Occuparsi di cinema, realizzare un film è come viaggiare sotto una scia di stelle. Sono due anni che approfondisco il cinema attraverso lo studio di sceneggiatura e regia, “Per le vie del paradiso” è stato il mio primo cortometraggio che mi ha permesso attraverso l’uso delle immagini e di voci narranti di avvicinarmi, ad alcune mitologie della mia vita. Oggi vorrei strettamente parlare di alcune figure importanti, che hanno cambiato il mio pensiero, e la mia vita. Sotto il segno di Paolo Sorrentino, Antonio Capuano e Diego Armando Maradona.
Che cosa avete contro la nostalgia? L’unico svago che resta contro la paura del futuro”. Su questa frase io mi rispecchio; la bellezza del cinema di Paolo Sorrentino per me, racchiude la debolezza dell’essere umano, con le sue fragilità, una sintesi perfetta dei pensieri scadenti che ognuno di noi fa, assorbito da tale ignoranza di ignorare il bello, cioè tutto quello che ci circonda ma soprattutto la nostra anima veritiera, perché da qui parte tutto.
Riflettere su se stessi, e sicuramente un allenamento che noi tutti dovremmo fare ogni giorno, cosi come i personaggi sorrentiniani analizzano la loro vita attraverso un grandissimo procedimento di scrittura. La nostalgia dei personaggi la rivediamo nei luoghi, alcune volte influenzano le nostre scelte o addirittura ci posso schiacciare in un buco nero dove difficilmente si riesce a tornare a galla. Il cinema è verità, per me Sorrentino é verità, dove attraverso il suo modo di vedere le cose riesce a trasportarti in una realtà confusa, quindi la realtà di tutti i giorni.
Avvicinandomi al suo cinema qualcosa che sicuramente mi ha impressionato è la forza dei personaggi attraverso lo sdoppiamento di facce (Toni Servillo) che nello stesso tempo fanno riflettere su una caratteristica veritiera della nostra vita, le maschere che indossiamo ogni giorno per essere “perfetti” alla massa senza pensare a noi. Il cinema è senza regole per me, è tutto questo ho capito grazie alle sue pellicole, che si può descrivere la noia, i difetti, i pensieri, la gioia di vivere tutto attraverso un solo binario, quello della verità di essere se stessi, e di non diventare troppo abili per paura di convincersi di sapere tutto dalla vita.
“Non ti disunire” esclama Antonio Capuano a Fabietto Schisa nel film È Stata la mano di Dio. Essere fedeli a se stessi anche quando tutto va male. Parole, gesti e affermazioni, ma alla fine chi siamo noi? Ho conosciuto Antonio Capuano, in un breve incontro cinematografico a Bari. Una persona molto intelligente ma soprattutto un uomo che racconta attraverso una visione incredibile l’essere umano. Cerco di fare le cose con molta onestà. Onestà può essere una parola fastidiosa: cerco di fare le cose come le penso e come le sento, senza nascondigli, come giocano i bambini, questo è Antonio Capuano, dove la verità tocca come corde musicali la nostra anima e ci fa scrivere storie forti, dove attraverso gli occhi puoi toccare il personaggio, addirittura puoi sentirti travolto da tutto questo, perché devi essere accanito della vita. È una magia, come dicevo all’inizio, si perché fuori se alzi gli occhi al cielo senti l’odore della libertà.
“Maradona era una divinità” esclama Paolo Sorrentino in un’intervista. Diego Armando Maradona, dai capelli arruffati, con il volto angelico e un cuore d’oro come i suoi piedi. Il calcio è Diego Armando Maradona. Maradona è uno stato d’animo.
Siamo nel 1984 di un 5 Luglio che resterà nel cuore di tutti gli appassionati di calcio, l’arrivo di Maradona a Napoli, un riscatto, qualcosa di eccezionale che si unisce ad un sogno. L’uomo può superare i suoi limiti, può fondere la sua volontà e arrivare ovunque, quasi a toccare il cielo come ha fatto Maradona, fisico e metafisico questa è la differenza tra gli altri. È difficile raccontare una divinità, perché non la puoi raccontare ma la puoi solo sentire dentro, questo sei per me Diego Armando Maradona.
Giuseppe Gimmi