Lei come giustifica la sua esistenza? È con questo quesito che Asimov introduce l’ospite di turno durante i banchetti dei Vedovi Neri, un club composto da sei professionisti, che una volta al mese si riuniscono per cercare di risolvere un enigma, procedendo per deduzioni logiche. Tra menù ricercati e l’aroma di una pipa, si snodano misteri e paralogismi, con l’immancabile quanto mai necessario contributo del cameriere Henry, dotato di finesse intellettuale e sofisticata ironia. Asimov, probabilmente meglio noto come autore di fantascienza (basti pensare al Ciclo dei Robot), dà qui prova della propria abilità di giallista. Presenta un caleidoscopio di personaggi e vicende, senza però rinunciare ad impercettibili dissonanze intorno alle ipocrisie della società americana e ai falsi miti generati dal progresso. Le soluzioni erudite ed argute fanno dei dodici racconti i pezzi pregiati di una scacchiera, che solo un ingegno dalla indiscussa capacità combinatoria, quale Asimov, è in grado di collocare adeguatamente. La lettura è godibilissima, merito di una prosa asciutta, sobria ed elegante e di una classe che ricorda i film di Hitchcock e le atmosfere vittoriane alla Sherlock Holmes.
Così il lettore, nel tentativo di risolvere anch’egli i dodici enigmi, è condotto di volta in volta su false piste, persuaso dalle pindariche soluzioni proposte dai protagonisti. Ma terminata la lettura si ha la sensazione che Asimov, le cui opere sono considerate pietre miliari sia nel campo della fantascienza sia nel campo della divulgazione scientifica (spaziando dal romanzo poliziesco alla letteratura per ragazzi e al giallo deduttivo), si sia fatto beffa del lettore, il quale si è calato ingenuamente nel ruolo di investigatore tanto da non recepire l’intento che l’autore persegue: il vero caso da risolvere sta nella macrostruttura del testo. La costruzione narrativa infatti, estremamente razionale e matematica, supera le prerogative di un giallo che di solito si conclude con la risoluzione del caso. Asimov al contrario, dopo averci coinvolti in rompicapi intricatissimi, dimostra come in un teorema, che la realtà delle cose è molto più semplice di quanto possa apparire.
Lo scrittore ha avuto il merito di saper trasformare il genere fantascientifico in una narrativa di consumo; come ci sia riuscito è presto detto: Asimov ha unito l’aspetto divulgativo che si configura come una hard science fiction con quello sociologico e futuristico, introdotti nel racconto Notturno.
L’opinione comune vuole che lo stile dell’autore sia arido, scarno, privo di azione, e poco curato nell’aspetto psicologico. Ma lo stesso scrittore non ha mai fatto mistero di aver scelto di adottare un linguaggio semplice proprio per arrivare a tutti, per farsi capire meglio dai suoi lettori. Asimov, che si adegua ai canoni della corrente letteraria New Wave, caratterizzata da un alto livello di sperimentazione che ha come tema centrale quello postmoderno dell‘entropia, riduce le storie a sterili dialoghi privi di descrizione e di azione, strettamente funzionali alla trama, ma senza dubbio non a discapito delle storie, mai prive di originalità e personalità.
La prosa asciutta ma elegante dello scrittore russo è ancora ricercata da tutti quelli che hanno rifiutato la moderna fantascienza fatta solo d’azione e violenza a favore di una fantascienza che torni a riflettere sul passato, sul presente e sul futuro e soprattutto sull’uomo, sulla religione, con particolare attenzione alla plausibilità della trama.