Elpìs (ἐλπίς) è la speranza. O meglio la personificazione della Speranza. Questo scriveva Esiodo ne Le opere e i giorni, narrando il mito di Pandora e del suo celebre vaso contenente tutti i mali che, si dispersero nel mondo, finché la donna non riuscì a chiudere di nuovo il recipiente. Tutti tranne la Speranza, ultimo e unico demone a essere rimasto intrappolato nel vaso. Esiodo non ha mai precisato che in questo modo il dono potesse assumere una valenza di riscatto, di conseguenza per noi la Speranza si colora di molteplici sfumature crepuscolari. In questo senso abbandoniamo l’idea che il dono possa diventare una metafora per il raggiungimento di una felicità futura, ma al contrario abbracciamo la convinzione che la Speranza non sia altro che l’anticamera delle magnifiche illusioni inevitabilmente partorite dalla mente umana.
ἐλπίς
Respiro rumorosamente quest’aria di vetro
a bocca aperta, col naso chiuso che brucia.
Ormai allergica a quest’atmosfera rarefatta.
Silenzi, menzogne, parole sputate che colpiscono
al cuore.
È una bugia che pesa fingere che vada tutto bene.
Gli occhi si chiudono ancora davanti a certe realtà.
E mi chiedo se avrò mai uno sprazzo di felicità
che sia solo mio.
I sogni non muoiono con me,
ma è così difficile tenerli in vita.
Ultimo demone nel vaso di Pandora.
Speranza.