sé, non mi ero mai posta questa domanda, credo che quelle donne in realtà…siano il mio io.
Quali sono i suoi pittori o pittorici preferiti? Quanto ispirano la sua arte?
Non ho un pittore preferito, ammiro tutto ciò che sia Arte, adoro tutti i pittori, ognuno a suo modo lascia una traccia di sé nel loro vissuto e in quelli che verranno. Mi ha però da sempre affascinato in particolar modo L’urlo di Munch.
Nel 2018 viene insignita di due importanti riconoscimenti a livello nazionale: Premio Cultura internazionale Cartagine (unica siciliana ed italiana ad aggiudicarselo) e Premio eccellenza Europa delle Arti. Cosa ha significato per lei?
L’assegnazione di questi premi è stata per me una grande soddisfazione, il tutto è arrivato in modo inaspettato. Avevo accantonato la mia Arte per troppo tempo, spinta dalle mie insicurezze forse per l’immaturità nella comprensione, del dipingere per se stessi e non per piacere. Oggi queste esperienze mi fanno vivere con la consapevolezza che l’Arte nasce prima per se stessi e poi per regalare emozioni a chi osserva. La mia più grande gioia è far emozionare, emozionandomi.
Nello stesso anno viene nominata fra le 15 donne che si sono distinte nel territorio delle Madonie. Cosa ha rappresentato per lei?
Era proprio la vigilia dell’anno nuovo, mi trovavo a casa dei miei con la mia famiglia, sono stata informata di tale nomina, ho visto mio padre orgoglioso di me, orgoglioso di avermi spinta insieme a mia madre e a mio marito, a riprendere in mano i miei pennelli, loro sapevano che quelle mani di bambina che disegnavano e mai si fermavano di creare, erano ormai pronte e mature. E quella fu la risposta alle loro parole, cosa c’è di più bello nel vedere i tuoi affetti fieri ed orgogliosi?
Quanto è difficile essere una donna pittrice ai giorni nostri?
Ai giorni nostri il pittore ha perso il suo vero valore. Il ruolo dell’artista diventa sempre più marginale. Tutto si concentra sull’apparire il migliore e sul desiderio di guadagno. La competizione sociale ha coinvolto anche gli artisti che lottano per emergere tralasciando la loro funzione originaria.