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I falsari

‘I falsari’ di Gide: un viaggio nell’anima

I falsari è il romanzo che lo stesso autore Gide definisce “il suo primo e completo”: lo scrive nel 1925 e non è un semplice romanzo. Gide ci mette dentro tutte quelle che sono le sue tematiche che sente più vicine, più pressanti da proporre al pubblico: molta della critica lo definisce “un romanzo nel romanzo”.

In effetti il romanzo si caratterizza per il fatto di contenere più storie nella storia: anche il titolo del romanzo in realtà, come si scoprirà tra le pagine, assume significati diversi e multiformi. I falsari man mano si popola di vari personaggi che si susseguono con le loro caratteristiche e le loro storie: tutta via le figure principali sono poche. Edouard, lo scrittore, che protegge Olivier salvandolo dall’influenza ambigua e morbosa  del conte di Passavant, un ricco borghese interessato non soltanto a gestire riviste letterarie: si vedrà  nel corso del romanzo infatti che  la promessa della pubblicazione degli scritti di Olivier è solo un modo per avvicinare l’ingenuo giovane. Tattica che il conte poi userà anche con altri personaggi. Bernand Profitendieu è il personaggio più complesso della storia: naturale alter ego di Olivier, è animato da uno spirito di ribellione. Scopre infatti di non essere il figlio di colui che riteneva essere suo padre: per questo motivo scapperà di casa, per poi però tornarci, essendo legato comunque alla figura di suo “padre”: la serie di avventure che passa Bernard servirà a renderlo una persona, forse non più un adolescente, come Gide nel romanzo ce ne darà modo di capire.

Nello spazio delle vicende di questi due personaggi, che a loro volte ne tirano dentro altri due, Gide inserisce le storie di altri personaggi: ritenerli secondari forse non rende giustizia al romanzo per cosi come Gide lo ha concepito. Tra questi troviamo Vincent, il fratello di Olivier, che per vari vicissitudini si troverà in Africa ad uccidere Lilian, la donna che ama.

Nel romanzo, Gide dà molto spazio a quelle che sono le pulsioni irrazionali che dominano le menti e influenzano i comportamenti. Olivier verrà preso da una scatenata gelosia nei confronti di Bernarnd, quando questi inizierà a lavorare con suo zio. Bernarnd , dal canto suo, verrà sempre più assalito dai suoi demoni, che non lo lasceranno neanche dormire: una notte infatti egli si ritrova a “combattere” contro un angelo, dal cui scontro nessuno sarà vincitore.
Molte storie si intersecano, in questo romanzo che non ha una vera trama principale. Storie di corruzione e di falsità con se stessi: quella che lascia maggiormente il segno è quella che vede coinvolti gli ragazzi. Gherisandol, Boris, Gerogers, Philippe: il male che si annida e che “falsa” le loro anime qui si palese in tutta la sua crudezza. Per un ridicolo gioco, una prova di coraggio, Boris deve puntarsi una pistola al centro dell’aula dove studiano: solo Gherisandol sa che in realtà la pistola dello zio La Perouse ha in realtà l’ultimo colpo in canna. Ma non lo dice agli altri. Boris, così voglioso di entrare nel gruppo di amici e di farsi accettare per il suo coraggio, accetta la sfida, la dimostrazione. Ma la storia finisce male: Boris muore, è un suicida, quando in realtà non è affatto così. La verità non verrà mai fuori.

I falsari è solo il titolo del romanzo che Edouard sta scrivendo: ma in realtà il titolo sottende tutto un mondo e un modo di intendere la vita, di approcciare a quelle che sono le sfide della vita da parte di un gruppo di giovani adolescenti. Molti comportamenti, inspiegabili, dettati da pulsioni irrazionali, alla fine del romanzo si trova il modo di renderli comprensibili grazie a quella incredibile e intersecata plurivocità che caratterizza il romanzo. Un romanzo di “distruzione”, più che di formazione.

 

 

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